La seconda opera di Lully presentata in forma di concerto nel teatro della Reggia di Versailles a fine gennaio è Alceste ou le triomphe d’Alcide del 1674, eseguita dal Choeur de l’Opéra Royal e dalla ‘compagnie lyrique’ Les Épopées diretti da Stéphane Fuget.
Nei giorni immediatamente precedenti alla sua esecuzione nel teatro dell’Opéra Royal, i musicisti hanno lavorato nella Grande Salle des Croisades alla registrazione di Alceste che verrà pubblicata nella serie dedicata all’opera francese dell’etichetta discografica Château de Versailles Spectacles. Gli interpreti vocali protagonisti della storia della figura mitologica simbolo della virtù e dell’amore coniugale, sono Véronique Gens (Alceste), Nathan Berg (Alcide), Cyril Auvity (Admète), Guilherm Worms (Lycomède, Charon, Un Homme désolé), Camille Poul (Cephise, Nymphe des Tuileries), Léo Vermot‐Desroches (Lycas, Phérès, Alecton, Apollon), Geoffroy Buffière (Cléante, Straton, Pluton, Eole), Claire Lefilliâtre (La Gloire, Une Femme affligée), Cécile Achille (Une Nymphe, Une Ombre, La Nymphe de la Seine) e Juliette Mey (Proserpine, Diane, Thétis, La Nymphe de la Marne)
Questa tragédie lyrique è considerata il primo capolavoro di questo genere di teatro musicale, anche se preceduta da Cadmus et Hermione, e fa parte della lunga serie di opere frutto della collaborazione tra il compositore di origine italiana e il poeta e librettista Philippe Quinault.
La partecipazione del coro all’azione drammatica è di notevoli proporzioni e questo ben si addice alla vicenda ispirata dalla tragedia di Euripide. Nel libretto si narra del sacrificio di Alceste che dopo essere stata rapita da Lycoméde e liberata da Alcide (Hercule), pur di salvare il suo sposo Admète ferito in battaglia e morente si offre di scomparire negli inferi al suo posto per mantenerlo in vita. Alcide che è innamorato di lei si offre di scendere nell’Ade per riportarla alla luce ma a condizione di poterla sposare coronando il suo desiderio d’amore. Adméte accetta pur di rivedere viva la sua Alceste e Alcide trionferà sulla morte ma alla fine magnanimamente rinuncerà al suo proposito di fronte al sincero e intenso sentimento d’amore tra Alceste ed Adméte.
Come nelle altre tragédies lyriques di Lully, al prologo spetta il compito di tessere gli elogi del suo magnifico committente, Luigi XIV, e in questo caso nel suo quadro allegorico iniziale si confrontano i due grandi elementi che risaltano e risuonano poi anche nei cinque atti dell’opera, quello delle imprese belliche e della guerra e quello dei piaceri e dell’intrattenimento, rispettivamente rappresentati da La Gloire e dalle ninfe guidate da quella della Senne, della Marne e delle Tuileries.
Sulla base della sua precedente esperienza della esecuzione e registrazione dei Grands motets di Lully nella Chapelle Royale, con la sua concertazione di Alceste Fuget ha messo in grande evidenza sia l’elemento marziale che quello amoroso così come i colori timbrici dei due principali gruppi orchestrali, gli archi e i fiati, e in questo podcast descrive le caratteristiche principali dell’opera sia dal punto di vista drammaturgico che da quello compositivo.
Gli esempi musicali presenti nell’intervista, tranne quello monteverdiano, sono stati registrati dal centro della platea dell’Opéra Royal nel corso di una prova abbreviata, il cosiddetto ‘raccord’, nel quale si provano rapidamente soprattutto gli attacchi e i passaggi e le transizioni tra i brani delle diverse scene musicali dell’opera.