PODCAST | Early Music Stories #33

Uno dei commoventi capolavori di Antonio Draghi

Cappella Mediterranea durante la prova (foto di Paolo Scarnecchia)
Cappella Mediterranea durante la prova (foto di Paolo Scarnecchia)
Articolo
classica

“Generations d’Ambronay” è il tema al quale è dedicata la 44a edizione del festival del Centre Culturel de Rencontre (CCR) del complesso abbaziale che è un importante punto di riferimento per la diffusione e formazione della musica antica, in particolare  barocca. La scelta del titolo deriva dalla storia del CCR e dalla presenza di musicisti che sono particolarmente legati ad Ambronay, per averla magari frequentata negli anni della formazione e agli inizi della carriera e più tardi da professionisti affermati.

Tra questi spicca il nome di Leonardo García Alarcón che tra l’altro ha diretto la Académie d’Ambronay a più riprese e il suo ensemble Cappella Mediterranea è stato residente due volte negli anni passati, e continua ad essere associato al CCR il quale ha pubblicato ben undici dischi con l’etichetta Ambronay.

Il CCR non ha dunque soltanto visto crescere il gruppo ma lo ha in un certo senso quasi adottato favorendo la sua crescita artistica e professionale e accogliendo le proposte del suo direttore, come quella dell’Oratorio al Santo Sepolcro di Antonio Draghi intitolato Il dono della vita eterna scritto per la corte di Vienna nel 1686.

La specificità di questo tipo di oratorio, profondamente legato alla corte degli Asburgo, è rappresentata non soltanto dai temi legati alla narrazione della Passione di Cristo, ma anche dalla presenza di scene e costumi, assenti nella tradizione oratoriale italiana.

Nell’intervista realizzata durante la prova prima del concerto che è stato poi eseguito non in forma scenica ma con una più semplice ma efficace mise en espace, Leonardo García Alarcón ha sottolineato l’importanza della straordinaria figura del prolifico compositore italiano che è stato anche cantante, violinista, maestro di cappella e librettista attivo a lungo presso la corte imperiale viennese, e di questo grande affresco sacro ricco di accenti drammatici.

Dagli esempi musicali presenti nel corso dell’intervista e registrati durante la prova si percepisce la qualità dell’orchestra e del cast vocale, composto da otto cantanti di diverse generazioni, Victor Sicard, Mariana Flores, Nicolò Balducci, Fabio Trümpy, Raphaël Hardmeyer, Alejandro Meerapfel, Maud Bessard-Morandas e Andrea Gavagnin, che hanno interpretato i personaggi delle forze del bene e del male contrapposte nel libretto di Nicolò Miniato con straordinaria intensità musicale, affiancati dal Choeur de Chambre de Namur che collabora regolarmente con Cappella Mediterranea.

Nessuno avrebbe potuto immaginare che il concerto sarebbe stato interrotto poco prima della conclusione dell’oratorio dal malore che ha stroncato il baritono Meerapfel nella costernazione e dolore generale dei musicisti, del pubblico e di tutto il personale del CCR. Tanto meno dal tono dell’intervista e dall' energia della direzione di García Alarcón che trapela già durante la prova, presenti in questo podcast.

 

 

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