Una città di mercanti, artisti, avventurieri, spie, eretici, stampatori, musicisti e cembalari. Un magnete capace di attirare da ogni parte d’Europa gente in cerca di fortuna, e soprattutto piena di musiche che risuonavano ovunque. Questo è il ritratto di Anversa nel XVI secolo descritto da Michael Pye nel suo libro Antwerp The Glory Years pubblicato nel 2021, e raccontato insieme al clavicembalista Mario Sarrecchia che nello stesso anno ha pubblicato il disco Ruckers me fecit Antverpiae con il sottotitolo “Music for Antwerp harpischords & viginals, 1560-1660”, attraverso una conferenza concerto durante il festival Laus Polyphoniae intitolato “Antwerpen Townscape – Soundscape”. Le persone ideali dunque per rievocare la storia della ricchissima vita musicale della città.
Il luogo scelto per ospitare questo dialogo fa parte di questa storia, poiché si tratta del Museo nel quale si trova l’antica stamperia creata da Christophe Plantin e Jan Moretus. Per tre sere di seguito Pye e Sarrechia hanno ricordato quanto la musica sia stata legata alla vivacità della società mercantile e alla attività imprenditoriale in particolare di un musicista di origine tedesca, Tielman Susato, che trasferitosi ad Anversa come suonatore di trombone si dedicò all’attività di copista e stampatore pubblicando numerose antologie musicali di musiche di vario genere e di diversi autori, tra le quali figurano anche le sue composizioni.
In questa conversazione i due protagonisti di questo evento riprendono alcuni degli argomenti e delle musiche eseguite durante le conferenze-concerto, descrivendo la vivacità della scena musicale dell’epoca d’oro della storia della città.
Il loro dialogo è stato registrato appositamente in assenza del pubblico e nella stessa sala del Museo e il virginale che si sente suonare è una copia di un prezioso esemplare realizzato ad Anversa da Joannes Ruckers del 1611. Si tratta di uno strumento che in realtà ne contiene due, perché all’interno della cassa armonica della “madre” è nascosto il piccolo strumento “figlio” che estratto si può sia suonare da solo, sia sovrapporre sulla sommità del virginale in modo tale da poter pizzicare le corde di entrambi direttamente dalla tastiera sottostante.