Non c'è scuola senza musica

Un documento del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione sull'importanza dell'educazione musicale nelle scuole

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Da Renzo Angelini, docente di clarinetto al Conservatorio "Rossini " di Pesaro e componente del CNPI (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione) riceviamo e pubblichiamo il documento sulla "musica nella scuola e nella società" approvato all'unanimità il 16 dicembre 2009 dal CNPI. I motivi che hanno indotto il Consiglio ad una pronuncia di propria iniziativa non vanno ricondotti alla sola sollecitazione di interventi a sostegno della diffusione dei Licei musicali sul territorio nazionale, quanto piuttosto a quella di promuovere e sostenere la cultura e la formazione musicale e strumentale in ogni ordine e grado di scuola. Questa esigenza è nata inoltre anche dalla constatazione che nel nostro paese c'è carenza di strumentisti provenienti dalla Scuola e dalla tradizione musicale italiane. Eppure la storia della musica, come storia delle idee e del loro concretizzarsi in comportamenti ed orientamenti della società civile, è parte della storia dell'occidente, e di quella italiana in particolare. È convinzione di questa commissione che ripercorrerla oggi consenta di acquisire idealità e valori che hanno ispirato l'Europa nella evoluzione della sua civiltà e di accedere a modelli di comunicazione che aprono a nuovi scenari. Ad esempio, il fatto che la musica nell'antichità classica sia stata soprattutto un principio ordinatore richiama concezioni cosmologiche presenti nelle opere di quel periodo ed obbliga all'adozione di corrette metodologie per trovare il significato profondo della produzione artistica, filosofica e scientifica, in un'età in cui l'uomo aspirava a conciliare l'immutabilità dell'essere con il divenire della natura. La storia delle teorie musicali, parte integrante della storia delle arti liberali, affonda le sue radici nell'umanesimo perenne e l'antropologia culturale ricorre alla musicologia comparata, per giungere alla individuazione delle costanti e delle varianti della produzione musicale in rapporto a determinati contesti storici. Sarebbe però oltremodo riduttivo ricondurre i fattori della "comunicazione in musica" alla sola storia della musica, così come sarebbe pregiudizievole ritenere che l'educazione all'ascolto non richiami le tecniche della produzione e che l'acquisizione delle teorie musicali non debba condurre alla capacità di elaborazione in chiave personale di prodotti, anche attraverso una corretta padronanza dello strumento musicale. Al pari degli altri linguaggi, la produzione musicale possiede una tecnica, una sintassi ed una peculiare modalità espressiva e, come avviene per ogni altro codice della comunicazione, va acquisito attraverso ascolto, lettura e produzione. Considerazioni queste, che sollecitano la rivisitazione dell'insegnamento della musica e di conseguenza il superamento dell'attuale suo ruolo ancillare, soprattutto nella scuola dell'obbligo, la cui valenza educativa ai fini dell'orientamento scolastico e professionale dispone, peraltro, un'interazione ed integrazione dei campi della comunicazione sul piano sia della continuità degli studi sia dell'organizzazione delle conoscenze. Si tratta quindi di creare le condizioni affinché gli alunni, all'interno del loro percorso di studi, abbiano l'opportunità di maturare progressivamente la padronanza del linguaggio musicale anche e soprattutto con riferimento ad uno strumento musicale specifico. In questa prospettiva l'istituzione dei Licei Musicali, come prevista dai nuovi ordinamenti, assumerebbe un'ulteriore legittimazione, ma soprattutto avrebbe buoni motivi per proporsi come luogo di studio in grado di assicurare la continuità dei percorsi non solo agli alunni provenienti dai corsi ad indirizzo musicale, ma a tutti gli allievi che già nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado abbiano avuto modo di maturare la necessaria prospettiva culturale, storica, estetica, teorica e tecnica indispensabile per acquisire competenze sotto l'aspetto della composizione, interpretazione ed esecuzione di brani musicali. Una maggiore attenzione alla pratica musicale sarebbe inoltre utile nell'ambito di un lavoro efficace di prevenzione delle difficoltà di apprendimento e di aiuto concreto nei casi di "disturbo dell'apprendimento". In questo quadro complessivo non può sfuggire l'esigenza di una formazione adeguata per tutti gli insegnanti, affinché sappiano far vivere nel quotidiano della vita scolastica le finalità, gli obiettivi ed i suggerimenti oggi già previsti nelle indicazioni curriculari. Alla luce di queste considerazioni, la Commissione ritiene di formulare le seguenti proposte per l'integrazione ed il sostegno della riuscita della cultura e natura musicale: A) Per quanto riguarda i bambini più piccoli, già dalla frequenza dei nidi di infanzia e dei servizi educativi, e poi, successivamente, alla scuola dell'infanzia e fino ai primi due anni della scuola primaria, la Commissione ritiene che debba essere cura peculiare dell'istituzione educativa-scolastica creare le condizioni affinché, con le modalità dovute, i bambini entrino in contatto con il linguaggio musicale. Si auspica che, qualora l'istituzione ritenesse di doversi avvalere di esperti esterni, dovrebbe far ricorso ad esperti come ipotizzato al punto C). B) L'inserimento di un percorso più specifico per tutti coloro che intendono avvicinarsi allo studio di uno strumento musicale. È auspicabile che lo studio di uno strumento musicale specifico, unitamente alle attività di musica d'insieme, inizi fin dal terzo anno della scuola primaria, in maniera da diventare un'opportunità formativa propedeutica agli apprendimenti musicali della scuola secondaria di primo grado. Detta opportunità potrebbe trasformarsi in un'abitudine felice e permanere, anche al di fuori dell'ambito scolastico, come attività collettiva fortemente socializzante. La nascita di scuole primarie ad indirizzo musicale concorrerebbe ad una precoce scoperta di talenti musicali da orientare verso la scuola secondaria di primo e secondo grado ad indirizzo musicale. Data la delicatezza dell'approccio individuale allo strumento musicale, sarebbe opportuno che il profilo professionale dell'insegnante di strumento nella scuola primaria preveda il possesso di titoli abilitanti specifici per tale insegnamento, indispensabili per garantire qualità all'insegnamento sia nella scuola primaria sia in quella secondaria (cosa questa ribadita dal CNPI nel parere del 07 ottobre 2009 sulla riforma dei licei). C) Il potenziamento dell'educazione musicale in ogni ambito scolastico. Nel rilevare che attualmente la presenza di insegnanti privi di titoli di studio specifici condiziona fortemente la qualità delle attività didattiche previste dalle Indicazioni riguardanti l'Educazione al suono ed alla musica nella scuola primaria, si segnala l'opportunità di affiancare agli insegnanti di detta scuola figure in possesso di specifici titoli musicali orientati all'insegnamento ed inseriti nei contesti indicati ai successivi punti x), y) e z). Questo consentirebbe altresì una migliore gestione di laboratori attrezzati dove gli alunni possano acquisire le abilità e le competenze necessarie per una formazione integrale della loro persona e la scuola dell'autonomia possa effettivamente progettare e realizzare percorsi educativi in grado di assicurare la padronanza di tutti i linguaggi della comunicazione, anche quello della musica, delle loro tecniche e delle loro metodologie, in condizione di certezza di diritto allo studio ed alle pari opportunità. Per quanto riguarda il reperimento delle risorse umane e delle figure professionali si può prevedere, per la scuola primaria, il ricorso a: x) risorse interne all'organico d'istituto, con modulazioni d'orario basate sull'utilizzo su più classi dell'insegnante con accertate competenze musicali specifiche; y) risorse esterne all'organico d'istituto,attraverso accordi di rete per l'utilizzo di docenti di strumento, ovvero di docenti in possesso di accertate competenze musicali specifiche; z) risorse esterne all'organico d'istituto, costituite da musicisti con formazione didattica specifica, quali il diploma di strumento e/o l'abilitazione.
La Commissione composta dai Consiglieri: Acocella, Angelini, Bassignana, Bouchè, Cattani, Galgano, Giugliano, Lami, Maglione, Mirenzi, Navarra, Oberstaller, Pavletic, Sciacca, Zunino

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