In questo strano, indicibile, 2020, proprio durante il lockdown è uscito il bellissimo disco degli Irreversible Entanglements, Who Sent You?, lavoro che ha confermato la forza espressiva e l’originalità del collettivo.
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E’ ora la volta di un lavoro che vede coinvolti due componenti della band, Aquiles Navarro (tromba) e Tcheser Holmes (percussioni), già attivi da anni come duo di improvvisazione afro-caraibica: il disco, Heritage of the Invisible II, esce in queste settimane per International Anthem e abbiamo colto l’occasione per incontrare i due artisti.
Partiamo dal nuovo disco, Heritage Of The Invisible II. Mi sono perso un volume I? Che storia c’è dietro il titolo?
Holmes: «Sì, il volume I è stato registrato nel 2014. Il titolo è un’ode ai nostri antenati, in modo particolare perché entrambi veniamo dai Caraibi».
Navarro: «ll primo volume è stato registrato durante una settimana di tour a Panama, nel 2014. Una serie di live differenti e una seduta in studio, dalla cui musica abbiamo tratto questo disco».
«Quando al titolo, Tcheser e io improvvisiamo, ma da dove viene questa informazione? Come si manifesta? La risposta alla più semplice di queste domande è che si manifesta nel suono e il suono è invisibile all’occhio umano, vediamo colori, proviamo emozioni, ma è una forza per noi invisibile. Quanto alla provenienza, beh, la nostra eredità culturale, ci sintonizziamo, la incarniamo, diamo vita alla nostra immaginazione e ci stacchiamo da terra… l’eredità dell’invisibile».
Come avete lavorato in studio alla musica del disco?
Navarro: «Il nostro primo disco è di fatto una serie di improvvisazioni batteria e tromba, melodiche, ritmiche, a volte usando tecniche non convenzionali per ampliare la tavolozza timbrica, ma è fondamentalmente il risultato della nostra interazione con batteria e tromba. Il nuovo disco è quello che io considero il passo successivo: il modo in cui abbiamo approcciato queste sedute è stato anche in questo caso basato sull’interazione tra tromba e batteria, ma poi idee, idee, idee, contrasti, sapori, un po’ come cucinare, ingredienti e aromi nuovi».
«Avevamo composizioni, piccole idee da usare come spunti, improvvisazioni libere e avevamo anche alcuni amici che si sono uniti in studio per fare la loro parte, il poeta Marcos De La Fuente, Brigitte Zozula, Nick Sanders. Abbiamo anche usato alcuni pezzi di un'intervista che avevo fatto a Carlos Garnett qualche anno fa e che è servita da base per “$$$ /// billete”, così come la mejorana panamense di Ricardo De Leon che si ascolta in “Pueblo”, che è un loop di 5 secondi tratto dai 6 minuti di musica che mi ha inviato… avevo una melodia in testa che stava bene con gli accordi del loop e abbiamo usato lo studio per farlo accadere».
Qual è il ruolo delle voci nei pezzi?
Navarro: «Quali voci? Alcune sono quelle dei nostri amici alle prese con il materiale che gli abbiamo dato: qualcuno ha cantato, altri hanno voluto lavorare più con la spoken word, in inglese, in spagnolo, suoni vari. E abbiamo fatto molto dal vivo in studio, non è una cosa postprodotta, nossignore, abbiamo suonato tutto questo dal vivo! Se poi mi chiedi una descrizione degli obiettivi delle parole, comprese le nostre… beh mi piacciono e hanno un significato!».
Holmes: «Già, quali voci? Ma anche significativamente la “voce” che non trovi nei brani. Come dice Aquiles, l’uso della voce è esattamente quello e da dove viene la musica lo si intuisce facilmente. Io non sempre ci riesco [ride]. Per Aquiles e me ci sono alcune “regole” che rispettiamo quando facciamo musica, la voce e le regole che seguiamo sono vitali».
"M.O.N.K (Most Only Never Knew)" è un’improvvisazione in solo del pianista Nick Sanders. Qual è il ruolo di questo pezzo nel disco?
Navarro: «Credo che il ruolo sia di mandare questo messaggio: le persone fanno difficoltà a sedersi semplicemente e ammirare qualcosa, come molti musicisti e artisti spesso non vanno a vedere cosa fanno i propri colleghi per goderne in modo sincero, spesso pensando invece cosa c’è che non va, come l’avrebbero fatto meglio e così via… le solite stronzate dell’ego, ok? Questi invece siamo noi che diamo a qualcuno che ammiriamo e di cui siamo amici lo spazio per esprimersi e noi ci sediamo da parte e ci godiamo lo spettacolo, riconoscenti per i tanti talenti che ci sono al mondo. Suona davvero bene e ha studiato e continua a studiare sodo. Il pezzo rende evidente il nostro desiderio di omaggiare Thelonious Monk e anche se nessuno lo ha conosciuto, facciamo la nostra parte e lo facciamo viaggiare nel tempo e nello spazio con noi».
Holmes: «Ascolto, relax e rispetto, ecco l’idea! Aquiles lo ha detto bene, ma voglio solo aggiungere che ha anche a che fare con il rispetto della musica, con il fatto che si deve ascoltare. A volte il mondo sembra evolvere e capita che si perdano per strada cose essenziali e se parliamo di musica è essenziale ascoltare. La definirei un’ode al “fanculo all’ego e ai comportamenti stereotipati!” Sedersi e ascoltare, lodare gli altri, che fanno cose diverse per la stessa comunità… chiaro? Quindi ascoltiamoci Nick, adoro come suona e le cose pazzesche che suona nel disco sono una bomba!».
Nell’improvvisazione “NAVARROHOLMES” la linea della tromba è doppiata dal moog: ci sono un sacco di synth in tutto il disco…
Aquiles: «L’idea di base era di suonare nella nostra solita abbinata tromba e batteria, ma volevo suonare il moog con la mano sinistra come un basso mentre suonavo la tromba. Ne è venuta fuori come una lunga melodia all’unisono e a tratti in contrappunto con la tromba, che è un po’ una cosa che riflette i giochetti psicologici che si aggirano nella mia mente [ride]. Poi ovviamente con tutti quei ritmi che vengono fuori è un bel delirio, come i metri e le indicazioni di tempo che sono diventati davvero complessi, ma per noi è stato come un’altra giornata di improvvisazione in compagnia di un basso!».
Holmes: «Non dimentichiamoci che siamo degli appassionati di reggae e di house, chiedi un po’ agli altri membri degli Irreversible Entanglements cosa mettiamo sul bus!».
Tornando all’eredità cui accennavamo prima, la vostra musica ha un forte carattere afro-caraibico: ci raccontate le vostre influenze e gli ascolti di quando eravate studenti assieme e come questo carattere si è evoluto negli anni e in un contesto artistico globale?
Navarro: «Ha un forte carattere afro-caraibico perché lo dicono le note di presentazione del disco o perchè percepisci davvero il senso della nostra provenienza?».
Beh, mi pare molto evidente, lo sento chiaramente…
Navarro: «È da tanto tempo che ci occupiamo di questi materiali, della nostra eredità culturale, e continuiamo a farlo, ma il punto è che non ci adeguiamo semplicemente a essa né la rendiamo ovvia. Penso si muova lungo un livello più profondo, che viaggia nel tempo con una maggiore longevità e quando diventa ovvia si muove su distanze minori, potrebbe essere più veloce, ma non è nata per grandi distanze… comunque sì, credo che il carattere della nostra eredità culturale che emerge dalla musica non consideri le mode o i desideri più immediati, ma quantomeno un messaggio reale del tempo spazio attraverso il suono e l’immaginazione».
Holmes: «L’ultima parola del titolo è “invisibile” e come dici tu, il carattere si evolve. La nozione è limitata, siamo consapevoli di chi siamo, della nostra cultura, la onoriamo, ma non saprei quando diventa un “carattere”, è quello che siamo e se non fossimo consapevoli o rispettosi di questo, beh, nel 2089 qualcuno potrebbe dire che Snoop Dogg era francese e Miles Davis bianco!».
Duetti tromba/batteria: Cherry/Blackwell, Lester Bowie & Phillip Wilson, ma mi vengono i mente il Chicago Underground Duo o alcuni progetti di Bill Dixon o Wadada Leo Smith. Vi vedete in questa linea?
Navarro: «La vita è un duo tromba/batteria!»
Holmes: «Esatto!»
«La vita è un duo tromba/batteria!»
Siete membri degli Irreversible Entanglements, ma la vostra collaborazione è antecedente alla nascita della band. So che avete conosciuto Camae e gli altri componenti a Brooklyn, ma raccontateci voi cosa è accaduto e come avete deciso di formare il collettivo.
Navarro: «Tcheser e io siamo stati invitati a suonare allo stesso evento a Brooklyn con Camae, Keir e Luke nel 2015. La stessa sera Keir mi ha chiesto se fossimo interessati a registrare assieme e ovviamente ho detto sì, così dopo poco ci siamo incontrati in studio ed è stato in quel primo incontro in studio che il gruppo è nato. È stato tutto molto naturale: nell’anno e mezzo precedente Tcheser e io avevamo suonato al Bowery Poetry Club, aprendo la serata come duo per la serie “The Poet in NY”, per poi accompagnare i poeti che intervenivano nella serata. Così quando ci siamo trovati in studio con Luke, Keir and Camae, eravamo in qualche modo, come immagino anche gli altri, allenati a quel mondo di improvvisazione e spoken word».
«Penso che il nostro amore per la musica stia nel metterla al primo posto: fissiamo degli obiettivi per il gruppo, lavoriamo come una squadra, ci supportiamo a vicenda e proviamo a tirare fuori il meglio da ciascuno. Continueremo a fare musica hasta que el cielo diga, ya se acabo tu tiempo (“fino a che il cielo non dica che il tuo tempo è scaduto”)».
Holmes: «Una cosa che aggiungerei riguardo agli Irreversible Entanglements è che amiamo e rispettiamo moltissimo la musica, la vita, le nostre famiglie e in questa prospettiva la band è un fantastico legame, cinque individualità completamente diverse che esistono per uno scopo più grande. Come un supereroe che domina quello che accade, dando senza cercare qualcosa in cambio per forza, questo è l’amore vero per la musica che cerchiamo di creare, prima ancora che esista...».
Il disco degli Irreversible Entanglements Who Sent You? è uscito durante il lockdown: come avete affrontato questa esperienza senza precedenti?
Navarro: «Who Sent You? è uscito il 20 marzo 2020, probabilmente uno dei più assurdi venerdì di sempre e il disco ha avuto un grande impatto, perché è la sua natura. E’ stata un’esperienza strana: saremmo dovuti essere a Parigi, ovviamente non è stato così, ma è stata comunque una figata vedere il messaggio viaggiare nel tempo!».
Com’è la situazione ora? Suonerete dal vivo la musica del nuovo disco?
Navarro: «Stiamo lavorando in questi giorni, vi aggiorneremo presto, ma non vedo l’ora di suonare questa musica dal vivo!»
Holmes: «Spingeremo molto sui media, usando ogni mezzo, vedrete!»
La vostra etichetta, International Anthem, si sta facendo un nome per la qualità e l’originalità delle sue produzioni. Com’è lavorare con Scottie McNiece e tutto il team?
Navarro: «È un rapporto bellissimo da quando abbiamo iniziato come Irreversible Entanglements. È un piacere lavorare con tutto il team della International Anthem, ognuno fa il suo, non ci sono trucchetti e tutto è chiaro e semplice e in fondo, come dicevamo, la cosa che conta è la musica, il suono, le persone che la fanno, non è una questione di diventare famosi, tu sei la luce, devi lasciarla splendere e se tutta la squadra vuole splendere, evviva!»
Cosa state ascoltando in queste settimane?
Holmes: «Ti dico 5 tracce: “Golden” di 11 roots , “You’ve Changed” di Nancy Wilson, “Shit I'm On” di Roc Marciano, “Tuki Tuki” di El General e “Tek Weh Yuhself” di Mr. Vegas».
Navarro: «Un mucchio di cose, prevalentemente musica di nuovi artisti panamensi che produrrò per la mia etichetta River Down Records, ma anche cose che vanno da J Balvin a Hermeto Pascoal. Facendo anche il dj sono molto attento ai talenti locali per sostenerli, sounds, sounds, soundssssssssss!».