Un nome, un mistero, una meraviglia: capita sempre, prima o poi, che al neofita appassionato di musica classica, o al giovane studente di pianoforte, qualcuno sussurri quel nome: «Marija Judina», «Come, non l’hai mai sentita? Vai su YouTube e scoprirai che meraviglia!».
A quella pianista misteriosa, a quella donna incredibile e solitaria Giuseppina Manin ha dedicato un romanzo (Complice la notte, Guanda, 18 euro) che si legge tutto d’un fiato perché la storia con la s minuscola (la sua vita, l’insegnamento, i concerti) si intreccia con la storia con la S maiuscola: quella della Russia di Stalin che la notte, solo al Cremlino o nella sua dacia di Kuncevo (l’ultima notte della sua vita!) ascoltava il Mozart della Judina o per radio o su disco.
Il lettore scopre così che quella donna bizzarra e dall’apparenza sciatta («Un abito nero per il giorno, uno nero per la sera, un impermeabile liso, una cappa per l’inverno. Scarpe di tela per ogni stagione») era in realtà una regina del pianoforte.
E appena chiuso il libro ti viene voglia di correre a comprare tutti i cd della Judina per non lasciarla più.