La polifonia vocale dei franco fiamminghi del Quattrocento può essere considerata una sorta di lingua franca della storia della musica europea, e fra i suoi compositori più celebri e prestigiosi risalta la figura di Josquin Desprez, che come Guillaume Dufay operò in alcune delle più importati corsi italiane, preannunciando la fioritura della cultura musicale rinascimentale.
Uno degli eventi più importanti delle celebrazioni dei cinquecento anni dalla sua scomparsa è l’edizione 2021 del festival di musica antica di Anversa, Laus Polyphoniae, che si svolgerà dal 20 al 29 agosto. Il motto ‘Polyphony connects’ coniato lo scorso anno per l’edizione esclusivamente online dovuta alla pandemia, quest’anno si arricchisce di un nuovo e ulteriore significato. La polifonia franco fiamminga non solo ha connesso le più importanti corti europee del Quattrocento che si contendevano i servigi dei suoi maestri di cappella, ma torna oggi a ricordare il grande valore del patrimonio musicale storico dei Paesi Bassi sottolineando ed esaltando la sua dimensione cosmopolita.
Il programma di questa nuova edizione è interamente dedicato al musico scomparso il 21 agosto 1521, e comprende concerti che si svolgeranno nella città fiamminga presentati da Huelgas Ensemble, Cappella Pratensis, Pluto Ensemble, Vox Luminis, Utopia, e Ratas del Viejo Mundo, ai quali si aggiungono quelli eseguiti da città di altre nazioni, che verranno trasmessi online in streaming e che costituiscono una estensione internazionale dello storico Festival.
I tre concerti extra-muros arriveranno da Boston, York e Tokio, presentati rispettivamente da Blue Heron, Stile Antico e Vocal Ensemble Cappella.
Il primo si ascolterà il 24 agosto alle ore 20 e sarà dedicato alla Missa Fortuna desperata proposta dall’ensemble vocale diretto da Scott Metcalfe che racconta: «L’abbiamo registrata a Boston, nella Saint Paul Church di Cambridge in Harvard Square, che è ispirata alla basilica di San Zeno di Verona ed è circondata dagli edifici della Harvard University. I diversi movimenti della messa in genere non venivano eseguiti consecutivamente, tranne il Kyrie e Gloria, così abbiamo inserito altre musiche tra Credo, Sanctus e Agnus Dei, ispirate ai temi della fortuna e della fama, già presenti nel cantus firmus di questa messa che proviene dalla chanson Fortuna desperata. Nella prima decade del Cinquecento ci sono diverse chanson che avevano legami con la corte asburgo-borgognona, e che riprendono le parole di Didone del quarto libro dell’Eneide. Si tratta del momento nel quale la regina vede salpare la nave con a bordo Enea e si appresta a sacrificare la propria vita. Il testo di Dulces exuviae è stato messo in musica da Josquin, Agricola, Mouton, Ghizelin, De Orto, e un anonimo che forse potrebbe essere Pierre de la Rue».
“O dolci spoglie, finché il destino e il dio lo permettevano,
accogliete questa anima e scioglietemi da queste pene.
Ho vissuto e ho percorso la via che mi aveva assegnato la fortuna,
e ora la mia grande ombra andrà sotto la terra.”
«Uno degli aspetti più interessanti della messa è che il cantus firmus si trova in differenti parti vocali dei suoi movimenti: nel Credo nella parte del cantus la melodia viene ripetuta integralmente per quattro volte, ma con ritmi sempre più veloci, e inoltre nella sua ultima sezione, quella del Confiteor, il tenor ripete lo stesso motivo melodico undici volte di seguito, ma attorno a questa iterazione accadono molte altre cose e il risultato è di una grande varietà; nel Sanctus è la melodia del contratenor ad essere usata come cantus firmus, ma in alcuni momenti si sentono tutte e tre le parti della chanson che risuona a lungo tutto la messa.
Si tratta di una chanson curiosa, perché nonostante il suo testo sia molto triste, la musica è gioiosa e questo aspetto si riflette anche nella messa. Credo che l’approccio alla fonte del suo cantus firmus, sia analogo a quello della Missa Ma maitresse di Ockeghem...».
Oltre ai concerti eseguiti in presenza del pubblico, rispettando naturalmente le norme e i limiti di capienza dettati dalle autorità sanitarie fiamminghe, per l’occasione sono stati realizzati dodici documentari dedicati ad altrettante messe di Josquin, nei quali saranno eseguite integralmente arricchite da guide all’ascolto e inquadramenti storico artistici. Il primo ‘docu-concert’ sarà visibile online dalle ore 10 di venerdì 20 agosto in poi, e sarà dedicato alla splendida Missa Ave Maris stella eseguita da Cappella Pratensis, l’ensemble vocale che porta il nome del compositore, con i commenti del suo direttore Stratton Bull e di Eric Jas. La sera dello stesso giorno il Festival sarà inaugurato dal concerto di Huelgas Ensemble diretto da Paul van Nevel, che sarà protagonista anche del secondo docu-concert dedicato alla Missa Malheur me bat, online dalla mattina del 21 agosto.
I docu-concerts successivi, tutti realizzati in collaborazione con la Alamire Foundation come i precedenti, saranno progressivamente caricati nei giorni seguenti sul sito di AMUZ, l’organizzazione che cura il festival: Missa Hercules dux Ferrarie, eseguita da Vox Luminis con introduzioni di Patrick Macey e Lionel Meunier; Missa Pange lingua, eseguita da Cappella Pratensis e commentata da Alanna Ropchock Tierno e Stratton Bull; Missa Faisant regretz, eseguita da Huelgas Ensemble e analizzata da Fabrice Fitch e Paul Van Nevel; Missa Gaudeamus, eseguita da Cappella Mariana e spiegata da David Fallows e Vojtech Semerad; Missa L’homme armé super voces musicales, eseguita da Huelgas Ensemble e contestualizzata da Jesse Rodin e Paul Van Nevel.
Per completare il quadro altri cinque docu-concerts saranno inseriti in autunno: Missa Fortuna desperata, eseguita da Blue Heron e illustrata da Honey Meconi e Scott Metcalfe; Missa Sine nomine, eseguita da Stile Antico e raccontata da Jennifer Bloxam; Missa L’homme armé sexti toni, eseguita da Vox Luminis e presentata da Anne-Emmanuelle Ceulemans e Lionel Meunier; Missa La sol fa re mi, eseguita da Cappella Mariana e analizzata da Michael Meyer e Vojtech Semerad; Missa De beata Virgine, eseguita da Vocal Ensemble Cappella e introdotta da Christiane Wiesenfeldt.
All’interno del programma del Festival è confermato anche lo svolgimento della International Young Artist’s Presentation, anche se priva della sua dimensione itinerante di scoperta di luoghi poco noti della città, con i brevi concerti di sei giovani promettenti ensemble, che si presenteranno al pubblico dopo aver seguito i consigli e i suggerimenti dei due coaches Raquel Andueza e di Peter Van Heyghen.
I concerti, anche se in numero minore rispetto agli anni precedenti, saranno di nuovo in presenza del pubblico, e verranno trasmessi in streaming sulla piattaforma polyphonyconnects.com, e grazie all’esperienza maturata nell’edizione virtuale dello scorso anno potranno raggiungere una platea molto più ampia e priva di confini geografici. Nel suo insieme si tratta di un’impresa straordinaria degna del leggendario ‘Princeps musicorum’ che è stato il primo autore ad essere ricordato così a lungo nella storia della musica europea, e che oggi viene celebrato oltrepassando i limiti imposti dalla pandemia.
Parlando di questa edizione ‘ibrida’ il direttore artistico Bart Demuyt ha affermato che “Josquin Desprez è stato una star del suo tempo e oggi possiamo considerarlo il ‘Bach’ del Rinascimento”.