Avviato nell’estate del 2017 a Pereto, località di quell’entroterra abruzzese rappresentato dalla Marsica, il festival della Piana del Cavaliere prende il nome dal territorio nel quale è nato per poi intraprendere un percorso che lo porta ad approdare a Orvieto, raggiungendo così il traguardo della sua quinta edizione in programma tra l’1 e il 12 settembre. Uno sviluppo nel quale ogni tappa ha rappresentato un significativo tassello nel tracciato di crescita di una manifestazione voluta e sostenuta da una realtà privata come l’azienda Aisico S.r.l., alla quale sta a cuore la promozione della cultura e del talento dei giovani musicisti.
Un bell’esempio di come, anche in un territorio che possiamo definire perlomeno defilato rispetto ai grandi centri della produzione musicale nazionale, sia riuscita a nascere e a svilupparsi una realtà che offre oggi una miscela di iniziative che si declinano nei tre progetti rappresentati, rispettivamente, dall’Accademia Internazionale di Alto Perfezionamento Musicale, dall’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani e dallo stesso festival della Piana del Cavaliere. Una manifestazione che, tra i diversi appuntamenti di questa edizione 2021, offre un concerto del Quartetto di Cremona (3 settembre), registra la prima edizione del Premio AISICO per l’Arte e la Cultura (4 settembre), promosso dal main sponsor del festival e che prevede un galà lirico con protagonisti il tenore Francesco Meli e il soprano Serena Gamberoni, è anticipata da una serie di masterclass di Alto Perfezionamento (a partire dal 29 agosto) e propone alcune interessanti produzioni originali che intrecciano diverse “coincidenze”, come recita lo stesso titolo che caratterizza il cartellone di quest’anno.
Della storia e dei caratteri del festival della Piana del Cavaliere abbiamo parlato con Anna Leonardi, musicista e direttrice artistica della manifestazione.
Cinque anni di crescita e di “migrazioni”: come è nato e come si è sviluppato il festival della Piana del Cavaliere?
«Il nostro percorso ha avuto inizio nell’estate del 2017, con la prima edizione del festival svolto nella Marsica – Piana del Cavaliere appunto – e per l’esattezza a Pereto dove Aisico S.r.l., nostro main sponsor, ha una delle sue sedi. È stato proprio l'ingegner Stefano Calamani a volere fortemente questa iniziativa che, nel 2018, oltre alla seconda edizione del festival svolta sempre a Pereto, ha visto nascere l’Associazione festival della Piana del Cavaliere, chiamata a svolgere attività di utilità sociale, mediante l’organizzazione e gestione di iniziative culturali, artistiche o ricreative, incluse attività anche editoriali di promozione e diffusione della cultura. Lo scopo dell’Associazione, in pratica, è quello di promuovere la cultura e l’arte, in particolare realizzando e gestendo le iniziative relative al festival stesso e all’Accademia del festival della Piana del Cavaliere, progetto che ha visto la luce proprio nel 2018».
«Nel 2019 e nel 2020 sia il festival che l’Accademia si sono spostati a Configni, in provincia di Rieti, che è il mio paese di appartenenza. Nel 2019 è nata anche l’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani, non un’orchestra giovanile strettamente intesa, ma formata da giovani professionisti provenienti da molte delle principali orchestre italiane e selezionati attraverso audizioni. Guidata dal direttore Hossein Pishkar, l’orchestra ha esordito appunto nell’estate 2019, durante la terza edizione del festival. In questo 2021, infine, pur mantenendo alcune attività sia a Configni sia a Pereto, è stata avviata la collaborazione con il Comune di Orvieto che da quest'anno ospita il festival individuando inoltre, in partnership con la Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto, la nuova sede delle nostre attività presso Palazzo Negroni, nel centro storico della città umbra».
Oggi quindi la vostra associazione gestisce un’attività che viene declinata nei tre fronti rappresentati dal festival, dall’Accademia e dall’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani…
«Esatto. Mentre il festival si svolge in estate nell’arco di due settimane, tra eventi e masterclass, l’attività dell’Accademia, che vede coinvolti docenti di fama internazionale, si svolge da novembre a giugno. A queste due realtà si aggiunge anche l’attività dell’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani, che da quest’anno avrà una vera e propria stagione concertistica pensata e ospitata anche presso il Teatro Mancinelli di Orvieto».
Un’attività articolata, che vede nell’impegno didattico dell’Accademia e nelle iniziative concertistiche i fronti di impegno principali: come avete affrontato il periodo di restrizioni dovute alle misure anti pandemia?
«Anche noi, come tante altre realtà, abbiamo fatto i conti con le attività didattiche a distanza, mediate dai diversi strumenti online che tutti abbiamo imparato a conoscere così bene. Inoltre, per far fronte a questi mesi di lockdown che ha colpito lo spettacolo dal vivo è nato il nuovo progetto denominato Antecedente, un vero e proprio webfestival in cui numerosi artisti ospiti si sono esibiti in concerti, progetti di teatro, dialoghi con il pubblico e incontri di approfondimento. In quel periodo iniziale era attivo e molto presente nella vita artistica di tutti noi il dibattito sulle forme di concerto alternative a quelle in presenza (i concerti in streaming, per intenderci). La scelta che abbiamo fatto allora è stata di organizzare una rassegna di concerti in cui gli artisti venissero retribuiti per la loro esibizione, anche se erano esecuzioni solamente in video; ora questa scelta viene data per scontata, ma non è sempre stato così, anzi in particolare in quel primissimo periodo non era facile capire come muoversi e che decisioni prendere a livello organizzativo, e le discussioni sull’utilizzo della musica in streaming erano molto accese. Tutti noi come festival siamo felici della scelta che abbiamo fatto in quel momento difficile e siamo convinti che il sostegno agli artisti sia necessario e fondamentale in qualsiasi forma esso si renda disponibile. Ovviamente ritengo che il video possa essere unicamente un valido alleato e un’integrazione dell’esecuzione dal vivo, che a sua volta comunque non può e non dovrà mai essere sostituita».
«Ovviamente ritengo che il video possa essere unicamente un valido alleato e un’integrazione dell’esecuzione dal vivo, che a sua volta comunque non può e non dovrà mai essere sostituita».
«Infine dunque, pure attraverso tutte le difficoltà del 2020, la nostra crescita artistica ci ha fatto approdare a Orvieto, luogo nel quale, grazie alla già citata convenzione stretta con il Comune, abbiamo ottenuto la concessione degli spazi sia per l’Accademia, sia per il festival estivo e per l’Orchestra».
Venendo al festival, quali sono i caratteri principali dell’edizione 2021?
«Il festival è concepito come sempre per offrire un’ampia diversità di temi, programmazioni e provenienze artistiche. Anche quest’anno infatti alla presenza di solisti e gruppi da camera affermati in tutta Europa si affiancherà la valorizzazione di giovani talenti nazionali e internazionali, e il programma è pensato per offrire al pubblico uno spettro artistico più ampio possibile, spaziando tra la musica e il teatro, con eventi interattivi, nonché le arti figurative, musica antica, un galà lirico e prime esecuzioni di Nuova Musica. L’obiettivo che il festival intende portare avanti è quello di raggiungere un pubblico eterogeneo che partecipi a costruire una cultura musicale comune, a favorire l’incontro tra generazioni e un dialogo interculturale, in uno scambio di storie personali che arricchisca umanamente e artisticamente. Titolo di questa edizione e tema portante dell’intero cartellone sarà “Coincidenze”».
Come mai proprio “Coincidenze?
«È un termine che porta con sé molti significati. La coincidenza è il caso ma anche la sovrapposizione di più elementi o circostanze, l’unione di intenti e di obiettivi. Ma anche il punto di incontro di percorsi diversi tra loro, il ritrovarci tutti in un’unica dimensione comune che ci appartiene e che al tempo stesso condividiamo con chi ci è vicino o è tornato ad esserlo.
La principale Coincidenza di quest’anno è che al celebratissimo anniversario Dantesco corrisponda anche l’anniversario dei 100 anni dalla nascita di Leonardo Sciascia, e per questa bella e strana casualità abbiamo pensato a diversi eventi dedicati. Ma non è questa l’unica coincidenza del Festival».
Dante e Sciascia... Tra queste “coincidenze” emergono appunto intrecci tra alcune ricorrenze musicali da un lato e il mondo della letteratura dall’altro, rappresentato da personaggi anche molto differenti tra loro.
«Esattamente. Pensando alla variegata articolazione che abbiamo voluto dare al festival, possiamo segnalare tra gli appuntamenti di apertura la presenza del Quartetto di Cremona, una delle realtà cameristiche italiane più interessanti a livello internazionale, che porterà in scena Verdi e Saint Saens, scelti come omaggio al 120° anniversario dalla morte del primo e al 100° anniversario dalla morte del secondo. Il festival proseguirà con una grande e importante novità: la prima edizione del Premio AISICO per l’Arte e la Cultura. Il 4 settembre il Teatro Mancinelli ospiterà un Galà Lirico con la consegna del Premio al tenore Francesco Meli e al soprano Serena Gamberoni. Gli artisti, che ormai da anni calcano le scene dei più importanti teatri del mondo, in questa occasione si esibiranno in un concerto in cui sarà possibile ascoltare alcune delle arie della nostra tradizione lirica. Il Premio AISICO per l’Arte e la Cultura, voluto e promosso dalla società AISICO S.r.l., sponsor principale del festival, verrà conferito ogni anno dal comitato artistico del festival alle personalità che si siano distinte in maniera evidente e riconoscibile nel loro ambito artistico e culturale e che lascino un’impronta, grazie al loro operato, nel nostro tempo».
«Il Premio AISICO per l’Arte e la Cultura verrà conferito ogni anno dal comitato artistico del festival alle personalità che si siano distinte in maniera evidente e riconoscibile nel loro ambito artistico e culturale e che lascino un’impronta, grazie al loro operato, nel nostro tempo».
«Fabrizio Catalano, scrittore, drammaturgo, regista e attore, nonché nipote di Leonardo Sciascia, terrà la conferenza “Leonardo Sciascia e la bellezza politicamente scorretta” in cui ripercorrerà la poetica del grande intellettuale siciliano, mettendola in relazione con il concetto del politicamente scorretto all’interno del mondo culturale. Seguirà il concerto che prende il titolo dal festival, “Coincidenze” appunto. Questo spettacolo è una coproduzione ideata dal festival della Piana del Cavaliere, in collaborazione con tre importantissimi festival a livello europeo: l’accademia Chigiana di Siena, il festival Gaudeamus di Utrecht e il festival Impuls di Berlino. Una coincidenza di intenti e di pensiero realizzatasi concretamente nella commissione di tre lavori per orchestra e voce recitante, su testi di Dante e Sciascia. Le commissioni di questi brani sono state affidate a tre giovani compositrici scelte rispettivamente dai festival partecipanti al progetto: Daria Scia per Accademia Chigiana, Livia Malossi per Gaudeamus, Beste Ozcelebi per festival Impuls. L’esecuzione orchestrale sarà affidata alla Filarmonica Vittorio Calamani, orchestra residente del festival e diretta da Hossein Pishkar. I testi saranno interpretati da Giovanni Drago, giovane attore appena diplomato alla Scuola Ronconi del Piccolo Teatro di Milano».
«Artisti di fama internazionale saranno i protagonisti del cartellone del secondo fine settimana del festival. Il 10 settembre gli archi dell’Orchestra Filarmonica Calamani accompagneranno una seconda produzione inedita del festival: Storia di un Gesù, racconto di coincidenze artistiche che hanno permesso a Pier Paolo Pasolini di incontrare colui che sarà il protagonista de Il Vangelo secondo Matteo. Straordinariamente il tema di questo spettacolo anticipa l’anniversario dei 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, che cadrà nel 2022. L’ideazione e il testo di questo spettacolo sono del musicologo, scrittore, nonché voce storica di Radio3 Guido Barbieri, il quale sarà anche la voce recitante dello spettacolo. La parte musicale della serata è affidata a Massimo Mercelli, flautista con una carriera solistica internazionale che lo ha portato a collaborare con i più grandi compositori del nostro tempo, che si esibirà come solista insieme alle prime parti dell’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani. Partecipa a questa edizione del Festival un altro concerto d’eccezione: i Virtuosi del Teatro alla Scala, gruppo cameristico di eccellenza mondiale, saranno in concerto l’11 settembre nella cornice scenografica del sagrato del Duomo di Orvieto».
«Infine, anche quest’anno sarà il maestro Hossein Pishkar a dirigere l’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani nel concerto di chiusura del festival, in programma il 12 settembre al Teatro Mancinelli con la sinfonia n. 45 di F. J. Haydn e la sinfonia n. 2 di L. v. Beethoven. In questa occasione la coincidenza si lega alle radici dell’Orchestra e alla storia del festival. Nel 2021, infatti, ricorre anche l’anniversario dei 100 anni dalla nascita di Vittorio Calamani, uomo dal quale prende il nome l’Orchestra. Questo concerto è dedicato alla sua memoria, con grande gratitudine e riconoscenza. Con l’esecuzione della celeberrima Sinfonia degli addii di Haydn, l’orchestra uscirà dal palcoscenico lasciando il pubblico da solo in sala alla fine dell’ultimo movimento. Gesto significativo per esprimere la volontà di lasciarsi alle spalle un passato recente, in cui molti artisti si sono ritrovati a doversi esprimere senza il pubblico in sala quando, in realtà, ognuno di noi esiste in virtù della presenza dell’altro».
Il programma dettagliato del festival si può consultare sul sito www.festivalpianadelcavaliere.it.