Secondo le stime dell'IFPI, il consumo di musica in Italia nel 2007 è stato pari al 2% del mercato mondiale (ottavo posto della graduatoria generale). Un dato quasi allarmante se rapportato al 35% degli Stati Uniti (primo posto), 16% del Giappone (secondo posto), 10% del Regno Unito (terzo posto) e 8% della Germania (quarto posto). Le informazioni sostanzialmente non mutano per quanto riguarda l'indice di spesa procapite annua investita per la compravendita di strumenti musicali, sempre nell'anno 2007. Secondo i dati Namm, in un mercato mondiale che ha registrato un valore di18 milioni di dollari, l'Italia rappresenta sempre solo il 2%, contro il 2% degli Stati Uniti, il 16% del Giappone, il 6% della Germania e il Regno Unito, 5% della Francia. È fondamentale tener presente che l'investimento disposto per uno strumento musicale è in relazione con la formazione musicale. I dati si chiariscono, così, se valutiamo che il 4% italiani suona uno strumento, contro il18% in Inghilterra e il 50% della Germania I dati non sono da leggere però solo in modo negativo. Nel 2007, infatti, il numero di diplomati in Conservatorio è aumentato, così come il consumo di strumenti e di accessori musicali (1,4%). In un simile contesto è chiaro che la Musica fa parte del PIL; che essa è in rapporto con l'intera economia del paese (anche in rapporto al mondo discografico; alla partecipazione agli spettacoli e così via). Ma è chiaro anche che oggi in Italia la rilevanza oggettiva del mondo della musica è molto al disotto della sua capacità d'azione. Secondo quanto ha recentemente dichiarato anche Cippoloni, investire in conoscenza significa aumentare il tasso di rendimento economico e sociale di un paese. La cultura, infatti, influisce sullo sviluppo della persona e della personalità, favorire il consorzio umano e la coesione. La cultura non educa alla furbizia, ma incide sulla mentalità. Il sapere educa alla libertà. L'attività intellettuale ha, quindi, una funzione formativa ed è fondamentale per un paese. La Musica si inserisce pienamente in questo contesto, anche per la gestione pubblica di questo sapere. È una componente educativa che sta alla base del genere umano. Dopo la recente riduzione dei fondi e dei tempi da destinare alla scuola è diventata necessaria una razionalizzazione degli stessi. Fortunatamente la musica è comunque in espansione in Italia, grazie alle risorse regionali e comunali. Ma è importante che essa diventi disciplina curriculare. Per far sì che ciò avvenga è importante far applicare i regolamenti sull'autonomia scolastica ed esigere che il 20% da destinare alle attività formative sia applicato ad attività musicali, in ogni ordine e grado. A questo fine, il comitato per la musica pratica sta uscendo dallo stato di 'ibernazione estiva', impegnandosi in forme di collaborazioni tra associazioni istituzioni ed enti privati.
La musica, risorsa per l'Italia
L'intervento di Luigi Berlinguer al convegno "La musica e le professioni della musica" (Verona, 27 novembre 2009)
Articolo
classica
Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche
classica
Dal 20 al 30 novembre si esibiranno in gara 120 giovani pianisti Under 30 negli showroom Steinway & Sons, il nuovo formato di preselezione del Concorso Busoni, le cui finali si terranno a Bolzano dal 27 agosto 2025.
Articolo in collaborazione con Fondazione Busoni
classica
Avete già sentito parlare di Gatti, Stuck, Guido, Bembo o ancora Lorenzani?