Incastonato in una ricca stagione la quale, avviata lo scorso mese di ottobre, offre un cartellone con 16 appuntamenti che arrivano al prossimo giugno 2023, il doppio concerto previsto per il 18 e 19 novembre rappresenta uno degli eventi principali della Stagione Sinfonica della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Si tratta di due serate che offrono la preziosa occasione di seguire Kent Nagano alla guida dell’Orchestra Haydn nell’interpretazione de La Creazione di Joseph Haydn.
Composta tra gli anni 1796-1798, durante uno dei soggiorni londinesi di Haydn, l’oratorio La Creazione ebbe una prima esecuzione privata nei giorni 29 e 30 aprile 1798 nel palazzo Schwarzenberg di Vienna, mentre l’esecuzione pubblica ebbe luogo il 19 marzo del 1799 al Karntnerthor Theater di Vienna, con un grande successo protrattosi nel tempo. Il libretto attinge a due fonti quali la Bibbia (Genesi, Salmi) e il poema di John Milton Paradiso perduto, che il compositore fece tradurre, alquanto liberamente, in tedesco dal Barone van Swieten per trarne un oratorio dal segno decisamente personale.
Il capolavoro del maestro austriaco verrà eseguito in esclusiva italiana venerdì 18 novembre a Bolzano (Teatro Comunale, ore 20) e sabato 19 a Trento (Auditorium S. Chiara, ore 20.30). A completare la compagine artistica le voci di Marie-Sophie Pollak (soprano), Julian Prégardien (tenore), David Steffens (basso) e dell’Audi Jugendchorakademie.
Come evidenzia Giorgio Battistelli, direttore artistico della Stagione Sinfonica della Fondazione Haydn, il cui incarico è stato esteso fino al 2026 «Joseph Haydn è l’asse portante della programmazione che ho pensato per la Stagione Sinfonica di Bolzano e Trento, nel senso che per riaffermare l’identità dell’Orchestra è importante porla come l’interlocutrice privilegiata di quei direttori in grado di esaltarne le peculiarità proprio come interprete di Haydn. Questo aspetto ha convinto Kent Nagano ad accettare di condividere un progetto specifico che svilupperà anche l’idea dell’orchestra intesa come un faro, una torre di avvistamento che segnala la navigazione, un punto di riferimento per l’interpretazione della musica oggi».
Oltre a La Creazione, Kent Nagano dirigerà in giugno 2023, a chiusura della Stagione Sinfonica della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, Le ultime sette parole di Cristo sulla Croce. In questa prospettiva abbiamo rivolto alcune domande allo stesso Nagano, per farci raccontare i caratteri di questo progetto triennale dedicato alla figura di Haydn, dell’imminente concerto del 18 e 19 novembre e altro ancora.
In cosa consiste il suo progetto triennale con la Fondazione Haydn?
«Il rapporto che si è costituito tra me e l’Orchestra Haydn è fondato su una visione musicale e culturale. Il progetto triennale che abbiamo intrapreso mi vede nel ruolo di curatore e il mio auspicio è che, attraverso l’esecuzione di particolari e specifici programmi frutto di un’ampia ricerca musicale e drammaturgica, potremo valorizzare musicalmente l’eccezionale storia culturale che nutre la tradizione di quell’importante territorio tirolese ed europeo rappresentato dalle città di Bolzano e Trento. È attraverso questo storico crocevia alpino che, sin dagli albori della civiltà europea, si è sviluppato un punto di incontro nodale tra est, ovest, nord e sud. È di questo ricco e rilevante patrimonio culturale che l'Orchestra Haydn incarna il ruolo di ambasciatore».
Quali sono per lei le caratteristiche principali della Creazione di Haydn, brano che dirigerà i prossimi 18 e 19 novembre?
«Sebbene sia un’opera ispirata da testi biblici e dal Paradise lost di John Milton nella libera traduzione tedesca di Gottfried van Swieten, è anche un’opera umanitaria che riflette l’Europa della fine del XVIII secolo mentre stava subendo i cambiamenti derivanti dalla rivoluzione industriale e dalla maturità dell’età socioculturale dell’Illuminismo. L'interrelazione tra i centri europei è diventata significativamente più forte e, in qualche modo, il racconto restituito da Haydn con La Creazione è un riflesso dei nuovi ideali di un’Europa moderna. Ispirato dagli oratori di Händel basati sull'Antico Testamento, che erano estremamente popolari a Londra, nella sua Creazione e nelle Stagioni, Haydn invece di imitare Händel cercò di riunire la Natura manifestata da Dio con gli aspetti razionali e scientifici del pensiero illuminista per incarnare un ideale europeo nell’espressione unitaria di questi concetti. Il risultato artistico di Haydn ebbe un profondo successo di pubblico sia a Londra che nei principali centri europei e formò un modello che avrebbe influenzato la composizione fino ad oggi».
«…il racconto restituito da Haydn con La Creazione è un riflesso dei nuovi ideali di un’Europa moderna».
Passando a un livello più generale, quali sono secondo lei le qualità specifiche che un direttore d’orchestra deve possedere oggi
«A mio avviso il ruolo del direttore d'orchestra oggi non è sostanzialmente cambiato rispetto al passato. Si tratta di un modello di musicista a tutto tondo, dotato di una profonda conoscenza del repertorio del passato, così come di quello del presente. Un interprete capace di un coinvolgimento attivo nel dialogo con i compositori di oggi, che scrivono musiche che potranno formare un potenziale repertorio futuro, e a suo agio nei vari linguaggi musicali e stilistici. Un musicista sensibile al potenziale di ogni membro dell’orchestra e dotato di efficace capacità di leadership, oltre all’attitudine a una comunicazione che non riguarda solo i colleghi e professionisti, ma che sia capace di dialogare con il pubblico in generale, pubblico che viene servito dal direttore stesso».
Oltre ad essere Direttore Musicale Generale dell'Opera di Stato di Amburgo e Direttore Principale della Philharmonisches Staatsorchester Hamburg, ha diretto prestigiose orchestre in tutto il mondo: quali sono le differenze tra il pubblico nei diversi paesi?
«Un musicista ha sempre un contatto istantaneo con il pubblico, indipendentemente dal continente o dal paese in cui si esibisce. Sarebbe importante ricordare che un’esibizione non è solo unilaterale, ma è piuttosto una conversazione creativa tra il compositore, l’esecutore e il pubblico. Il modo di rispondere a un’esibizione potrebbe essere diverso, ma per quanto mi riguarda, personalmente sento che il pubblico è comunque coinvolto con noi musicisti nel corso di un’interpretazione».
«Sarebbe importante ricordare che un’esibizione non è solo unilaterale, ma è piuttosto una conversazione creativa tra il compositore, l’esecutore e il pubblico».
«Proprio come ogni individuo è diverso, anche ogni pubblico è diverso, non solo tra paesi differenti ma anche tra le varie orchestre all’interno del medesimo paese. Nel caso in cui, in virtù di un’area metropolitana particolarmente vasta, si possano ospitare diverse grandi orchestre all’interno della stessa città, anche in questo caso ciascuna avrà il proprio pubblico».
«È davvero toccante quando una parte del pubblico si identifica con un’orchestra in modo tale da poterla chiamare “mia” o “nostra” orchestra, in quanto è una conferma della profondità e della ricchezza dell’umanità. Al di là delle influenze e dei benefici della globalizzazione, le arti aiutano a riflettere sulle radici dell’umanesimo e il suo contesto culturale».
«Al di là delle influenze e dei benefici della globalizzazione, le arti aiutano a riflettere sulle radici dell’umanesimo e il suo contesto culturale».
Che consiglio darebbe a un giovane oggi impegnato nella carriera di direttore d'orchestra?
«A un giovane direi: impara il repertorio, quanti più capolavori possibili. Assisti al maggior numero possibile di spettacoli dal vivo in tutti i generi: recital, musica da camera, vocale, strumentale, corale. Studia bene e a fondo: devi conoscere perfettamente la partitura. Come leader hai la responsabilità di conoscere ogni nota, ogni dinamica, e le loro funzioni all’interno della composizione, poiché sei l’unico ad essere immerso nella prospettiva dell’opera nella sua interezza».
Lei è uno dei direttori più conosciuti e apprezzati: che rapporto ha con il suo pubblico?
«È estremamente emozionante il fatto che il pubblico viaggi regolarmente da diverse città, a livello internazionale e persino intercontinentale, per assistere alle mie esibizioni. Io mi sento privilegiato e onorato di servire questo pubblico».
Il concerto del 18 novembre verrà trasmesso in diretta su RAI Radio3 Suite. Per informazioni sui concerti della Stagione Sinfonica della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento: www.haydn.it.