Jani Christou a cinquant’anni dalla morte

Un ricordo del compositore greco morto nel 1970, a soli 44 anni; sei compositori contemporanei lo omaggiano a Monaco

Jani Christou
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L’8 gennaio di cinquant’anni fa, nel giorno del suo quarantaquattresimo compleanno, il mondo musicale ha perso uno dei talenti più originali e straordinari che il Novecento abbia conosciuto: il compositore greco Jani Christou.

Tra le iniziative volte a ricordare la figura e l’arte di questo singolare compositore, troppo spesso dimenticato, si fa largo un interessante progetto promosso dalla Biennale di Monaco, che vedrà la luce il prossimo 16 maggio in coproduzione con la Deutsche Oper di Berlino e l’Ensemble DissonArt di Salonicco. 

Nell’ultimo periodo della sua vita, Christou annotò sotto forma di schizzi più di 130 composizioni da sviluppare in un secondo momento, riuscendo però a realizzarne solamente tre prima della sua scomparsa. Ora che questo patrimonio è stato reso accessibile, diviene il punto di partenza per nuove idee e creazioni teatrali. Nel realizzarle, il regista greco Michael Marmarinos si propone per la prima volta di porre in contatto diretto la creatività di sei tra i maggiori compositori di teatro musicale con gli schizzi di Christou. Ne deriva un’opera unica in sei parti, ognuna caratterizzata dall’incontro tra il linguaggio musicale di Beat Furrer, Barblina Meierhans, Olga Neuwirth, Younghi Pagh-Paan, Samir Odeh-Tamimi e Christian Wolff e il mondo immaginato da Christou, aprendo nuove e inedite prospettive.

Jani Christou nasce a Eliopoli, sulla sponda orientale del Nilo, l’8 gennaio 1926 da genitori greci. Dopo aver frequentato l’English School ad Alessandria d’Egitto, nel 1945 intraprese gli studi filosofici al King’s College di Londra, prima di giungere a Cambridge sotto la guida di Ludwig Wittgenstein e Bertrand Russell. La sua attrazione per la musica si esprime sin da subito nello studio del pianoforte e della composizione, seguendo i corsi di armonia e contrappunto di Hans Ferdinand Redlich, allievo di Alban Berg. Dopo la laurea in filosofia, nel 1949 arrivò in Italia per frequentare l’Accademia Chigiana di Siena, dove ebbe il suo primo incontro con Angelo Francesco Lavagnino, compositore e celebre autore di colonne sonore di documentari e film. In questo periodo Christou si sposta tra Roma e Gavi, dove risiedeva il suo insegnante, prima di tornare a Siena l’anno successivo.

Incoraggiato dal fratello Evanghelos, scomparso prematuramente in un incidente d’auto nel 1956, Jani Christou si interessò anche di psicologia, partecipando ad alcune conferenze in Svizzera tenute da Carl Gustav Jung, insegnante del fratello. Dopo la sua morte, Jani raccolse i suoi scritti pubblicandoli postumi nel volume Il logos dell’anima (1963).

Stabilitosi in Egitto nel 1951, Christou si dedica a tempo pieno alla composizione. Qui nel 1956 sposa la pittrice Theresia Horemi che lo sosterrà sia sul piano musicale che nei suoi studi allargati ora anche all’antropologia, oltre che alla religione, storia e occultismo. Sconvolto per la morte di Evanghelos, Christou vagherà tra Egitto e Grecia, prima di stabilirsi definitivamente nella capitale Atene.

Dal 1960 i suoi interessi si fondono in un nuovo modo di vivere la musica, una sorta di linguaggio meta-musicale sempre più ricco di simboli grafici da riversare nella pratica rituale della performance. Una ricerca che porta Christou a estendere la sintassi musicale al punto che i confini tra musica, teatro e vita quotidiana arrivino a fondersi.

Nell’ultima parte della sua vita, la musica di Christou gode di grande notorietà, eseguita sui palcoscenici dei festival più prestigiosi a livello internazionale. Per il mese di aprile del 1970, il Bach Festival di Londra pianifica la prima esecuzione assoluta della sua nuova opera, tratta dall’Orestea di Eschilo. Un imponente rito teatrale per attori, cantanti, danzatori, coro, nastro magnetico ed effetti visivi, sintesi della ricerca creativa di Christou.

L’8 gennaio dello stesso anno Jani Christou muore vittima di un incidente stradale a pochi chilometri da Atene, di ritorno dai festeggiamenti del suo compleanno. Così come per l’amato fratello Evanghelos, lo stesso destino porrà fine anche alla vita della moglie, a dieci giorni di distanza dal marito, lasciando soli i tre figli.

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