Il sogno di Olga

Olga Peretyatko dal 14 aprile canta I Puritani al Regio di Torino

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Da qualche anno la sua casa è l'Italia, ma la soprano Olga Peretyatko, nativa di San Pietroburgo, è raro ormai poterla vedere sulle scene nostrane da quando si è imposta come una delle voci (e delle personalità) più interessanti degli ultimi anni. Un'occasione sarà il suo debutto torinese il prossimo 14 aprile come Elvira nei Puritani, un ruolo nel quale si è cimentata per la prima volta nel 2012 a Parigi e con cui ha trionfato alla Metropolitan Opera di New York nella scorsa stagione.


Olga Peretyatko nei Puritani al Metropolitan

La incontriamo in un assolato pomeriggio di febbraio nel suo camerino dell'Opéra di Losanna alla fine dell'ultima recita della sua prima Traviata, che come le altre si è conclusa con un altro successo personale. «Ho cantato nei mutandoni della Devia!» scherza, parlando del costume indossato anche dal soprano ligure nella tappa genovese della produzione firmata da Jean-Louis Grinda per Montecarlo, la stessa vista a Losanna. Intimo a parte, un legame di profonda stima lega i due soprani: «Mariella Devia è la mia stella», ci confessa con trasporto. «Anch'io vorrei arrivare alla sua età mantenendo la sua forma vocale splendida. Quella è tecnica.» E proprio con la Devia, Olga Peretyatko ha studiato il ruolo e preparato questo debutto insolito rispetto al repertorio da soprano lirico leggero che l'ha imposta sui maggiori palcoscenici internazionali: «Mariella non aveva alcun dubbio che potessi affrontare questo ruolo. Abbiamo lavorato su alcuni passaggi potenzialmente problematici per la mia voce. Lei è stata Violetta in moltissime occasioni e conosce perfettamente le difficoltà del ruolo e le difficoltà di una voce come la mia, che è simile alla sua. Sono strafelice di lavorare con lei! Temevo soprattutto l' "Amami Alfredo" e il concertato alla fine del secondo atto. Ho superato tutti i problemi e ora mi godo ogni nota di questo ruolo» confessa, mentre nega decisa che per rendere musicalmente Violetta occorrano tre vocalità differenti: «Questa storia delle tre voci non è vera. Devi cantare tutto con la tua voce. Devi solo aspettare di poter cantare questo ruolo e in maniera credibile in tutti e tre gli atti.» Anzi, lei che è abituata alle acrobazie vocali rossiniane, sostiene che «Musicalmente non è un ruolo difficile. Quello che è davvero complesso è la resa psicologica del personaggio. L'anno scorso è morta mia nonna, alla quale ero molto legata. Che tu lo voglia o no, finisci per usare queste esperienze. Le sono stata vicina durante i suoi ultimi giorni e ricordo che era stanchissima quando faceva anche solo tre passi. Non volevo usare questa esperienza, ma di fatto questo ricordo è entrato nel mio personaggio. Del resto, soltanto usando delle esperienze reali riesci a essere credibile in scena».


Olga Peretyatko nei Puritani al Metropolitan

È scontato chiederle se sia contenta del risultato («Certo! La mia unica preoccupazione è che ora vorrò cantare solo Violetta!»). Meno scontato è invece se questa scelta sia il segno di una sua volontà di spostarsi su un repertorio più da "soprano-soprano", un'evoluzione quasi naturale per molte sue colleghe: «Ma io sono un soprano-soprano! I miei prossimi impegni prevedono diverse Lucie, l'Elvira dei Puritani e ancora Gilda e Adina, e poi Rossini per il ritorno alla Scala in luglio dopo La fidanzata dello Zar questa volta con Otello di Rossini ancora con Gregory Kunde e Juan-Diego Florez come sette anni fa al ROF. E nell'immediato ancora Traviata a Baden-Baden a maggio con la regia di Rolando Villazón. Sono tutti ruoli ai quali sono molto legata. E va bene così: un po' di Verdi e tanto belcanto!» A proposito di belcanto, a Torino presto l'aspetta di nuovo Elvira. Ci racconta che la proposta da Torino è arrivata subito dopo il debutto nel ruolo a Parigi nel 2012, prima di sapere che sarebbe stato il marito Michele Mariotti a dirigerla. «Quando ha ricevuto anche lui la proposta dal Regio, Michele mi ha chiesto: "Che ne pensi se lavorassimo insieme?" C'è qualcuno che lo dirige meglio di lui?» e ride. «Michele adora Torino ma io ancora non la conosco. Con il Regio invece ho cantato solo una volta non a Torino ma in una tournée a Wiesbaden nell'Elisir d'amore». Com'è lavorare con suo marito? «Non è solo piacevole lavorare con lui e perché finalmente staremo due mesi insieme dopo lunghi periodi di lontananza ai quali ci costringono le nostre carriere. In generale ci diamo molti consigli reciproci. Gli indico dove prendere fiato, do consigli sul fraseggio, sul modo di cantare di colleghi che conosco e così via. Parliamo tantissimo anche di musica anche a casa, anche cucinando!».

Mentre i fan la aspettano per festeggiarla nel foyer des artistes, resta giusto il tempo di chiederle qualcosa sui suoi progetti futuri. Si dice che presto indosserà i panni della regina Semiramide ... «Non è ancora confermata. Sarà in un teatro italiano ma non si sa in quale stagione (la programmazione in Italia, soprattutto di questi tempi, è molto problematica). Invece è confermato che farò le tre protagoniste femminili dei Contes d'Hoffmann in Francia. In realtà, ho già debuttato tutti i ruoli che volevo e non ne ho molti di nuovi. Mi resta la voglia di fare la Manon di Massenet. E prima o poi le farò, delle tre regine di Donizetti ma non c'è fretta. Il treno è già partito, ma l'importante è anche non cantare troppo».

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Articolo in collaborazione con Fondazione Busoni

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