Il Palazzetto Bru Zane riprende il filo di Fauré

A Venezia dal 23 marzo al 23 maggio 2024 Il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française celebra il compositore con artisti d’eccellenza e prestigiose collaborazioni in occasione del centenario della morte

In collaborazione con Palazzetto Bru Zane
Gabriel Fauré nel giardino del Conservatorio di Parigi, 1918 (Gallica - Bibliothèque nationale de France)
Gabriel Fauré nel giardino del Conservatorio di Parigi, 1918 (Gallica - Bibliothèque nationale de France)
Articolo
classica

«Fauré offre ai musicisti francesi un esempio ineguagliabile di sincerità e genuinità. Non seguendo le mode né ascoltando gli aspiranti consiglieri, procedeva senza freni alla ricerca della bellezza. Rimase semplice, combinando immaginazione appassionata e lucidità mentale. Quando si ascolta la sua musica si ha sempre la certezza di aver raggiunto un apice, di aver raggiunto la perfezione». Descriveva con queste parole la musica del grande compositore francese Charles Koechlin, uno dei numerosi allievi delle sue classi di Composizione al Conservatorio di Parigi con Florent Schmitt, Nadia Boulanger e Maurice Ravel. A Fauré e ai suoi allievi più illustri rende omaggio il Palazzetto Bru Zane nel ciclo di primavera intitolato “Il filo di Fauré” in programma a Venezia dal 23 marzo al 23 maggio 2024, nella ricorrenza del centenario della morte del compositore.

John Singer Sargent, Ritratto di Gabriel Fauré (1889 circa, Musée de la musique)
John Singer Sargent, Ritratto di Gabriel Fauré (1889 circa, Musée de la musique)

Talento precoce, ha solo nove anni quando nel 1854 abbandona la famiglia per entrare nella Scuola di musica classica e sacra fondata nel 1853 a Parigi da Louis Niedermeyer con l’obiettivo di opporsi all'invasione dell’arte profana nel dominio sacro, diffondendo tutti gli aspetti della musica religiosa: canto gregoriano, pianoforte, organo, accompagnamento, scrittura e storia della musica. Nella Scuola Niedermeyer, il piccolo Fauré si forma nelle classi di organo con Clément Loret, di pianoforte con Camille Saint-Saëns (che del suo allievo disse: “È privo di un difetto che per un artista è una qualità: l’ambizione”) e di composizione dello stesso Niedermeyer. Alla fine degli studi nel 1865, dedicarsi alla musica sacra è una scelta quasi obbligata: è Maestro di cappella e quindi organista presso la chiesa della Madeleine. Allo stesso tempo, non disdegna la frequentazione dei salotti parigini dove si afferma grazie al suo talento di pianista e improvvisatore. Quando nel 1896 succede a Jules Massenet come docente di Composizione al Conservatorio di Parigi, di cui diventerà anche direttore fra il 1905 e il 1920, è già un compositore molto affermato.

Jean Béraud, L’uscita dal Conservatorio (1899, Musée Carnavalet)
Jean Béraud, L’uscita dal Conservatorio (1899, Musée Carnavalet)

Nonostante la sua produzione spazi in tutti i generi musicali, compreso il teatro musicale (notevole soprattutto la sua Pénélope del 1913 oggetto di numerose riprese negli ultimi anni) e un celebre Requiem del 1888, Fauré trovò la sua espressione più compiuta nel mondo intimista e raffinato della musica per pianoforte, da camera e delle mélodies. Proprio con questi due generi si apriranno i sette concerti della rassegna veneziana, inaugurata, come da tradizione, con due giorni consecutivi interamente dedicati alla musica.

Quatuor Strada (foto Thomas Baltès)
Quatuor Strada (foto Thomas Baltès)

Sabato 23 marzo saranno il Quatuor Strada, ensemble formato quattro solisti di fama internazionale provenienti da formazioni come il Quatuor Ysaÿe e l’Orchestre National de France, e il pianista Simon Zaoui ad aprire il festival presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista con un concerto intitolato “All’alba di una nuova era”. In programma il Quintetto con pianoforte in re minore n. 1 di Gabriel Fauré preceduto dal Quartetto con pianoforte in sol minore di Jean Roger-Ducasse, uno degli allievi più fedeli nella sua classe di composizione fra il 1898 e il 1900 e in seguito fondatore nel 1909 della Société musicale indépendante, di cui affidò all’antico maestro la presidenza onoraria, prima di assumere la docenza della classe di composizione lui stesso fino alla Seconda guerra mondiale. Il programma vuole simbolicamente rappresentare il passaggio di testimone fra due generazioni attraverso due composizioni scritte per lo stesso organico e le cui vicende compositive sono intrecciate: Fauré infatti si dedica alla composizione del suo Quintetto con pianoforte dal 1890 ma, insoddisfatto, lo abbandona per riprenderlo in seguito e presentarlo solo nel 1906 al Cercle Artistique di Bruxelles con il Quatuor Ysaÿe, mentre Roger-Ducasse inizia a comporre il suo Quartetto con pianoforte nel 1899 concepito come omaggio al suo maestro Gabriel Fauré, e lo presenta soltanto nel 1912.

Cyrille Dubois-Tristan Raës (foto Matteo De Fina)
Cyrille Dubois-Tristan Raës (foto Matteo De Fina)

Domenica 24 al Palazzetto Bru Zane saranno le mélodies al centro del programma “Maestro Fauré” con il tenore Cyrille Dubois e il pianista Tristan Raës, il duo già protagonista nel 2022 della registrazione integrale delle mélodies del compositore per l’etichetta Aparté. Maestro indiscusso del genere, la composizione di mélodies accompagnò Fauré lungo l’intero arco della sua parabola creativa da Le papillon et la fleur del 1857 su testo di Victor Hugo fino al ciclo L’horizon chimérique eseguito nel 1922, esempio concreto della sua concezione estetica, secondo cui “il ruolo della musica è proprio questo: far emergere il sentimento profondo che abita l’anima del poeta e che le frasi non sono in grado di trasmettere con precisione”. In quattro capitoli – L’instinct des sentiments, S’affranchir du Romantisme, Initier la modernité e L’héritage – Dubois e Raës proporranno un’antologia dal catalogo delle 111 composizioni di Gabriel Fauré accanto ad altre scritte dai suoi maestri o contemporanei, come Camille Saint-Saëns, Ernest Chausson e Henri Duparc, o da coloro che ne raccolsero l’eredità proiettando il genere nella contemporaneità, come Claude Debussy o gli allievi Nadia Boulanger, Jean Roger-Ducasse, Florent Schmitt fino a Maurice Ravel.

Duo Domo - CIMCL 2022 (foto Ludivine Morel)
Duo Domo - CIMCL 2022 (foto Ludivine Morel)

Dopo i due concerti inaugurali, la rassegna prosegue il 13 aprile con un concerto che segna l’inizio della collaborazione tra Palazzetto Bru Zane e Asolo Musica: all’Auditorium Lo Squero sull’Isola di San Giorgio Maggiore Hawijch Elders, Natanael Ferreira, Aleksey Shadrin e Frank Braley si esibiranno nei “primi quartetti” di Gabriel Fauré e del suo discepolo Georges Enesco. Il flauto sarà protagonista dell’appuntamento successivo il 19 aprile al Palazzetto Bru Zane, con un programma di sonate e brani da concorso, emblematici del repertorio ottocentesco per lo strumento. Il 7 maggio al Palazzetto Bru Zane sarà la volta del Duo Domo nel concerto “Ode al violoncello”, realizzato in collaborazione con il Concours International de Musique de Chambre de Lyon. Ancora al Palazzetto Bru Zane il 16 maggio tornano le mélodies, interpretate dai giovani artisti dell’Académie de l’Opéra national de Paris e il 23 maggio chiusura con composizioni per trio d’archi e pianoforte di Gabriel Fauré e Léon Boëllmann in collaborazione con l’Ensemble da camera dell’Accademia Teatro alla Scala.

Scuola Grande San Giovanni Evangelista (foto Matteo De Fina)
Scuola Grande San Giovanni Evangelista (foto Matteo De Fina)

Accanto ai concerti, martedì 9 aprile nella conferenza intitolata “La gondola dei sogni: Gabriel Fauré a Venezia” Luca Scarlini approfondirà l’incanto che Venezia esercitò sul compositore. Nel suo catalogo di mélodies, un posto speciale occupa il ciclo Cinq Mélodies de Venise op. 58 del 1891 su testi di Paul Verlaine nate durante la complessa gestazione del suo Quintetto con pianoforte in re minore n. 1 e dopo il soggiorno nella sontuosa dimora veneziana della principessa di Polignac, che una decina di anni più tardi ispirò il ciclo Venezia a Reynaldo Hahn, altro compositore stregato dal fascino decadente della città lagunare.

Lettura a prima vista alla Société musicale indépendante (fotografia pubblicata in “Musica”, giugno 1910)
Lettura a prima vista alla Société musicale indépendante (fotografia pubblicata in “Musica”, giugno 1910)

Pochi mesi prima della sua morte, un numero speciale della Revue musicale dedicato a Fauré scriveva: «La sua influenza è al tempo stesso segreta e potente. Questo professore di composizione, che ha formato i migliori musicisti di oggi, non ha certo imposto loro formule imperative. Non ha inserito l’estetica in un libro di testo, non ha redatto codici di armonia o contrappunto, eppure il suo insegnamento ha prodotto risultati infinitamente gustosi e ha formato tecnici di rara solidità artigianale». La rassegna veneziana con i suoi numerosi spunti sarà occasione preziosa per una conferma.

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