Il Mediterraneo a Macerata

Il Festival allo Sferisterio dal 22 luglio

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Coniugare il teatro musicale, anche nella sua cornice più mondana, con la denuncia e con l’impegno civile sembra da qualche anno a questa parte l’elemento più caratterizzante del Macerata Opera Festival, dal 22 luglio al 14 agosto all’Arena Sferisterio. E’ questa l’impronta che Francesco Micheli (nella foto piccola), direttore artistico al suo quinto mandato, dà ogni anno alla manifestazione maceratese, creando un filo rosso che colleghi le opere in programma in un comune messaggio. Che quest’anno, attraverso il titolo “Mediterraneo”, evoca i temi dell’integrazione tra i popoli del mare nostrum, da sempre crocevia di culture, di incontri-scontri tra popoli diversi eppur affini.
«Il mare Mediterraneo- dice Micheli- è luogo- palcoscenico di grandi saghe, da Omero in poi, oggi triste teatro del dramma dell’emigrazione. Otello di Verdi, opera inaugurale del Festival, narra la storia di un emigrato dall’Africa del Nord che da una condizione di miseria arriva a quella di condottiero: Otello, con la sua inquietudine, è una metafora forte del dramma odierno. Anche in Trovatore troviamo lo scontro tra etnie, in una vicenda ambientata nella penisola iberica ad inizio ‘400: l’avversione della famiglia dei Luna verso la zingara Azucena è l’inizio della catastrofe che travolgerà i personaggi. Infine in Norma , terza opera in cartellone, c’è di nuovo la storia di un popolo, quello romano, che si sposta per andare altrove, generando una serie di conflitti: interiori nelle due protagoniste femminili, aperti e cruenti tra popoli. Tutto ciò- il tema dell’emigrazione, lo scontro tra culture, l’integrazione tra i popoli- credo si riassuma nei versi di Boito: “E tu m’amavi per le mie sventure/ ed io t’amavo per la tua pietà”».

In Norma c’è poi molto di Medea, lo spettacolo firmato da Micheli che andrà in scena l’11 agosto nell’ambito del consueto Festival Off, che offre spettacoli ed eventi collaterali come La notte dell’Opera e il concerto di Bregovic. «Medea - continua Micheli- è uno spettacolo che coniuga materiali diversi: accanto ai miei testi e alla mia voce narrante saranno proiettati dei bozzetti di Dante Ferretti (maceratese tra l’altro) ispirati alle scenografie del film di Pasolini,che furono concepite proprio da lui. Daniela Dessì debutta nel ruolo della magnifica opera di Luigi Cherubini; sul palco dello Sferisterio verranno esposti i costumi originali realizzati da Piero Tosi e messi a disposizione dal Museo Tirelli, che furono della Callas. Accanto a lei l’attore Cesare Bocci nel ruolo di Giasone, dalla tragedia di Euripide. Tante Medee viaggiano nel Mediterraneo, lasciando la propria terra natale e le proprie tradizioni». Il ricavato della serata partecipa della raccolta fondi per il progetto “Milioni di passi”, a favore di profughi e migranti, partner Medici senza frontiere. Cast di sicuro richiamo per i tre titoli maceratesi: in Otello spiccano le voci del tenore americano Stuart Neill nel ruolo del titolo, di Roberto Frontali (Jago) e di Jessica Nuccio, voce ormai familiare allo Sferisterio; Maria José Siri, soprano molto apprezzato che aprirà tra l’altro la prossima stagione scaligera in Butterfly, sarà Norma, accanto a Sonia Ganassi (Adalgisa); mentre in Trovatore Leonora sarà interpretata da Anna Pirozzi, già applaudita nella scorsa stagione, che sosterrà lo stesso ruolo al Covent Garden prima dell’arrivo a Macerata. Anche le direzioni musicali saranno affidate a nomi molto solidi, come Daniel Oren in Trovatore e Riccardo Frizza in Otello ; il giovane Michele Gamba, assistente di Daniel Baremboim e collaboratore di Antonio Pappano, dirigerà invece Norma .

Sul versante della regia il Macerata Opera Festival si conferma luogo di ricerca e di sperimentazioni: «Francesco Micheli - sottolinea il sovrintendente Luciano Messi, nominato in questa carica qualche mese fa – sa rileggere i titoli del grande repertorio in chiave attuale, ribadendo il valore senza tempo delle opere che vanno in scena. Otello, regia di Paco Azorin, è coprodotto con il Festival Castell de Peralada ed è vincitore del premio Campoamor del 2015; Norma , in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo, debutta invece a Macerata, ed è diretta da due giovani registi-attori della scuola siciliana di Emma Dante, che sono Luigi di Gangi e Ugo Giacomazzi; Trovatore infine è la ripresa della fortunatissima edizione del 2013, regista Francisco Negrin».
La coproduzione non è l’unico strumento che viene utilizzato per avere un bilancio in positivo, come spiega appunto Messi: «Il bilancio 2015 è di tre milioni e settecentomila euro, di cui i contributi pubblici (un milione e settecentomila) sono stati inferiori all’autofinaziamento, (due milioni e centomila) che proviene per un milione dalla biglietteria, per 600 mila euro dagli sponsor e per 500mila euro dai noleggi degli allestimenti e dall’organizzazione di spettacoli anche al di fuori del Festival, che mettono a frutto il know how del nostro Teatro. Questo ci consente di non perdere terreno sul fronte dei mezzi produttivi anche quando il sostegno degli enti pubblici subisce un calo. Il contenimento della spesa per gli spettacoli (due milioni e 400 mila euro lo scorso anno, pochissimo, considerando le dimensioni degli spettacoli e il numero delle maestranze-500- che lavora al Festival) grazie anche alla capacità di fare sistema sia a livello locale che nazionale e internazionale, ci consente di avere un bilancio in positivo». L’autofinanziamento si avvale da quest’anno anche del progetto “Cento Mecenati”: «E’ un progetto di fundraising- continua Messi- attraverso cui lo Sferisterio accoglie donazioni liberali, grazie ad Art Bonus, la misura promossa dal governo per favorire il mecenatismo culturale con un credito di imposta al 65% in tre anni, che è andata a regime con l’ultima legge di stabilità. Abbiamo voluto promuovere un gruppo di Cento Mecenati, che attraverso una donazione annuale di almeno 1000 euro sostengano le attività dello Sferisterio, rievocando lo spirito dei “Cento Consorti”, le famiglie maceratesi che tra il 1820 e il 1829 sostennero finanziariamente la costruzione dello Sferisterio, come ricorda la scritta sulla facciata».

Le tre produzioni saranno affidate alla Fondazione Orchestra Regionale delle Marche (FORM) e al Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”.

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