Il duo Piccotti-Ciampa, da LAZIOSound alla carriera internazionale

Lei violoncellista, lui chitarrista, due brillanti promesse ci raccontano come hanno deciso di dar vita a quest’insolito duo

Erica Piccotti e Gian Marco Ciampa (foto Claudia Pajewki)
Erica Piccotti e Gian Marco Ciampa (foto Claudia Pajewki)
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Il 21 maggio si svolgerà la finale della categoria “I love Mozart” di LAZIOSound 2023. L’appuntamento è alle 18.30 a Viterbo nello storico Teatro dell’Unione (ingresso libero). I finalisti sono Lorenzo Luiselli (pianoforte), Matteo Bartolo (pianoforte) e Sebastian Zagame (violino). Tra i membri della giuria che decreterà il vincitore di questa categoria del concorso (le categorie sono sei e questa è quella dedicata alla musica classica, come chiaramente denota la sua denominazione) figurano Enrico Dindo, violoncellista di fama internazionale e direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana, e Silvia Colasanti, una delle più affermate compositrici del panorama musicale attuale. I vincitori delle varie categorie si esibiranno a luglio nella cornice del Castello di Santa Severa nel grande appuntamento annuale con LAZIOSound Festival.

LAZIOSound è molto giovane (questa è la terza edizione) e quindi sarà opportuno ricordare che si tratta del programma delle Politiche Giovanili della Regione Lazio per supportare e rafforzare lo sviluppo del sistema musicale del Lazio attraverso strumenti economici, interventi mirati, partnership ed attività di promozione finalizzate a sostenere i giovani musicisti.

Ospite d’onore della finale del 21 a Viterbo sarà Erica Piccotti. Nata a Roma nel 1999 e diplomatasi nel Conservatorio “Santa Cecilia” a soli quattordici anni, ha fatto il suo debutto concertistico a tredici anni in diretta Rai da Montecitorio insieme a Mario Brunello per l’Accademia di Santa Cecilia, ha già inciso un cd per l’etichetta Warner Classics, svolge un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero sia come solista che in formazioni cameristiche e le è stato conferito l’attestato di Alfiere della Repubblica Italiana da parte del Presidente Giorgio Napolitano. “È semplicemente una splendida violoncellista: suono magnifico, sicurezza nell’intonazione, capace di colori anche molto ‘robusti’… insomma una musicista che si stenta a credere abbia solo vent’anni”: così la critica dopo il suo debutto al Festival di Bergamo e Brescia nel 2019. Nel 2022 ha vinto la precedente edizione di LAZIOSound in duo con il chitarrista Gian Marco Ciampa.

Erica Piccotti e Gian Marco Ciampa (foto Claudia Pajewki)
Erica Piccotti e Gian Marco Ciampa (foto Claudia Pajewki)

La carriera di Gian Marco, nato anche lui a Roma ma qualche anno prima, nel 1990, è parallela a quella di Erica. Si è diplomato al Conservatorio romano, ha vinto quaranta (!) premi internazionali (anche a Tokyo e Melbourne), è stato premiato con la Medaglia del Presidente della Repubblica, svolge un’intensa attività solistica in quattro continenti, esibendosi in concerto e tenendo masterclass in Australia, Giappone, Stati Uniti, Argentina, Cina, Messico, Nuova Zelanda, Danimarca, Germania, Francia, Spagna, Croazia, Grecia ecc. Merita di essere ricordato il suo intervento ai prestigiosi incontri TEDxLUISS (Libera Università Internazionale di Studi Sociali “Guido Carli”) dove ha affrontato il tema del rapporto tra la musica classica e le giovani generazioni: “Chi ha detto che la musica classica è solo per gli anziani?” era il titolo del suo intervento, accolto da una standing ovation.

Al loro duo la vittoria a LAZIOSound 2022 ha dato la possibilità di realizzare un video e la sua promozione: hanno scelto di suonare Adios Nonino  di Astor Piazzolla e lo si può ascoltare su tutte le piattaforme digitali, spotify, itunes. Inoltre il premio gli ha datola possibilità di dare concerti in Italia e all’estero: sono volati fino in Lituania con LAZIOSound!

Abbiamo colto l’occasione per sentire Erica Piccotti e Gian Marco Ciampa a proposito del loro duo. La prima curiosità è sapere dove, quando e come si sono conosciuti.

Gian Marco «Ci siamo conosciuti nel Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. In realtà in quel periodo ci vedevamo di sfuggita, in occasione di concerti o nei corridoi, ma anni dopo casualmente la vita ci ha fatto incontrare di nuovo e fatto decidere di unire le forze per creare qualcosa insieme.»

Erica «Negli anni del conservatorio, non ci siamo mai realmente frequentati, forse come conseguenza della differenza di età: allora io ero una bambina di 11/12 anni, Gian Marco aveva 20 anni. Finito il conservatorio e successivamente finita la scuola sono andata a vivere all’estero (attualmente vivo a Berlino, dove continuo i miei studi) e i nostri percorsi non si sono più incrociati per vario tempo, anche se le piattaforme digitali ci hanno sempre permesso di “seguirci da lontano” e rimanere in contatto. Proprio queste piattaforme durante la pandemia ci hanno permesso di realizzare il nostro primo progetto: un video in cui suoniamo per la prima volta insieme da remoto (uno di quelle centinaia di cui i social brulicavano durante il lockdown…). Da qui è nata la curiosità di scoprire quale fosse il repertorio dedicato a questo duo.»

Appunto, il repertorio per il vostro duo sembrerebbe piuttosto limitato e questo è ovviamente un bel problema.

GM «Durante lo stop forzato del Covid19 abbiamo avuto tempo per pensare al repertorio, svilupparlo, capire in che direzione andare e come unire questi due strumenti. Poi, appena abbiamo potuto, ci siamo incontrati ed abbiamo cominciato a suonare insieme e subito abbiamo percepito la potenzialità di questa unione.»

E «Mi intrigava l’idea di sperimentare una nuova formazione. Noi violoncellisti siamo molto abituati a suonare con altri strumenti, come nel caso del duo violoncello-pianoforte a cui è dedicato gran parte del nostro repertorio. Il duo con chitarra è stata una nuova eccitante avventura che mi ha dato molto.»

Quali sono secondo voi le caratteristiche del suono che nasce dall’unione di strumenti così diversi?

GM «Inizialmente può sembrare che questi due strumenti non abbiano molti aspetti in comune, ma entrambi hanno un suono molto caldo, scuro e soprattutto “vivo”. Un suono dinamico, che può essere modellato di continuo e che sembra essere la voce dell’anima di chi suona. L’unione di questi strumenti non fa altro che amplificare queste caratteristiche, dando vita così a delle sonorità dalla grande comunicatività e sensualità.»

E «Sono due strumenti che fanno aguzzare le orecchie degli spettatori non per i soliti motivi, i loro timbri caldi e avvolgenti e le loro dinamiche non troppo esuberanti creano un’atmosfera intima che ci riporta ad altri tempi.»

Esiste un repertorio originale per questo duo o invece sono soltanto o prevalentemente trascrizioni?

E «Il repertorio per questa formazione è effettivamente un po’ limitato. Sono poche le musiche originali e per questo motivo dietro alla proposta di ogni programma c’è un grande lavoro di ricerca e successivamente di trascrizione. Alcuni brani, come Mallorca  di Albeniz o la Danza andaluza  di Granados, sono stati interamente arrangiati da noi, ci piace molto la fase di sperimentazione e ricerca che richiede questo lavoro.»

GM «Siamo partiti dall’idea “del suono”. Essendo entrambi molto legati a questa caratteristica dei rispettivi strumenti ci sembrava opportuno scegliere un repertorio che potesse dare giustizia alla ricerca sonora di entrambi. Purtroppo non esiste molto repertorio per questa formazione e per rispettare queste caratteristiche abbiamo cominciato a pensare a quali compositori potessero esprimerci al meglio. Ci sembrava una buona idea cominciare da autori che avessero unito nella loro produzione la raffinatezza della musica “classica” europea e la musica popolare della propria nazione: De Falla, Albeniz, Granados e Piazzolla ci davano questo senso di “vitalità” e abbiamo cominciato con un’opera di trascrizione. A tal proposito dobbiamo ringraziare anche Simone Cardini, giovane ma già affermato compositore, che si è occupato della realizzazione di molte trascrizioni ed elaborazioni proprio per il nostro Duo!»

Erica Piccotti e Gian Marco Ciampa (foto Claudia Pajewki)
Erica Piccotti e Gian Marco Ciampa (foto Claudia Pajewki)

Avete pensato di chiedere a compositori contemporanei di scrivere pezzi per il vostro duo?

GM «Sicuramente la collaborazione con compositori contemporanei è qualcosa che ci interessa moltissimo. Nuova linfa al repertorio del nostro duo ci aiuterebbe moltissimo! Al momento, sempre insieme a Cardini, stiamo pensando anche alla realizzazione di un brano inedito e speriamo di poter farvelo ascoltare presto!»

Incontrate un buon interesse da parte delle organizzazioni concertistiche per un duo fuori dall’ordinario come il vostro?

E «Penso che ci sia un iniziale pregiudizio nei confronti di questa formazione, che viene associata solo alla musica popolare e di conseguenza considerata ingiustamente “meno seria”. Ma ciò non ci scoraggia, anzi ci sprona a portare questo progetto anche nelle stagioni concertistiche più tradizionali, perché siamo convinti del suo potenziale.»

GM «Siamo molto soddisfatti del riscontro che stiamo avendo nei concerti, sia dagli organizzatori che dal pubblico, soprattutto. Nonostante ci possa essere un’iniziale diffidenza per questa formazione, il risultato finale è sempre molto apprezzato. Spesso le persone a fine concerto ci dicono di essere sorprese proprio per la particolarità della formazione. Noi siamo felici di poter portare qualcosa di originale con la nostra musica e ce la mettiamo tutta per far sì che la resa sia la migliore possibile.»

Come vedete il futuro della musica classica in Italia?

GM «Lo vediamo molto florido, l’Italia è un paese pieno di giovani talenti che vincono premi e si fanno valere in tutto il mondo. Detto questo c’è bisogno di dare più attenzione ai nostri artisti, investire di più sul nostro patrimonio culturale cominciando anche dai giovani musicisti. La musica classica in Italia è ben viva e piena di energia, bisognerebbe solamente aiutarla a risplendere!»

Che c’è nel futuro del duo?

GM «In questa stagione abbiamo diversi impegni concertistici in Italia e all’estero e continuiamo a lavorare su quello che speriamo sarà il nostro primo disco» 

Al di fuori del duo qual è la vostra attività concertistica, in breve?

GM «Fortunatamente entrambi siamo molto impegnati in parallelo con carriere solistiche già avviate. Io per lo più ho un’attività come solista (è tornato da qualche settimana da un tour di concerti di venti giorni in Messico, Ndr) ma ho anche un altro duo con la flautista Bianca Fiorito, pure lei giovanissima e da un anno flautista dei Müncher Philharmoniker!»

E «La mia attività concertistica consiste di concerti da solista con orchestra in Italia e all’estero e di una consistente dose di musica da camera, che varia dal duo con pianoforte a diverse formazioni spontanee che realizziamo a seconda dell’occasione. Oltre, ovviamente, al duo con Gian Marco! Il mio prossimo concerto sarà sabato 20 maggio alla IUC di Roma con il Concerto op. 129 per violoncello e orchestra di Schumann.»

A Gian Marco vorrei chiedere di parlarci di una cosa che ho letto nel suo curriculum: “grande impiego di social network e nuove tecnologie che utilizza nei suoi video”

GM «Sono sempre stato molto affascinato dalle nuove tecnologie e dal mondo di internet. Sin da subito ho creduto nella forza comunicativa che i social network e internet potessero avere (le mie pagine artista Instagram e Facebook sono state aperte più di 10 anni fa, in un momento in cui ancora non era molto diffuso all’interno del panorama classico) ma soprattutto nella grande potenza nell’arrivare ad un grande pubblico e alla creazione di contenuti interessanti anche nell’ambiente classico. Sia chiaro che per me nulla potrà mai sostituire l’esperienza del concerto dal vivo che ovviamente ha un’energia e delle emozioni che sono uniche ed insostituibili: la potenza del concerto live rimane fuori discussione ma internet può essere un mezzo alla portata di tutti per riuscire ad arrivare da una parte all’altra del mondo con un click, anche in luoghi dove sarebbe difficile esserci!»

Per ascoltarli, segnaliamo alcuni dei loro prossimi concerti. Suoneranno insieme il 4 giugno ad Istanbul, il 17 luglio al Festival “Classiche Forme” di Lecce, l’1 settembre all’Elba Music Festival e tra queste date entrambi hanno anche vari concerti separatamente.

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Articolo in collaborazione con Fondazione Busoni

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