Il blog del Premio della Critica al Busoni / 1° settembre

Il "caso Kurtág"

Articolo
classica
Relativamente ai pezzi d'obbligo contemporanei eseguiti nella finale solistica (svoltasi lo scorso 29 e 30 agosto) la scelta dei 12 candidati si è concentrata su due autori in particolare. Quattro pianisti hanno eseguito le due brevi pagine di Elliot Carter (Two Thoughts about the Piano) dal titolo Intermittences e Caténaires, mentre gli altri otto hanno preferito scegliere una serie di brani dalla raccolta Játékok (Giochi) di Györg Kurtág. I pezzi di Carter - già molto differenti tra di loro - ci hanno fatto conoscere un modo di scrivere contemporaneo diametralmente opposto a quello utilizzato da Kurtág. Se quest'ultimo è interessato alle vibrazioni delle corde, in un generale galleggiamento sonoro calmo e sereno, costruito per singole note, il primo gioca invece sulla velocità e sui continui cambiamenti dinamici per la costruzione di un'architettura più complessa.

I pezzi di Kurtág, se confrontati con quanto di più estremo si possa ascoltare, al giorno d'oggi, in un qualsiasi festival di musica contemporanea, potrebbero risultare addirittura affascinanti per il pubblico più conservatore, in virtù del loro spirito evocativo, dei tempi perlopiù lenti e quasi senza tempo, della breve durata, delle melodie dalla costruzione elementare e delle sonorità ovattate nelle pagine eseguite sul "Pianino con sordino". Eppure così non è stato e dopo l'episodio del signore che si era lamentato con me, il secondo giorno delle finali solistiche alcune persone del pubblico hanno lasciato la sala durante le prove proprio al momento del pezzo contemporaneo. Non solo, l'ultima sera è arrivato sul tavolo della Giuria della Critica un bigliettino firmato, mi dicono, da un abbonato: "Inserire un Kurtág nel concorso Busoni, una assurdità!!".

Vorrei spendere ancora qualche parola in difesa dei pezzi contemporanei, perché credo sia valida l'idea di Peter Paul Kainrath, direttore artistico del concorso, di promuovere la conoscenza della musica d'oggi sia tra gli esecutori sia tra il pubblico, e credo nel pensiero di Hüseyin Sermet, membro della giuria internazionale, che per queste nuove opere sia fondamentale la presenza di un bravo interprete.

Tutti i concorrenti, fin dalla prima prova, hanno costruito il proprio programma musicale con molta attenzione per la finalità competitiva, più che concertistica, e questo ha portato all'ascolto di molti programmi "fotocopia", chiaramente suddivisi in: trascrizione di Busoni, pezzo da virtuoso con grandi sonorità, pezzo d'obbligo contemporaneo. Per questo motivo è apparsa molto interessante la scelta del concorrente russo Alexey Lebedev, che è riuscito, invece, a creare un percorso intelligente tra in brani in programma. Lebedev (l'unico, assieme al coreano Sun Ho Lee, ad eseguire l'opera contemporanea a memoria) ha suonato Kurtág creando un alone sonoro quasi ininterrotto, nell'esecuzione ravvicinata dei brani scelti dal libro VII di Játékok, fino a collegarli naturalmente all'attacco della sonata beethoveniana op.31 n.2. Forse, messi così all'interno di un'esecuzione, i brani contemporanei potrebbero suscitare un qualche interesse anche nell'ascoltatore più prevenuto.

Dopo una giornata di pausa, stasera è in programma il primo concerto con orchestra (ore 20.30, Conservatorio di Bolzano; in diretta internet sul sito del concorso). Si esibiranno i primi tre finalisti: il ventitreenne cinese Jie Yuan con il concerto di Mozart KV 271 "Jeunehomme"; la ventiduenne Oxana Shevchenko, dal Kazakistan, con il concerto K 449 ed infine l'italiano Gesualdo Coggi, ventiquattro anni, con un altro "Jeunehomme". Il candidato cinese, il primo ad esibirsi questa sera, ieri non si è sentito bene e la Segreteria del concorso si è mobilitata per procurargli un antibiotico. Gola arrossata - ci dicono. Lo stress della competizione comincia a farsi sentire.

Ieri è stata una giornata di lavoro non solo per i sei finalisti per le prove con l'orchestra, ma anche per la giuria presieduta dalla Zilberstein. Quasi tutti i giurati hanno infatti lavorato: chi ha ripassato il programma di un concerto imminente - come Enrico Pace, che si esibirà dopodomani in un recital a Portogruaro; Oliver Kern, che suonerà come solista e camerista in Corea tra una decina di giorni; o come Lilya Zilberstein, che ascolteremo qui a Bolzano, in un'esibizione assieme alla sua famiglia, il giorno successivo al termine del concorso - e chi si è concentrato sulla musica contemporanea - come Hüseyin Sermet, alle prese con una complicata partitura di un compositore della Finlandia, e Salvatore Sciarrino, che sta terminando un'opera per flauto ed orchestra per la prossima edizione del Donaueschinger Musiktage. La vita dei musicisti non si ferma mai!

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Articolo in collaborazione con Fondazione Busoni

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