I “Carmina Burana” a San Marco

Il prossimo 9 luglio Piazza San Marco farà da cornice all’esecuzione dei Carmina Burana di Carl Orff con i complessi del Teatro La Fenice diretti da Fabio Luisi | ARTICOLO IN COLLABORAZIONE CON TEATRO LA FENICE

Concerto Gala per i 1600 anni della città di Venezia, 8 settembre 2020 (foto Michele Crosera).
Concerto Gala per i 1600 anni della città di Venezia, 8 settembre 2020 (foto Michele Crosera).
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Il Teatro La Fenice saluta con un concerto d’eccezione l’estate veneziana, la prima del ritorno in grande stile di eventi musicali dal vivo: il prossimo 9 luglio alle 21 sul grande palcoscenico costruito a Piazza San Marco l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice con le voci bianche dei Piccoli Cantori Veneziani si esibiranno nei Carmina Burana di Carl Orff. Con i complessi del teatro lirico veneziano, il soprano Regula Mühlemann, il tenore Michael Schade e il baritono Markus Werba saranno diretti da Fabio Luisi, che torna a Venezia dopo il successo internazionale dell’ultimo Concerto di Capodanno del Teatro La Fenice. Il concerto di luglio è realizzato in collaborazione con il Comune di Venezia e con il sostegno di Intesa Sanpaolo.

«A Venezia si è sempre fatta molta musica all’aperto. In molti si ricordano del mitico Otello di Verdi nel cortile di Palazzo Ducale con Mario Del Monaco nel 1966 o quello più recente che vi abbiamo allestito con La Fenice nel 2013 per il bicentenario verdiano. Ma i nostri annali riportano anche di una Traviata con Toti Dal Monte e Giacinto Prandelli protagonisti nel luglio del 1945 in un Campo Sant’Angelo affollatissimo di pubblico. E naturalmente c’è Piazza San Marco che è anche stato spesso un luogo per la musica» spiega Fortunato Ortombina, sovrintendente e direttore artistico del Teatro La Fenice, per il quale l’unica piazza veneziana – gli altri sono “campi” nella speciale toponomastica della città – rimane un luogo speciale: «Innanzitutto c’è la sua storia. Ma c’è anche la forma di quel luogo, che fa pensare a una stanza dalla dimensione regolare chiusa fra le due ali delle Procuratie e con lo sfondo della Basilica di San Marco, che è come un enorme arazzo che impreziosisce la parete di fondo. È un luogo protetto, particolarmente adatto alla musica».

"Traviata", Campo Sant'Angelo, 1945.
"Traviata", Campo Sant'Angelo, 1945.

Con questo concerto, il Teatro La Fenice vuole riappropriarsi del “salotto buono” della città lagunare riprendendo una tradizione che risale ai primi decenni del secolo scorso. Gli archivi del teatro documentano di una serie di rappresentazioni nel luglio del 1928 del dittico Cavalleria rusticana e Pagliacci con la direzione di Pietro Mascagni e presenze importanti in locandina come Aureliano Pertile nei panni di Canio. Ancora Cavalleria e Pagliacci tornano nel 1957 con Giulietta Simionato, Mafalda Masini e Carlo Bergonzi al suo debutto a Venezia, prima di una lunga serie di spettacoli di danza dagli anni Settanta con nomi anche importanti come quelli di Merce Cunningham, Roland Petit, Maurice Béjart, George Balanchine, Antonio Gades e ancora Carla Fracci, Marcia Haydée, il Balletto del Bol'šoj. Non sono mancati anche i concerti sinfonici nel corso del tempo: fra questi quello per la Festa della Sensa (Ascensione) con musiche di Verdi e Wagner e la direzione di un giovane Christian Thielemann nel 1987, una Nona Sinfonia di Beethoven diretta dall’allora direttore musicale del teatro Isaac Karabtchevsky nel 1996, e in anni più recenti quello con Charles Aznavour (con Patty Pravo, Franco Battiato e Massimo Ranieri come ospiti) nel 2010 e di Sting accompagnato dalla Filarmonica della Fenice nell’ambito della quarta edizione del Venezia Jazz Festival nel 2011. Ultimo è stato il concerto dell’8 settembre 2020 per i festeggiamenti per i 1600 anni della città di Venezia, poco prima che i teatri richiudessero per contenere la seconda ondata pandemica, con un più classico programma di brani da opere di Rossini, Verdi, Puccini diretti da Daniele Callegari e Riccardo Frizza con i solisti Claudia Pavone e Piero Pretti concluso dall’immancabile Libiam ne' lieti calici dalla Traviata. «Per noi, quel concerto è stato una sorta di numero zero, perché abbiamo preso le misure di quel luogo così speciale che è Piazza San Marco, abbiamo cioè provato a costruire il palco e a misurarci con l’acustica», ricorda Ortombina.

Concerto Gala per i 1600 anni della città di Venezia, 8 settembre 2020 (foto Michele Crosera).
Concerto Gala per i 1600 anni della città di Venezia, 8 settembre 2020 (foto Michele Crosera).

I Carmina Burana. Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis – cioè “Canti profani per cantanti e cori accompagnati da strumenti e immagini magiche” – come recita il titolo completo della composizione, fu definito “oratorio scenico” dal suo autore, il compositore e didatta Carl Orff, che impiegò una raccolta di 25 testi poetici medioevali di soggetto molto vario risalenti al XIII secolo ritrovati nel 1803 presso il monastero di Benediktbeuren in Alta Baviera. Anche se nel corso del tempo si impose quasi esclusivamente come pezzo da concerto, la prima assoluta nel 1937 all’Opera di Francoforte sul Meno con la direzione musicale di Bertil Wetzelsberger fu presentata in una versione scenica curata da Oskar Wälterlin per la regia e Ludwig Sievert per le scene e i costumi. Il successo della prima fu tale che il pezzo si diffuse rapidamente in Germania e in tutto il mondo alla fine della Seconda guerra mondiale. Successo a parte, la composizione segnò un punto di svolta nella produzione musicale del compositore bavarese, attivo fin dai primi anni Dieci del Novecento, che all’indomani della prima scrisse al suo editore Schott: “Mit Carmina Burana beginnen meine gesammelten Werke” (Con i Carmina Burana ha inizio il mio catalogo di opere).

Nonostante la sua popolarità sia rimasta intatta nel corso di decenni, i Carmina Burana non compaiono di frequente nei programmi del Teatro La Fenice. Risale al 1959, infatti, la prima esecuzione nel teatro lirico veneziano diretta da Francesco Molinari Pradelli e con i solisti Bruna Rizzoli, Antonio Pirino e Renato Capecchi. A questa fece seguito nel 1973 una versione danzata con il Nederlands Dans Theater e la coreografia di John Butler e quindi nel 1993 una esecuzione in concerto con i complessi del teatro diretti dal Zoltan Pesko. Seguirono due altre esecuzioni, nel 1997 e nel 2019, in una versione per soli, coro, due pianoforti e percussioni affidate alla direzione degli allora maestri del coro Giovanni Andreoli e Claudio Marino Moretti. Una scelta insolita per il teatro ma non troppo, secondo Ortombina, che spiega così la scelta: «Con la Rai, che trasmetterà il concerto, volevamo diversificare questo concerto rispetto a quello di Capodanno, che ci sarà anche quest’anno con la direzione di Daniel Harding. Abbiamo quindi voluto evitare la formula di un pezzo sinfonico nella prima parte seguito da un’antologia di brani d’opera nella seconda. Abbiamo quindi cercato di fare qualcosa di diverso e scelto i Carmina Burana, un pezzo di forza dirompente e con notevole impatto sonoro, oltre a essere scritto per un organico vasto che lo rende adatto a uno spazio all’aperto. È anche un pezzo molto conosciuto, adeguato a questa occasione».

Concerto La Fenice, 2020. (foto Marco Sabadin - Vision).
Concerto La Fenice, 2020. (foto Marco Sabadin - Vision).

Ci sarà un futuro per questo concerto?

«È quello che vorremmo fare, anche se non voglio darlo come una cosa fatta. Devo dire che c’è la massima apertura da parte di tutte le componenti coinvolte in questo grande evento, cioè il Comune di Venezia, l’Associazione dei commercianti di Piazza San Marco. – spiega Ortombina – Si tratta però di una macchina molto complessa, che stiamo facendo tutto il possibile per riuscire a mettere moto per realizzare il concerto anche nella prossima stagione e magari in quelle successive. Nel mio calendario ho già segnato la data di sabato 8 luglio 2023 con l’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice a San Marco per la Nona Sinfonia di Beethoven. Mi piacerebbe far diventare questo un appuntamento fisso come quello del Waldbühne a Berlino per i Berliner Philharmoniker».

Gli spettatori che non riusciranno a trovare posto fra i 2000 della platea allestita a Piazza San Marco avranno la possibilità di seguire la diretta televisiva su Rai5 o la diretta radiofonica su Rai Radiotre.

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