Traiettorie compie trent’anni. Non è un traguardo da poco per la manifestazione promossa e organizzata dalla Fondazione Prometeo di Parma la quale, se sulla carta si descrive come una «rassegna internazionale di musica moderna e contemporanea», nei fatti e nei programmi offerti lungo i tre decenni della sua storia ha declinato questa definizione in una ricerca tutta proiettata alla perlustrazione dello scenario musicale di matrice “colta” del nostro tempo, indagando inoltre il repertorio classico-moderno comunque alla ricerca di quei rimandi, diretti o indiretti, che si possono rintracciare nella produzione più sperimentale tra Novecento e panorama odierno.
Una matrice programmatica – ed estetica, se vogliamo – che il direttore artistico Martino Traversa rivendica quale segno distintivo di una rassegna che vuole confermarsi oasi «dura e pura» dedicata a quella produzione musicale contemporanea più stilisticamente coerente, intellettualmente e consapevolmente sperimentale.
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Dopo il blocco della programmazione primaverile dovuta all’emergenza da Covid19 e l’anteprima di fine agosto che ha visto protagonista il trio ZAUM_percussion, la programmazione 2020 di Traiettorie riprende quindi a pieno regime mercoledì 30 settembre al Teatro Farnese di Parma con il ritorno dopo sei anni dell'ensemble Court-circuit. Proprio in vista di questa ripartenza, abbiamo incontrato lo stesso Traversa per una chiacchierata dedicata alla rassegna, ma non solo.
La vostra programmazione per il trentennale di Traiettorie prevedeva appuntamenti nella scorsa primavera che sono stati ovviamente cancellati. Come avete affrontato il periodo di sospensione delle attività dovuto all’emergenza da Covid19?
«Anche noi abbiamo dovuto naturalmente sospendere la nostra attività e annullare una programmazione già pianificata, tra cui i concerti previsti nello scorso mese di maggio che vedevano coinvolte formazioni quali l’Ensemble Prometeo e MusikFabrik. Nonostante ciò, siamo riusciti comunque a portare avanti in qualche modo il nostro lavoro grazie al personale della Fondazione Prometeo che, seppure in maniera condizionata dalla situazione contingente, ha dato prova di impegno e di fattiva collaborazione».
Quindi, dopo l’anteprima dello scorso 29 agosto, che ha visto impegnato il trio ZAUM_percussion in appuntamento en plein air pensato anche come parte integrante del più ampio progetto titolato Polifonia Interattiva e ideato da Fondazione Prometeo in occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, come si presenta il cartellone dei trent’anni di Traiettorie?
«Si parte mercoledì 30 settembre al Teatro Farnese di Parma, uno dei nostri luoghi storici, con l’ensemble Court-circuit diretto da Jean Deroyer, protagonista di una serata tutta dedicata alla Francia con prime italiane di Dubedout e Hurel, oltre a brani di Leroux, Bertrand e Hervé. Di grande interesse si presenta poi il programma dell’8 ottobre con protagonista l’unico pianista solista di questa edizione, Florent Boffard, capace di coniugare il mondo del virtuosismo ottocentesco, rappresentato da due Studi di Chopin, con il panorama novecentesco di György Ligeti, del quale sarà eseguito Fanfares dal primo libro degli Studi, e di Claude Debussy, di cui i tre studi qui eseguiti sono presi a riferimento da Marco Stroppa per i suoi Trois Études. Del compositore veronese si potrà ascoltare anche il nuovo studio Pour les Sixtes insoumises, in prima esecuzione italiana. Sempre nella stessa serata sono previsti due brani del filone “seriale” del pianismo novecentesco come la Suite op. 25 di Schönberg e la Sonata di Berg, oltre a uno dei brani che registrano l’adesione di Boulez ai principi dell’aleatorietà e imprevedibilità esecutiva: Formant 2: Trope tratto dalla Terza Sonata».
«Si prosegue lunedì 12 ottobre quando, sempre al teatro Farnese, salirà sul podio Marco Angius alla guida dell’Orchestra di Padova e del Veneto di cui è direttore musicale e artistico da cinque anni, con un programma che intreccia pagine di Bach, Hindemith, Stravinskij, Schönberg e un nuovo arrangiamento delle Variazioni per orchestra di Webern, composto da Pierre-Alain Monot e qui eseguito in prima assoluta».
Facendo un bilancio dei programmi proposti in questi anni, lo stesso Anton Webern appare, dopo Kurtág e Berio, il compositore più eseguito nella storia di Traiettorie, in una ideale classifica che vede nei primi dieci posti anche uno dei maestri più influenti del secondo Novecento come Pierre Boulez…
«Vero, e proprio l’Ensemble Intercontemporain, l’orchestra da camera fondata dallo stesso Boulez e a tutt’oggi punto di riferimento nel mondo per l’esecuzione del repertorio contemporaneo, sarà ospite per la prima volta della nostra rassegna martedì 20 ottobre, presentando brani dello stesso compositore e direttore francese, oltre che di autori quali Lachenmann, Carter, Chaigne, Chihara, Schöllhorn e il sottoscritto».
E alla fine uno speciale doppio appuntamento…
«Infatti. La rassegna si chiude con un doppio concerto dell’Ensemble Nikel, quartetto composto da sassofono, chitarra elettrica, pianoforte e percussioni. Il primo appuntamento, il 29 ottobre, è previsto alla Casa della Musica, un luogo che riveste da anni il ruolo di partner ormai consolidato per gli appuntamenti di Traiettorie. In questa occasione sarà proposta una prima italiana di Enno Poppe, una prima assoluta di Hugues Dufourt e un brano di Marco Momi. Il secondo concerto, che concluderà la rassegna il 30 ottobre sul palcoscenico di un’altra importante istituzione culturale della città di Parma come il Teatro Due, propone infine la prima italiana di bright Darkness dell’austriaco Klaus Lang».
Insomma un programma intenso per un traguardo importante, nonostante una situazione generale non certo semplice…
«Certamente avevamo immaginato questo trentennale in maniera diversa e la situazione che si è venuta a creare ci ha costretti a rivedere almeno in parte i nostri programmi. Ma la nostra storia, costituita dai programmi musicali che abbiamo offerto anno dopo anno al nostro pubblico, ci ha permesso di consolidare un’identità precisa e di valorizzarla anche in questo frangente, per molti aspetti inedito ed eccezionale».
«La nostra storia ci ha permesso di consolidare un’identità precisa e di valorizzarla anche in questo frangente».
«Oggi Traiettorie è riconosciuto come uno dei principali festival dedicati alla musica contemporanea a livello internazionale, un dato confermato anche dalle testimonianze di tanti “amici” della nostra realtà che proprio in questi giorni stiamo condividendo sui nostri canali social. Personaggi come, tra gli altri, il violinista britannico Irvine Arditti, fondatore del celebre quartetto che porta il suo nome, o ancora Sven Hartberger, per vent’anni general manager del Klangforum Wien. Si tratta di riconoscimenti importanti, che confermano la bontà di una linea artistica fondata su scelte estetiche chiare e nette, senza compromessi. Un approccio che, peraltro, io applico anche nella mia attività di compositore: nella coerenza e nell’onestà intellettuale tutto si tiene».