Migliori forse no, ma certamente interessanti, e a volte anche molto.
Ecco alcuni dischi usciti nel 2023 che meritano di essere ascoltati e che ci consentono di conoscere autori e pagine musicali poco note, e indipendentemente da questo di riflettere sulla loro capacità di rispecchiare periodi storici salienti.
Leggi tutte le classifiche del 2023
1. Les Talens Lyriques, Surprising Royer (Aparte)
Chi conosce Joseph-Nicolas-Pancrace Royer, nato a Torino nel 1702? Figlio di un ingegnere idraulico inviato in Savoia da Luigi XIV su richiesta della reggente della corte locale per esercitare la funzione di intendente dei giardini e delle fontane, ha svolto la sua carriera a Parigi come clavicembalista, organista e operista, lavorando per i teatri delle fiere di Saint-Laurent e di Saint-Germain e per corte di Luigi XV, fino a divenire maître della Academie Royale de Musique, contribuendo alla organizzazione e direzione dei programmi delle stagioni del Concert Spirituel.
Impegnato su più fronti e piuttosto famoso all’epoca è rimasto nell’ombra rispetto a Rameau, ma Christophe Rousset con la sua orchestra Les Talens Lyriques attratto dalla figura di questo eclettico musicista ha riunito in quattro suite parte le entrées, arie e danze di quattro ballets-héroïque: Pyrrhus (1730) Zaïde, reine de Grenade (1739), Le Pouvoir de l’Amour (1743) e Almasis (1748).
2. Le Miroir de Musique, Antoine Gosswin. Selected Works (Ricercar)
Baptiste Romain con il suo ensemble Le Miroir de Musique è sempre alla ricerca di autori e musiche poco conosciute o dimenticate. È il caso del fiammingo Antoine Gosswin, nato a Liegi verso il 1546, che venne chiamato alla corte di Monaco come cantore, probabilmente grazie a Orlando di Lasso che oltre a guidare la cappella ducale di Alberto V, oltre ai musicisti reclutava anche attori, danzatori e acrobati per animare la vita artistica della corte.
Il disco è interessante anche per la varietà dei generi musicali praticati da Gossvino e comprende madrigali, lieder, canzoni sacre e movimenti da tre messe.
3. La Rêveuse, London circa 1740. Handel's musicians (Harmonia Mundi)
Con questo disco l’ensemble La Rêveuse diretto da Florence Bolton e Benjamin Perrot aggiunge un terzo titolo ai due precedenti London circa 1700. Purcell & His Generation e London 1720. Corelli’s Legacy, apparsi rispettivamente nel 2019 e nel 2020.
I musicisti di Handel in questione sono quelli attratti a Londra anche dalla sua carismatica figura, e che suonavano nella sua orchestra come l’oboista e flautista Giuseppe Sammartini, il violinista Pietro Castrucci, e il flautista e compositore Carl Friedrich Weidemann. Oltre a concerti e sonate di questi autori sono presenti anche alcune melodie scozzesi del violoncellista e compositore James Oswald.
4. Bruno Helstroffer, L'âme-son. Henri Grenerin Suites françaises (Alpha)
Questo disco contiene quattro delle sedici suite di Henri Grenerin, chitarrista e tiorbista al servizio della corte francese, raccolte nel Livre de guitare et autres pièces de musique, meslées de symphonies, avec une instruction pour jouer la basse continue stampato a Parigi nel 1680, e sono registrate per la prima volta.
Il carattere intimo e delicato di queste suite suddivise generalmente in sei o sette movimenti, e comprendenti anche le galanterie oltre alle danze canoniche, risentono della letteratura liutistica e clavicembalistica francese del tempo e hanno un carattere di dolce malinconia inconfondibilmente francese.
5. Les Arts Florissants, Schütz Italian Madrigals (Harmonia Mundi)
Spinto dal suo mecenate, il langravio Moritz von Hessen-Kassel detto "il Saggio", il giovane Heinrich Schütz soggiornò a Venezia dal 1609 per oltre tre anni per studiare con Giovanni Gabrieli. Uno dei primi risultati del suo soggiorno fu la stampa del Primo libro de Madrigali di Henrico Sagittario, Allemanno, appresso Angelo Gardano & Fratelli del 1611.
Questa sua prima opera, apparsa verso il tramonto di questo genere che grazie a Marenzio, Monteverdi e Gesualdo aveva raggiunto l’apogeo, rivela le sue doti che lo resero uno dei più importanti musicisti tedeschi del suo tempo. Ce lo ricorda l’ensemble vocale Les Arts Florissant diretto da Paul Agnew.
6. The Orlando Consort, Machaut. The Fount of Grace (Hyperion)
Da diversi anni The Orlando Consort lavora meritoriamente alla esecuzione e incisione dell’affascinante mondo delle chanson di Guillaume de Machaut, e questo è il decimo disco che l’ensemble vocale dedica al maestro dell’Ars Nova francese.
La scelta questa volta riguarda non soltanto i temi della cortesia amorosa ma soprattutto il sentimento di devozione nei confronti della Vergine Maria e più in generale l’invocazione della pace e dell’aiuto divino espressa in alcuni mottetti nei quali si riflettono, anche se a distanza, gli eventi storici del tempo come guerre, epidemie di peste e conflitti di ogni genere.
7. Ensemble Between the Strings, Wondrous Machine (Accent)
Nonostante il titolo possa far pensare a Purcell, per via dell’aria per basso della celebre Ode a Santa Cecilia, non c’è traccia dell’Orfeo britannico in questo disco dell’Ensemble Between the Strings diretto da Margret Koell, che chiama così la sua arpa tripla.
Ma la meraviglia viene anche dallo strumento costruito e suonato da Sławomir Zubrzycki che partendo dai disegni di Leonardo da Vinci ha realizzato quello che in apparenza può apparire come un clavicembalo ma che è una viola organista, ossia una sorta di grande e raffinata ghironda azionata da una tastiera.
Questa sembra corrispondere allo strumento citato nella prima esecuzione del Concerto per arpa, liuto, e lyrichord che faceva parte dell’oratorio Alexander’s Feast di Handel, divenuto poi uno dei suoi concerti per organo.
Interessante e affascinante, oltre a questa ricostruzione filologica, anche il concertino per arpa tripla, lyrichord e 5 archi barocchi, intitolato Flapping its Wings scritto su commissione da Christof Dienz.
8. Abchordis Ensemble, Vivaldi. Serenata a tre (Naïve)
Questo è il secondo disco dell’Abchordis Ensemble diretto da Andrea Buccarella che fa parte della importante collana della Vivaldi Edition vol.70 (il precedente del 2021 è Cantate per soprano I vol. 68).
Nel mare magno della produzione musicale di Vivaldi le tre serenate possono sembrare marginali, ma certamente questa – che è conosciuta con il primo verso dell’aria di apertura "Mio cor, povero cor!" – rispecchia bene il carattere di questo tipo di composizioni create per dilettare i partecipanti a feste o cerimonie legate a eventi pubblici e privati.
Scritta per il marchese du Toureil che viveva a Venezia ed era amico del compositore, la serenata rappresenta il quadretto amoroso arcadico di cui sono protagonisti il pastore Alcindo e la ninfa Eurilla, affiancatadalla sua amica e confidente Nice.
9. Vox Clamantis, Music by Henrik Ødegaard (Ecm)
L’interesse nei confronti di tutto quello che rappresenta il canto gregoriano, che è alle fondamenta della cultura musicale europea, è al centro della attività di Vox Clamantis, nel cui repertorio figurano monodia e polifonia e soprattutto musiche di autori contemporanei, in prevalenza estoni.
In questo caso le loro voci, insieme ad altri canti, intonano le Meditations over St. Mary Magdalene’s feast in Nidaros per coro maschile e femminile, del compositore norvegese Henrik Ødegaard, organista e direttore di coro profondamente influenzato dal canto piano e dalla musica tradizionale del suo paese.
Gli otto movimenti di queste meditazioni sono costruiti letteralmente su canti gregoriani sui quali sono sovrapposte spaziose linee vocali polifoniche tra le quali si riverbera la sacralità della parola liturgica.
10. Zefiro Baroque Orchestra, Johann JosephFux. La corona di Arianna, Arcana
Nel 1726 Fux, ex “ragazzo di campagna della Stiria”, in qualità di maestro di cappella della corte viennese scrisse una sontuosa festa teatrale per musica per festeggiare il compleanno dell’imperatrice Elisabetta Cristina che venne rappresentata nel giardino della Favorita, il luogo prediletto dalla famiglia imperiale nella stagione estiva.
Il libretto di questa serenata, che è la più lunga e complessa tra quelle di Fux, è di Pietro Pariati ed è particolarmente ricca di personaggi e di cori. La sua registrazione è stata realizzata nell’ambito del Festival Styriarte di Graz del 2022 alla fine di tre rappresentazioni, e corrisponde alla versione che l’orchestra barocca Zefiro diretta da Alfredo Bernardini ha presentato in forma abbreviata e sfoltita per rendere più agile la scoperta e l’ascolto di un lavoro praticamente sconosciuto.