L’arrivo dell’autunno è una stagione particolarmente frizzante per la liuteria cremonese. È il momento di CremonaMusica, mercato internazionale per addetti ai lavori, studenti e professionisti della musica, all’insegna di violini, pianoforti, chitarre, strumenti a fiato, editoria musicale… Un programma fitto di eventi collaterali e tantissimi concerti scandiscono la tre giorni della kermesse cremonese, a Cremonafiere, dal 27 al 29 settembre.
È il momento degli affari in fiera, dunque, ma è anche stagione di concerti al Museo del Violino, cornice elegante, nel cuore della città, che da sei anni custodisce i “tesori” della collezione civica, celebra la liuteria contemporanea e, grazie a sponsor pubblici e privati e al network internazionale Friends of Stradivari, continua a ospitare nuove esposizioni di strumenti storici provenienti da collezione prestigiose e a intraprendere importanti progetti di restauro.
Abbiamo incontrato Virginia Villa, direttrice del Museo del Violino. Tra le sale del museo ci illustra i prossimi appuntamenti espositivi, in coincidenza dell’ultimo weekend di settembre.
Quali sono, dunque, i prossimi appuntamenti?
«Settembre è per noi il mese dedicato a nuovi allestimenti. Ed è anche la stagione con i grandi interpreti dello Stradivari Festival, dal 28 settembre al 12 ottobre. L’aria settembrina è gradevole, le giornate di sole ancora miti. Il pretesto per un aperitivo e un buon concerto in Auditorium, dopo gli affari in fiera, ci sta sempre bene».
Le nuove esposizioni?
«Nelle sale qui al primo piano ospiteremo strumenti provenienti dal National Music Museum (NMM) di Vermillion, University of South Dakota, uno tra i più importanti musei di strumenti musicali degli Stati Uniti. Vermillion è una città sicuramente sconosciuta ai più: diecimila abitanti circa, sterminate praterie, campi di granoturco, parchi nazionali… e il celebre Mount Rushmore! Eppure il NMM, tra i suoi quasi quindicimila pezzi – se ci pensate è la media di uno strumento e mezzo per ogni abitante! – conserva una testimonianza importante di autori cremonesi. Dovendo chiudere per un paio d’anni – per necessità di un “restyling” architettonico – il NMM ci presterà una decina dei suoi pezzi cremonesi».
Sarà una reunion!
«Reunion in Cremona.Tesori dal National Music Museum Vermillion South Dakota è infatti il nome di questa nuova mostra al Museo del Violino, aperta dal 21 settembre al 18 ottobre 2019. Perché di fatto di un ritorno a casa si tratta. Gli strumenti resteranno da noi per un anno. Li esporremo, li studieremo e li confronteremo con i nostri».
Cosa esporrete?
«Il secondo mandolino attribuito a Stradivari del 1680. Ce ne sono soltanto due al mondo! Una delle poche chitarre Stradivari del 1700: una è qui a Cremona, un’altra a Oxford, un’altra Parigi, un’altra in America. Un violino piccolo Lorenzo Storioni del 1793, due violini Girolamo Amati dei primi del Seicento, un Nicolò Amati del 1628, una viola Bergonzi del 1793... Sicuramente questi strumenti saranno visti più qua a Cremona, in un anno, di quanto lo siano stati nel South Dakota negli ultimi dieci anni! Non a caso il NMM ha capito l’importanza di portare gli strumenti da noi».
Pochi giorni fa si è tenuta la presentazione in conferenza stampa alla Fenice di un altro importante progetto del Museo del Violino, I violini di Vivaldi. Ci dici qualcosa in più?
«Si tratta di un progetto in collaborazione con l’Istituto Provinciale per l’Infanzia “Santa Maria della Pietà”. Il Museo del Violino metterà a disposizione i propri laboratori scientifici e il proprio know-how per studiare la collezione di strumenti barocchi di epoca vivaldiana, che necessitano di interventi di restauro. La collaborazione coinvolgerà anche il Corso di laurea in Conservazione e Restauro Beni Culturali dell'Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Musicologia di Cremona. In tutto una ventina di strumenti che resteranno a Cremona per un anno».
Un progetto ambizioso!
«E impegnativo. Ma possibile, grazie alla collaborazione tra le parti».
Il Museo del Violino e la liuteria cremonese saranno prossimamente anche in giro per il mondo…
«Attualmente siamo in Messico al MIB, Museo Internacional del Barroco di Puebla, con una mostra dedicata (Los Violines de Cremona. Stradivari, el Barroco y Más Allá, fino al 20 ottobre 2019). È un museo modernissimo, più giovane del nostro, progettato dall’archistar giapponese Toyo Ito, uno dei luoghi dedicati all’arte tra i più strepitosi che abbia mai visto: ampi spazi bianchi, fluidi, minimali. Bellissimo. In una sala i nostri Stradivari e di fianco una mostra dedicata a Rembrandt. Poco male, no?».
E in Auditorium Arvedi? Quanta musica dal vivo si fa al Museo del Violini?
«Concerti pochi, forse, ma con artisti importanti. Qualcosa in primavera, di solito un concerto al mese, da febbraio, ad aprile. E almeno un concerto del Monteverdi Festival, organizzato dal Teatro Ponchielli. Maggio è invece il mese dedicato al jazz, rassegna organizzata da Uno Media, che sta avendo molto successo. Ci sono poi le audizioni giornaliere di mezz'ora, pensate per i visitatori del Museo. Il momento più importante per noi è lo Stradivari Festival; oltre al concerto di fine anno, lo Stradivari Memorial Day, il 18 dicembre. In coincidenza della Festa del Torrone, il 16 novembre, quest’anno abbiamo pensato a un concerto con Sergej Krylov e la Lithuanian Chamber Orchestra – un programma dedicato a Mozart – per accontentare le numerose richieste dei tour operator, soprattutto tedeschi».
Per parlare dello Stradivari Festival si aggiunge alla conversazione il direttore artistico Roberto Codazzi.
Cremona è una città che ha già le sue programmazioni musicali. Penso al Teatro Ponchielli. Lirica, concertistica, antica… Qual è dunque il senso del vostro festival?
«È un festival dedicato alle grandi star del violino, possibilmente al loro primo debutto a Cremona. Pensiamo agli interpreti e pensiamo al luogo, l’Auditorium Arvedi, progettato per la musica dal vivo con strumenti ad arco. Siamo sempre alla ricerca di nomi importanti per nuovi debutti che ben si intonino con le “tinte” cremonesi e l’identità culturale della città».
«Suonare uno Stradivari a Cremona, in questa sala, è per ogni violinista un’esperienza emozionante. Lo leggi nei loro occhi!» aggiunge Virginia Villa.
Ma perché questa tradizione settembrina di liuteria e musica?
«È una tradizione legata alla Triennale, il concorso internazionale di liuteria contemporanea – ogni tre anni, appunto e sempre a fine settembre – e all’annuale salone CremonaMusica, nello stesso periodo. Stradivari Festival nasce sulla scia di questa tradizione, come prima rassegna legata al Museo del Violino e all’Auditorium Arvedi. È la rassegna musicale più importante della città dedicata al violino e alla liuteria classica cremonese».
Quale sarà il programma?
«Avremo otto concerti. In apertura, sabato 28 settembre, il debutto di Giuliano Carmignola insieme con una delle migliori orchestre da camere d’Europa, il Concerto Köln. Un programma tutto Settecento: Bach, Vivaldi, Avison, Dall’Abaco… Domenica 29 settembre, Uri Caine – con il Quartetto Indaco e il fisarmonicista Ted Reichman – proporrà invece un originalissimo progetto di trascrizione di partiture wagneriane. Un Wagner reinterpretato per un ensemble tipo “caffè concerto”, come quelli che il compositore ascoltava in piazza San Marco a Venezia nell’ultimo periodo della sua vita. Prevediamo poi un sold-out per Krystian Zimerman (giovedì 3 ottobre) con un trio d’archi. Sarà un programma importante, indubbiamente impegnativo e di grande musica: gli ultimi due Quartetti di Brahms e il Quartetto in la minore di Mahler. Ci sarà poi il violoncellista Giovanni Gnocchi (sabato 5 ottobre, con il pianista Lonquich); un trio di “all star” l'11 ottobre, con la Camerata Ducale, per una serata Bach: Guido Rimonda e il suo violino nero appartenuto a Leclerc, Ramin Bahrami al pianoforte e Massimo Mercelli al flauto. Quindi il gran finale, sabato 12 ottobre, con la “prima volta” al festival di Daniel Hope con il suo Guarneri del Gesù “ex Lipinski” 1742 e la formidabile Zürcher Kammerorchester».
E poi lo Stradivari Memorial Day, il 18 dicembre.
«Per celebrare l’anniversario della morte di Stradivari avremo un progetto in esclusiva per il Museo del Violino con le prime parti delle maggiori orchestre italiane: Scala, RAI e Santa Cecilia».
In settembre il MdV compie sei anni… Soddisfatti?
«Assolutamente» conclude Virginia Villa. «Ogni anno chiudiamo in crescita. Pubblico ai concerti, visitatori, laboratori per le scuole, visite guidate… Quest’anno abbiamo già toccato la soglia delle 100mila presenze. Solo i visitatori sono 65mila. La città di Cremona conta poco più di 70mila abitanti... Non avrei mai pensato che saremmo riusciti ad arrivare fin qui. Contribuire con il nostro lavoro alla valorizzazione della liuteria classica cremonese – patrimonio immateriale dell’umanità secondo UNESCO – ci onora. E ci rende orgogliosi».