«L'arte della musica è in grado di toccare e avvicinarsi ai misteri e alle leggi esistenti nel cosmo e nel mondo»: era questa la funzione e il senso della musica secondo Sofia Gubaidulina, la grande compositrice scomparsa qualche giorno fa lasciando un ricchissimo catalogo di lavori. Mai troppo amata nell’Unione Sovietica – nel 1979 la sua musica fu bollata come "fango rumoroso" dall’Unione dei Compositori Sovietici, della quale faceva parte fin dal 1961 – restò a viverci fino al suo crollo, quando decise di stabilirsi ad Appen, un villaggio rurale nel nord della Germania, poco lontano da Amburgo, dove è morta a 93 anni.

A cinque anni vede un’icona di Cristo e riconosce Dio in quell’immagine. Un’esperienza che segna la sua vita e il suo percorso artistico, via via più segnato da temi spirituali: «in qualche modo la musica si è fusa naturalmente con la religione", ha detto, "e il suono è diventato sacro per me» dirà in seguito. Nonostante la vicinanza alla fede russo-ortodossa, le cui musiche furono spesso fonte di ispirazione per le sue creazioni, il suo senso religioso superava quello strettamente dottrinale, come lei stessa ebbe a dire: «Sono una persona religiosa di fede russo-ortodossa e intendo la “religione” nel significato letterale della parola, ossia “re-ligio”, cioè ripristino delle connessioni, ripristino del “legato” della vita. Non c'è missione più seria di questa per la musica.»
Intimamente convinta della funzione della musica come strumento di elevazione esistenziale prima ancora che spirituale («L’arte della musica è coerente con il compito di espandere la dimensione superiore della nostra vita come se parlasse con Dio»), di Sofia Gubaidulina proponiamo di seguito un suo ritratto attraverso l’ascolto di dieci fra le sue composizioni più significative che coprono tutta la sua lunga parabola creativa.
1. Offertorium. Conncerto per violino e orchestra n. 1
Composto nel 1980 per il violinista estone Gidon Kremer, è uno dei lavori più celebri della compositrice e quello che la fece conoscere al pubblico occidentale. Complessa e intrisa di un profondo simbolismo spirituale, questa composizione parte da un tema bachiano dalla Musikalisches Opfer BWV 1079 per sezionarlo, ampliarlo e ricostruirlo dalle fondamenta.
Gidon Kremer, violino - Orchestra del Ministero della Cultura dell’URSS - Gennady Rozhdestvensky, direttore (Mosca, 1989)
2. In tempus praesens. Concerto per violino e orchestra
«In tempus praesens occupa un posto molto speciale nel mio cuore perché è una musica di una tale profondità emotiva e di un'incredibile nobiltà compositiva e abilità»: parole di Anne-Sophie Mutter sull’altro celebre concerto per violino e orchestra di Gubaidulina composto nel 2007 per la violinista tedesca. Un’esplorazione del “presente” intensamente espressiva, con forti contrasti tra orchestra e solista, il quale è investito di un ruolo lirico e spirituale con il violino che assume un ruolo quasi mistico in contrasto con la corporeità del suono dell’orchestra sollecitata a una prova estremamente impegnativa. «Abbiamo questo incredibile gong, che quando viene colpito ha bisogno di due percussionisti per appoggiarsi ad esso, per abbassarlo. – dice ancora la Mutter – È come se la Terra si aprisse.»
Anne-Sophie Mutter, violin - London Symphony Orchestra - Valery Gergiev, direttore
3. Concordanza per ensemble da camera
Concordanza è una composizione per da camera del 1971 costruita su due idee contrastanti in lotta fino a raggiungere un equilibrio. La “concordanza”, come conciliazione di opposte polarità, viene raggiunta solo alla fine di una ricca serie di contrasti e di mutazioni nei colori orchestrali che rendono il percorso verso la luce un’affascinante esperienza di ascolto.
Esbjerg Ensemble - (Esbjerg, 2016)
4. Sem’ Slovo (Sette parole)
Composta nel 1988, è una riflessione sulla passione di Cristo, ispirata dalle sette ultime parole pronunciate da Gesù sulla croce. Sette sono le sezioni, ciascuna delle quali corrisponde a una delle ultime parole di Gesù. Questa meditazione in musica sulla sofferenza e la redenzione ma anche riflessione sulla condizione umana e sul divino, si caratterizza per una scrittura musicale di forte intensità emotiva e spirituale nel dialogo fra i due strumenti solisti –violoncello e bayan – e un’orchestra di soli archi.
Jean-Guihen Queyras, cello - Geir Draugsvoll, bayan - Norwegian Chamber Orchestra - Per Kristian Skalstad, direttore
5. Glorious Percussion. Concerto per ensemble di percussioni e orchestra
Composto nel 2008, per un ensemble di cinque percussionisti, che utilizzano una vasta gamma di strumenti anche non convenzionali, e grande orchestra. Un aspetto distintivo che distingue questa composizione dalle precedenti di Gubaidulina è la presenza di sette episodi nei quali i percussionisti solisti improvvisano senza una partitura prestabilita di fronte all’orchestra come reminiscenza di pratiche strumentali di epoche in cui prevaleva una tradizione orale.
Les Percussions de Strasbourg - Orchestra del Teatro La Fenice - John Axelrod, direttore (Venezia, Biennale Musica 2013)
6. Stimmen… Verstummen.... Sinfonia in 12 momenti per orchestra
Una sinfonia in dodici movimenti costruiti secondo un’architettura sonora costruita secondo principi numerologici e simbolici, in particolare sul numero 7, frequentemente associato al sacro e alla spiritualità nei lavori della compositrice. Composta per il direttore d'orchestra Gennady Rozhdestvensky nel 1986, questa composizione è costruita su rapporti dialettici fra suono e silenzio, tensione e rilassamento, presenza e assenza, tutti elementi fondamentali nella poetica della compositrice. Nei frequenti ammassi sonori dell’orchestra, si fa spazio anche un breve “assolo” del direttore d'orchestra, al quale sono richiesti gesti delle mani e del braccio come in una danza asiatica. Stimmen… verstummen… suggerisce una tensione tra voci che emergono e si dissolvono nel silenzio, come metafora del passaggio tra l’essere e il non-essere, dalla vita alla morte.
WDR Sinfonieorchester - Cristian Măcelaru, conductor (Colonia, 2022)
7. Johannes-Passion
Commissionata dall'Internationale Bachakademie di Stoccarda nel 2000 per commemorare il 250 anniversario della morte di Johann Sebastian Bach e salutare il nuovo millennio, la Johannes-Passion fu concepita come la prima parte di un monumentale dittico con Johannes-Ostern (la Pasqua secondo Giovanni), completata nel 2001, che nell’insieme trattano la passione e la resurrezione di Cristo. Partendo da testi tratti dal Vangelo di Giovanni e dall'Apocalisse in lingua russa, ancora una volta la compositrice esplora temi profondi come la sofferenza e la redenzione. È considerata una delle testimonianze più significative della musica sacra del nostro tempo.
Natalia Korneva (soprano), Viktor Lutsiuk (tenore), Fedor Mozhaev (baritono), Gennady Bezzubenkov (basso) - Coro da Camera di San Pietroburgo - Orchestra e Coro del Teatro Mariinski di San Pietroburgo - Valery Gergiev, direttore (Stoccarda, 2000)
8. Pro et Contra per grande orchestra
Pro et Contra è una composizione orchestrale che riflette l'intento della compositrice di mettere insieme materiali sonori apparentemente incompatibili e contraddittori. Fin dal titolo, si parla di un conflitto fra principi opposti, fra mondi sonori contrastanti: uno gioioso con luminosi scampanii costantemente minacciato da un secondo, più cupo e brutale, entrambi con radici comuni nell'inno sacro russo-ortodosso “Alleluia”.
9. Sonnengesang (Cantico del sole)
Celebrazione della bellezza del creato e della comunione con il divino attraverso elementi naturali come il Sole, la Luna, il vento e l’acqua, basata sul celebre inno di San Francesco. L’opera, composta da Sofia Gubaidulina nel 1997 per violoncello, percussioni, coro e campanelli, è divisa in quattro parti: Lode al Sole e alla Natura, Lode alla Vita e alla Morte, Ascesi e Trasfigurazione, Estasi e Silenzio. È uno dei capolavori di Gubaidulina per la fusione di misticismo, sperimentazione timbrica e simbolismo musicale. Da un suono ricco e pieno il Cantico tende verso una rarefazione quasi totale che allude al distacco dell’anima dal corpo e la sua ascesa verso il divino.
Gal Faganel, violoncello - Slovenian Chamber Choir - Kaspars Putninš, direttore
10. Der Zorn Gottes (L'Ira di Dio)
Completata nel 2019, è una delle ultime composizioni di Gubaidulina e trae origine dal settimo movimento del suo oratorio Über Liebe und Hass (Di amore e odio) del 2016. Dedicata “al grande Beethoven” questa composizione per orchestra si apre con un tema tratto dall'ultimo movimento del Quartetto per archi n. 16. L’immagine di un Dio adirato è evocata dalle poderose e spaventose sonorità di archi e dei fiati nel registro grave, alle quali i violenti colpi delle percussioni aggiungono intensità.
hr-Sinfonieorchester – Frankfurt Radio Symphony - Maxime Pascal, direttore∙(Francoforte sul Meno, 2024)