Ferrara Musica, atto secondo

L’11 gennaio riparte la stagione concertistica 2021-2022 tra sinfonica e cameristica. Ne parliamo con il direttore artistico Enzo Restagno | IN COLLABORAZIONE CON FERRARA MUSICA

Mahler Chamber Orchestra (foto Molina Visuals)
Mahler Chamber Orchestra (foto Molina Visuals)
Articolo
classica

Riprende l’11 gennaio la stagione concertistica 2021-2022 di Ferrara Musica, primo atto di una seconda parte che viene inaugurata dalla Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniele Gatti, un ritorno a distanza di tre anni pensato per completare il ciclo dedicato a Schumann, in un programma dedicato alla Terza Sinfonia del compositore nato a Zwickau.

Ma il cartellone che arriva al 10 maggio contempla altre formazioni orchestrali quali La European Union Youth Orchestra, impegnata in due concerti sinfonici diretti dalla direttrice d’orchestra d’origine hongkonghese Elim Chan (25 marzo) e Ivan Fischer (30 marzo) con soliste rispettivamente Sol Gabetta e Kreeta-Julia Heikkilä, e ancora l’Orchestre de Paris diretta da Esa-Pekka Salonen (28 aprile). Sul versante cameristico, invece, troviamo solisti quali il violinista Giuseppe Gibboni in duo con il pianista Ingmar Lazar (9 febbraio) e, per il ciclo pianistico, interpreti come Alexander Gadijev (22 febbraio), Alessandro Taverna (9 marzo) e Jae Hong Park (6 aprile).

Un programma variegato, quindi, del quale abbiamo parlato con il direttore artistico Enzo Restagno.

Enzo Restagno (foto Marco Caselli Nirmal - Ferrara Musica)
Enzo Restagno (foto Marco Caselli Nirmal - Ferrara Musica)

Nelle sue note al programma di questa seconda parte della stagione 2021-2022 di Ferrara Musica, lei ha sottolineato che «non c’è un tema in questa stagione di concerti». Partiamo da qui: come mai questa scelta?

«Diciamo che io non amo molto la tematizzazione delle stagioni, una tendenza abbastanza diffusa, lo so bene, ma che secondo me rappresenta un limite, un recinto alla ricchezza di rimandi e riferimenti più o meno causali che l’accostamento di differenti brani musicali può e deve generare. Naturalmente l’assenza di un tema conduttore non significa abbandonare la programmazione di una stagione al caso, tutt’altro. Se andiamo oltre un primo livello superficiale, possiamo scoprire come gli incontri con la musica che, di primo acchito, ci danno l’impressione di una meravigliosa casualità, nascondano in realtà l’occasione unica di condividere una rivelazione improvvisa, un rimando inatteso, di essere partecipi di relazioni e scoperte sorprendenti. In questo senso, attribuire un tema chiuso e univoco ad un’arte così duttile come la musica mi pare restringere la sua potenzialità di suggestione.

«… attribuire un tema chiuso e univoco ad un’arte così duttile come la musica mi pare restringere la sua potenzialità di suggestione».

Naturalmente un approccio di questo genere presuppone una grande importanza attribuita all’ascolto, vale a dire a quella sorgente di rimandi molteplici generata dal fitto intreccio sotterraneo che lega brani apparentemente anche molto differenti o lontani. Si tratta di un metodo nella costruzione di un programma concertistico che abbiamo pienamente condiviso con il presidente di Ferrara Musica Francesco Micheli e che appare come una sorta di precipitato, di sintesi distillata dall’esperienza che ho maturato in quasi cinquant’anni di direzioni artistiche».

Quindi non un tema univoco, ma punti di contatto e rimandi tra i differenti appuntamenti li possiamo trovare…

«Naturalmente, ma devono comunque essere il veicolo di una scoperta. È il caso, per esempio, rappresentato dal Focus Bach che ha chiuso la prima parte della stagione il 6 dicembre scorso: l’occasione rappresentata dal trecentesimo anniversario dei Concerti Brandeburghesi ci ha permesso di godere delle magnifiche interpretazioni di una formazione come l’Akademie für Alte Musik Berlin diretta da Bernhard Forck, seguita il giorno dopo un’antologia di concerti di Bach con la violinista Isabelle Faust».

Esa-Pekka Salonen (foto Minna Hatinen - Finnish National Opera and Ballet)
Esa-Pekka Salonen (foto Minna Hatinen - Finnish National Opera and Ballet)

Anche in questa seconda parte della stagione, quindi, troviamo rimandi più o meno sotterranei…

«Ci sono tante coincidenze nei nostri concerti ma vorrei che fosse il pubblico a scoprirle: per esempio il Concerto per orchestra di Bartók diretto da Iván Fischer si lega in qualche modo con il Bartók de Il mandarino meraviglioso diretto da Esa-Pekka Salonen. Oppure i rimandi intrecciati di figure quali Chopin, Debussy e Scrjabin, o ancora di Ravel e di Poulenc, che abitano i programmi proposti delle grandi orchestre nostre ospiti quali la Mahler Chamber Orchestra, la European Union Youth Orchestra o ancora l’Orchestre de Paris dirette rispettivamente dalle prestigiose bacchette di Daniele Gatti, Iván Fischer ed Esa-Pekka Salonen. Si tratta di appuntamenti che offriranno momenti particolarmente pregnanti per la cifra interpretativa che ognuno dei direttori coinvolti saprà restituire nelle differenti pagine con le quali si confronteranno. La scelta del repertorio e delle compagini orchestrali impegnate, infatti, è andata nella direzione di valorizzare un percorso espressivo personale e specifico per ognuno degli interpreti che abbiamo chiamato a far parte del nostro cartellone. Oltre al già citato intreccio tra i due Bartók di Esa-Pekka Salonen e di Iván Fischer, mi piace pensare, per esempio, che Gatti saprà restituire una cifra interessante ad uno Schumann un poco sottovalutato come quello sinfonico, caratterizzato da una scrittura articolata, fratta e catafratta, distante dall’algida compostezza accademica del sinfonismo brahmsiano».

Daniele Gatti (foto Marco Borggreve)
Daniele Gatti (foto Marco Borggreve)

Il cartellone prevede anche un’offerta cameristica: come sono stati scelti gli artisti coinvolti?

«Pensando ai solisti che abbiamo chiamato, posso dire che in tanti casi si è trattato di una vera e propria scommessa, una scelta che abbiamo voluto fare puntando su giovani esecutori che si stanno affacciando alla ribalta internazionale. Così il violinista salernitano Giuseppe Gibboni, recente vincitore del Premio Paganini 2021, suonerà in duo con il pianista francese Ingmar Lazar. E ancora, il pianista Alexander Gadjiev, che si è affermato grazie al secondo premio assoluto e premio speciale della giuria all’ultimo Concorso “Chopin”, si affianca al già ampiamente conosciuto Alessandro Taverna e al giovane ma già molto maturo Jae Hong Park, vincitore del Concorso “Busoni” 2021 che ho scoperto proprio ascoltandolo per radio. Questi solisti offriranno l’ascolto di alcune delle pagine più affascinanti del pianismo romantico, attraverso autori popolarissimi come Chopin, Schumann, Franck, Scrjabin e Rachmaninov. Proprio questi due ultimi autori sono legati da un’affinità profonda, coltivata fin dal periodo di frequentazione della classe di pianoforte di Nikolaj Zverev, ritenuto uno dei più prestigiosi docenti del suo tempo».

Alexander Gadjiev (foto Darek Golik)
Alexander Gadjiev (foto Darek Golik)

A proposito di educazione, nell’ambito di questo cartellone avete previsto anche momenti dedicati ai più giovani oltre a iniziative di divulgazione rivolte al pubblico…

«È vero, ma a questo proposito devo dire qualcosa sul pubblico di Ferrara. Noi che organizziamo questa rassegna siamo fortunati perché si tratta di un pubblico molto colto e preparato, capace di cogliere a pieno le diverse specificità delle differenti proposte. Si tratta di un risultato dovuto a chi è venuto prima di me, a partire da Claudio Abbado che ha voluto fortemente questa impostazione di Ferrara Musica, particolarmente attenta a coltivare un pubblico sempre più consapevole e competente. Noi cerchiamo di portare avanti questa tradizione. Quindi, venendo alle iniziative legate a questa seconda parte della stagione, tra marzo e aprile 2022 sono previsti due appuntamenti dedicati ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie. I concerti permetteranno agli spettatori più giovani di accostarsi alla musica classica in modo divertente e giocoso, grazie all’approccio più informale e ai programmi appositamente studiati. Il primo di questi appuntamenti vedrà coinvolta, domenica 27 marzo, l’European Union Youth Orchestra che, sotto la guida di Peter Stark e con la presentazione del musicologo e divulgatore Fabio Sartorelli, fornirà una guida per entrare nel cuore del Concerto per Orchestra di Bartók. Domenica 3 aprile, inoltre, quello spazio bellissimo rappresentato dal Ridotto del Teatro diventerà una vera e propria “stanza dei giochi” per i più piccoli e vedrà l’esecuzione de L’Histoire de Babar di Poulenc ad opera di Antonio Ballista, celebre pianista e camerista di grandissima esperienza, di ritorno a Ferrara Musica dopo quasi trent’anni, in collaborazione con il musicologo Alberto Batisti nel ruolo di narratore».

«…devo dire qualcosa sul pubblico di Ferrara. Noi che organizziamo questa rassegna siamo fortunati perché si tratta di un pubblico molto colto e preparato, capace di cogliere a pieno le diverse specificità delle differenti proposte».

Quindi la vostra stagione valorizza anche differenti luoghi della città di Ferrara…

«Certamente, in questa magnifica città abbiamo spazi meravigliosi che è un dovere, oltre che una grande opportunità, valorizzare a pieno. Lo abbiamo fatto, per esempio, lo scorso mese di ottobre, in occasione della conclusione del ciclo Josquin500, celebrata alla Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti con l’ensemble Odhecaton diretto da Paolo Da Col. Una nuova occasione per valorizzare da un lato la storia e dall’altro il patrimonio di Ferrara potrà essere il 439esimo compleanno di Girolamo Frescobaldi, che cadrà il prossimo 13 settembre. Stiamo pensando ad una celebrazione che sia una vera e propria festa, forse a Palazzo Schifanoia oppure ritornando a Palazzo dei Diamanti, in ogni caso, l’appuntamento è già fissato».

Tutti i dettagli e le informazioni su Ferrara Musica sono disponibili sul sito www.ferraramusica.it.

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