Ennio Morricone compositore colto

Non solo colonne sonore: 5 brani per capire il Morricone compositore lontano dal cinema

Ennio Morricone compositore colto
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A pochi giorni dalla morte di Ennio Morricone sono innumerevoli i tributi che il mondo della musica e dello spettacolo continuano a dedicare al musicista italiano, senza dubbio il più grande compositore di musica per film del secondo Novecento. Mentre i social accolgono i motivi più celebri delle sue indimenticabili colonne sonore e i titoli delle canzoni che l’hanno coinvolto in veste di autore e di insuperabile arrangiatore, gli appassionati più puri rivendicano lo spessore musicale di Ennio Morricone ricordando a gran voce la sua produzione più sperimentale: “musica assoluta”, come il compositore teneva a definirla.

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È noto come alla cospicua produzione cinematografica, Morricone abbia sempre cercato di mantenere un rapporto costante con la musica “colta”, lasciando oggi un catalogo di oltre cinquanta composizioni tra pezzi solistici, da camera, sinfonici e corali. Ma al di là dei singoli ambiti trattati, va sicuramente riconosciuto a Morricone il pregio di aver portato all’attenzione del grande pubblico l’esistenza di una produzione musicale che prescinde l’intrattenimento, destinata ai teatri e alle sale da concerto, frutto di un lavoro quotidiano paragonabile a quello di un artigiano.

Gli appassionati più puri rivendicano lo spessore musicale di Ennio Morricone ricordando a gran voce la sua produzione più sperimentale: “musica assoluta”, come il compositore teneva a definirla.

Ben lontani dal volere costringere la figura di questo musicista in un genere piuttosto che a un altro, va sicuramente precisato che Morricone non avrebbe potuto scrivere buona parte della storia della canzone e della musica per film se non avesse continuato a occuparsi così assiduamente alle sue sperimentazioni. Nonostante in Italia la "musica applicata" sia purtroppo oggetto di non pochi pregiudizi, Morricone ci ricorda ancora oggi quanto necessaria sia una seria e profonda conoscenza della musica, a prescindere da quale stile o ambito si voglia toccare.

Dopo aver studiato tromba e strumentazione per banda al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, Ennio Morricone si diploma infatti in composizione con Goffredo Petrassi, maestro al quale rimarrà legato per tutta la vita. Negli anni Cinquanta comincia a collaborare per la televisione e l’industria discografica portando la figura dell’arrangiatore ad altissimi livelli qualitativi, e contribuendo in modo determinante al successo di numerosi cantanti. Nel decennio successivo muove i primi passi nel cinema, e allo stesso tempo prende parte attiva alla sperimentazione musicale più pura con il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, coltivando i diversi generi per tutta la vita.

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Al rapporto con la scrittura, in quanto raffinata espressione di un lavoro artigianale, Ennio Morricone accostò il concetto di bellezza che, in una conversazione con Sergio Bestente per Il giornale della musica qualche anno fa, definì in questo modo:

«Il bello assoluto in musica non esiste, come d’altronde non esiste nelle altre arti. Ci sono però delle regole precise in base alle quali una composizione si può definire oggettivamente bella. L’equilibrio della forma, la ricerca nelle sonorità, la varietà dei timbri, gli equilibri interni. Oggi queste cose devono variare in ogni composizione, mentre in passato ci si poteva basare su una forma storicizzata; oggi il compositore deve cioè cercare l’equilibrio in una forma che lui stesso crea dal nulla. È da tutto ciò che è lecito che oggi ci può arrivare la bellezza. Ma una composizione ben scritta risulterà bella anche all’esecuzione: dunque è la scrittura ciò che può dare un risultato di bellezza riconoscibile universalmente, indipendentemente dal condividerne o meno la sostanza».

Al fine rendere omaggio a questo musicista nel modo più completo possibile, ecco una selezione di cinque tra le opere di “musica assoluta” più rappresentative e meritevoli di essere riscoperte di Ennio Morricone.

«Oggi il compositore deve cercare l’equilibrio in una forma che lui stesso crea dal nulla. È da tutto ciò che è lecito che oggi ci può arrivare la bellezza». Ennio Morricone

Ennio Morricone compositore colto musica classica

1. Suoni per Dino 

Nel 1969 Morricone scrisse questo lavoro come tributo all’amicizia e al legame professionale che lo strinse a Dino Asciolla, violista versatile che seppe affrontare tanto il repertorio storico, quanto quello moderno. Degno sostituto di Piero Farulli nel Quartetto italiano, Asciolla prestò la sua arte anche al mondo della canzone, collaborando tra gli altri con De André, e del cinema. Presentato al Festival di musica de La Biennale di Venezia, con Suoni per Dino Morricone offrì il suo contributo all’indagine sul rapporto tra uomo e macchina, ovvero tra viola ed elettronica.

2. Bambini del mondo 

Morricone scrisse molti lavori per coro, e in particolar modo per voci bianche. Tra questi, uno dei più suggestivi è senza dubbio Bambini del mondo, composto per l’Unicef nel 1979, come musica per l'episodio di un film di animazione. Qui le voci animano una fitta rete di melodie che, oltre a ricordare la grande tradizione dell’arte vocale sacra, si espandono fino a occupare l’intero spazio prima di stringersi e fondersi in un unico suono. 

3. Concerto per tromba 

Cinema o no, nella musica di Morricone la tromba ricopre un ruolo privilegiato, tant’è che nel 1991 il compositore contribuì all’ampliamento del repertorio del proprio strumento con un Concerto per tromba, archi e percussioni intitolato Ut (la nota do), dal nome del primo suono del sistema musicale teorizzato da Guido d’Arezzo. Il Concerto è dedicato a Mauro Maur, già prima tromba dell’Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma, nonché amico e collaboratore di lunga data del compositore. Suoi sono infatti alcuni memorabili assoli di tromba creati per il grande schermo.

4. Immobile n. 2 

Dopo la straordinaria esplorazione sonora avviata dall’armonica nel film C’era una volta il West, Morricone torna a scrivere nel 2001 per questo inusuale strumento. Conservando un legame con alcune sonorità care alle partiture per il cinema, Immobile n. 2 per armonica a bocca e dodici archi amplifica la sensazione di staticità e inquietudine già tratteggiata nel leggendario film, a riprova di quanto Morricone seppe spingere all’estremo la scrittura musicale in ambito cinematografico.

5. Voci dal silenzio

Sull’onda dell’emozione per la tragedia dell'11 settembre 2001, Ennio Morricone compose un ampio lavoro per voce recitante, coro, elettronica e orchestra dedicato a tutte le stragi del mondo. Commissionato dal Ravenna Festival, dove è stato diretto in prima assoluta da Riccardo Muti, Voci dal silenzio è l’opera di Morricone più conosciuta dal pubblico, puntualmente inserita nel programma degli ultimi tour internazionali del compositore, accanto ai classici della musica da cinema. 

Dopo anni di netta separazione, Voci dal silenzio consentì infine alle diverse sfere musicali di Morricone di far pace tra loro, avvicinandosi in un brano che accoglie tanto una citazione dal film The Mission, quanto un estratto del Kyrie di una Messa del Perotinus, rielaborato elettronicamente.

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