Il rinnovamento dell’immagine della Fondazione Ghislieri di Pavia nasce dall’esigenza di coordinare e mettere in risalto le numerose attività e iniziative sviluppate dalla fondazione stessa e dai suoi organismi che comprendono il Collegio, fondato nel 1567 da papa Pio V, la Associazione Alunni, creata nel 1943, e il settore musicale nato all’interno del coro universitario e sviluppato a partire dal 2003.
Denominato fino al mese scorso semplicemente Ghislieri Musica, in virtù dei buoni risultati ottenuti e della lungimiranza della sua azione è stato ora ribattezzato Centro di Musica Antica. Questo non rappresenta un cambiamento, ma secondo quanto ha raccontato nell’incontro di presentazione il suo direttore Giulio Prandi, una presa di coscienza delle potenzialità espresse da oltre quindici anni di lavoro di esecuzione e di ricerca centrati sulla musica sacra italiana del Settecento, che è meno nota rispetto all’opera e alla musica strumentale dello stesso periodo e che merita di essere conosciuta e valorizzata.
Tutto è iniziato tra colleghi di studio e amici, quando Prandi era matricola della facoltà di matematica dell’Università di Pavia, e studiava contemporaneamente canto e direzione d’orchestra presso il Conservatorio di Milano. Entrato a far parte del coro universitario del Collegio Ghislieri e intravedendo la possibilità di creare una formazione vocale e strumentale professionale, ha dato un contributo fondamentale alla creazione del Coro e Orchestra Ghislieri, che nel tempo è cresciuto fino a rappresentare un punto di riferimento nel panorama internazionale e cosmopolita della musica antica. La scommessa nata da un sogno è diventata una realtà nella quale la fondazione Ghislieri crede, al punto da averla posta come uno dei suoi punti qualificanti. Il Centro è oggi un partner importante del REMA (Reseau Européen de Musique Ancienne), del quale Prandi ha appena assunto la vicepresidenza, ed essendo in costante contatto con il mondo universitario, è impegnato anche nella valorizzazione dei giovani talenti, come partner nel quadro del programma della Unione Europea Eeemerging.
A compimento della giornata di presentazione della sua nuova veste online e della ridefinizione dei suoi obiettivi, il 4 aprile il Ghislieri ha offerto alla città di Pavia un concerto nel quale il Coro e Orchestra che porta il suo nome ha eseguito nella splendida basilica romanica di San Michele alcune composizioni particolarmente legate alla storia del gruppo, tra queste il Dixit Dominus di Baldassarre Galuppi, con il quale il Centro ha inaugurato la serie di edizioni critiche dedicata alla Musica Sacra del Settecento Italiano.
La prossima pubblicazione sarà quella del Requiem di Jommelli che verrà eseguito nello stesso luogo il 20 giugno 2019, nell’ambito della nona edizione della rassegna Pavia Barocca 2019. Supportato da un comitato scientifico costituito in collaborazione con l’Università di Pavia, il Centro ha pubblicato con la Società Editrice di Musicologia gli atti del convegno internazionale «La nostra musica di chiesa è assai differente…». Mozart e la musica sacra italiana che si è svolto nell’ ottobre del 2015 nella sede del Collegio.
Anche se il progetto biennale della Académie de Musique Baroque di Ambronay che da alcuni anni inizia il suo percorso concertistico dal Ghislieri è slittato al prossimo anno, l’attenzione verso la formazione dei giovani musicisti rimane costante e rivela spesso piacevoli sorprese, come quella del quartetto di flauti Palisander che si è esibito sia a conclusione della presentazione del Centro che all’inizio del concerto nella Chiesa di San Michele, dopo una settimana di soggiorno a Pavia. Il gruppo di giovani musiciste inglesi è al suo primo anno di partecipazione al progetto Eeemerging e si è già distinto per la sua qualità.
Abbiamo chiesto ad una delle sue fondatrici, Miriam Monaghan, di raccontare questa esperienza.
Come avete trascorso questo periodo a Pavia?
«L’obiettivo principale della nostra residenza era quello di ritagliare del tempo all’interno delle nostre vite di musiciste freelance per sviluppare il nuovo progetto di programma artistico dedicato ai rapporti tra la musica e la magia. Passeggiare per la città e provare nell’Aula Magna e nel salone San Pio dello storico Collegio è stata una grande fonte di ispirazione e pensiamo di aver fatto dei progressi, sul piano creativo, tecnico e artistico. Quella di poter rimanere concentrate su un singolo progetto senza interruzioni è stata una opportunità piuttosto rara, e non vediamo l’ora di poter proseguire e presentare nei prossimi mesi il risultato del lavoro iniziato a Pavia».
Chi avete incontrato in questa settimana?
«Studenti e insegnanti di scuole medie per i quali abbiamo svolto due concerti interattivi, e con i quali abbiamo condiviso la nostra passione per gli strumenti che suoniamo, raccontando la nostra esperienza di vita nella professione musicale. Ci ha molto colpito la maturità del dialogo con studenti giovanissimi, anche al di sotto dei dodici anni, che hanno fatto domande su respirazione e articolazione, sulla storia del repertorio e sulle caratteristiche fisiche dei diversi strumenti. Abbiamo raccontato dei nostri progetti e delle nostre esperienze anche agli allievi del Conservatorio di Pavia, e le parole di apprezzamento e di incoraggiamento che abbiamo ricevuto sia dallo staff del Centro che dalle persone che abbiamo incontrato in queste intense giornate ci hanno fatto venire voglia di tornare presto…».