Bru Zane: se il mecenate fa impresa

3 ottobre 2009: aperto a Venezia il progetto sulla musica romantica francese

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Nicole Bru, ex presidente dei laboratori farmaceutici Upsa, creati dai suoi suoceri, ceduta l'azienda per pagare i diritti di successione alla morte del marito, con una parte della sua fortuna ha creato una Fondazione che opera in vari campi del sostegno umanitario e umanistico: ieri ha aperto le sue porte il restaurato Casino Zane, una splendida costruzione di fine Seicento già adibito storicamente dal suo illuminato padrone a intrattenimenti musicali e colti. Innamorata di Venezia, madame Nicole ha acquistato per 8 milioni di euro il cadente palazzotto, lo ha restaurato per 4,5 milioni di euro affidandone la direzione all'architetto Marco Zordan, e ora da 3,5 milioni di euro l'anno a uno staff di giovanissimi francesi che sono venuti a vivere in laguna per impiantare qui la loro azione internazionale, per far riascoltare e riscoprire tutta la musica francese scritta tra fine Settecento e primi due decenni del Novecento . Concerti (la prima raffica è sino al 7 novembre), pubblicazioni con la casa editrice di Lyon Symétrie, dischi con Glossa, coproduzioni importanti in particolare con l'Opéra Comique di Parigi (dal 10 dicembre "Fortunio" di Messager, dal 24 febbraio 2010 "Béatrice et Bénédict" di Berlioz) e il Centre de Musique Baroque di Versailles sono condotti dalla direzione generale di Olivier Lexa e da quella scientifico-artistica dei gemilli Benoit e Alexandre Drawicki, giovinetti presentati a Madame Nicole da Hervé Niquet del Concert Spirituel, ensemble di antica da tempo sostenuto dalla Fondation Bru.
Il pomeriggio nell'incantevole sala del Palazzetto Bru Zane e la sera nella Scuola Grande San Giovanni Evangelista sono nate le prime note (nella foto di Michele Crosera). Il vellutato Concerto Koln diretto da Andreas Spering ha suonato pagine a noi ignote di Hyacinthe Jadin e di Louis-Férdinand Hérold: al fortepiano, per il Concerto del primo (joli più che superbe) era Alain Planés, mentre la Sinfonia dell'autore dello "Zampa" era di simpatica e goffa bruttezza, qualcosa come delle imbarazzanti danze tra un atto e l'altro di una opera mal riuscita. Ma quando mancherà il diletto dell'ascolto, avremo sempre il piacere di vedere all'opera, con spirito e energia imprenditoriale, un mecenatismo europeo che si fa modello per una nazione culturalmente e moralmente prostrata da milionari che amano spendere in altro modo le loro risorse e i loro poteri.

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Articolo in collaborazione con Fondazione Busoni

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