Addio a Kenneth Gilbert

Un ricordo del clavicembalista e organista canadese, morto a 88 anni

Kenneth Gilbert
Kenneth Gilbert
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È scomparso il 15 aprile scorso Kenneth Gilbert, illustre clavicembalista e organista nato a Montréal, in Canada, il 16 dicembre del 1931. Dopo aver terminato studi al Conservatorio della città natale, nel 1953, continuò la sua formazione musicale a Parigi, studiando composizione con Nadia Boulanger, organo con Gaston Litaize e Murice Duruflé e clavicembalo con Sylvie Spicket. Tuttavia la sua formazione relativa a quest’ultimo strumento deve molto anche alla figura dell’italiano Ruggero Gerlin.

La sua attività concertistica si sviluppò soprattutto dalla fine degli anni Sessanta, in Europa e oltreoceano, e il suo approccio alla musica fu sempre caratterizzato un esemplare equilibrio tra rigore scientifico e attenzione all’aspetto espressivo dei brani. Restano di riferimento le sue interpretazioni del repertorio clavicembalistico francese – l’integrale dei quattro libri di François Couperin, quelle dedicate a Jean-Philippe Rameau e a Jean-Henri d’Anglebert – ma anche quelle in cui affrontò i principali capolavori di J. S. Bach, dal Clavicembalo ben temperato alle Variazioni Goldberg, realizzate per le etichette discografiche Harmonia Mundi e Archiv (l’indimenticabile sezione della Deustche Grammophon per la musica antica). Proprio per quest’ultima partecipò anche all’esecuzione dei concerti per due, tre e quattro clavicembali di Bach, insieme al suo collega e amico Trevor Pinnock e a The English Concert.

Forte di un vivace spirito indagatore, curò per l’editore Heugel l’edizione critica dei quattro Livres de Clavecin di François Couperin, dell’integrale delle sonate di Domenico Scarlatti e dell’opera clavicembalistica di Jean-Henri d’Anglebert, ma la sua attività in campo editoriale lo vide impegnato anche con autori come Girolamo Frescobaldi, Johann Sebastian Bach e Hieronymus Kapsberger.

Resta fondamentale anche il ruolo avuto da Kenneth Gilbert a livello didattico, formando un numero considerevole di grandi interpreti al clavicembalo: un nome per tutti quello di Scott Ross. Ebbe incarichi di docente presso diverse istituzioni canadesi e americane, ma soprattutto fu in Europa che egli ha dato il suo maggior contributo didattico, come insegnante di clavicembalo al Conservatorio di Anversa, in quello di Parigi, al Mozarteum di Salisburgo e, in Italia, ai corsi estivi dell’Accademia Chigiana.

Grazie al suo generoso e costante impegno come studioso, interprete e insegnante, lascia non solo un’impressionante eredità spirituale e culturale, ma anche umana, a quanti hanno avuto modo di conoscerlo da vicino e di studiare con lui. 

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Articolo in collaborazione con Fondazione Busoni

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