50 anni senza Stravinskij, in 5 dischi

A cinquant’anni dalla morte di Igor Stravinskij, lo ricordiamo con una selezione di cinque dischi tra classici e rarità

Stravinskij 50 anni
Stravinskij dirige nel 1929 (foto F. Man - Wikimedia)
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La mattina del 6 aprile 1971 si spense a New York Igor Stravinskij. Tra i più grandi protagonisti della musica del Novecento, nel corso della sua intensa attività il compositore russo indicò una nuova direzione all’arte musicale, lasciando un segno indelebile sui diversi generi toccati dalla sua inesauribile creatività.

– Leggi anche: Stravinskij in streaming su Arte

Conteso dall’ex Unione Sovietica e dagli Stati Uniti, dei quali fu cittadino negli ultimi trent’anni di vita, Stravinskij trovò finalmente pace nella sua amata Venezia. Dopo l’ultimo saluto tenuto con rito ortodosso nella Chiesa di SS. Giovanni e Paolo della città lagunare, durante il quale risuonarono anche alcuni brani per organo di Andrea Gabrieli e i suoi Requiem Canticles diretti dal fido assistente e biografo Robert Craft, la gondola funebre traghettò il suo corpo all'isola di San Michele dove Stravinskij trovò sepoltura a pochi passi da Diaghilev, l’impresario dei Balletti russi che all’inizio del secolo intuì le straordinarie doti di quel giovane musicista, portandolo alla ribalta internazionale.

A cinquant’anni esatti dalla morte, ricordiamo lo straordinario compositore con una selezione di cinque tra i migliori dischi pubblicati in questo lasso di tempo, tra registrazioni consacrate ormai a veri e propri classici della discografia e alcune rarità, consapevoli del fatto di essere portati a escluderne molti altri non per questo meno interessanti.

1. Le Sacre du Printemps, Pierre Boulez (1992)

Emblema della musica moderna, con La sagra della primavera Stravinskij spalancò definitivamente le porte al Novecento musicale. Sin dalla sua prima esecuzione parigina del 1913, il balletto si impose al pubblico con una tale forza da innescare forse lo scandalo più eclatante che la storia della musica abbia mai registrato. Con il Sacre saltano in aria tutti i canoni della bellezza e del gusto per l'inaudita violenza con cui si evoca l'irruzione di forze selvagge e primordiali. Qui la radicale invenzione ritmica incontra una ricchezza e complessità senza precedenti.

«Con il Sacre la musica cominciò a respirare in un modo totalmente nuovo».

«Con il Sacre la musica cominciò a respirare in un modo totalmente nuovo» affermò più volte Pierre Boulez, che detiene probabilmente il record di esecuzioni e incisioni di questo immenso capolavoro. Grazie allo stretto rapporto che intrattenne sin dagli anni Cinquanta con Stravinsky, Boulez si impose presto come testimone storico ed erede testamentario dell’opera del compositore russo.

2. Jeu de cartes, Claudio Abbado (1975)

Tra le tante incisioni che Claudio Abbado dedicò all’opera di Stravinskij, quella del 1975 si impone senza ombra di dubbio tra le più autorevoli. A capo della London Symphony Orchestra, della quale diverrà direttore musicale dal 1979 al 1987, Abbado accostò Jeu de cartes ai principali balletti di Stravinskij per Deutsche Grammophon. Molto meno presente rispetto agli altri nei programmi musicali odierni, il disco offre la possibilità di riascoltare questa partitura di raffinatissima e magistrale scrittura, cuore pulsante del periodo neoclassico del compositore russo.

3. Mass, Leonard Bernstein (1988)

Alla fine degli anni Ottanta Leonard Bernstein consegnò all’etichetta Deutsche Grammophon la sua esecuzione della Messa per coro misto e strumenti a fiato. Sollecitata dalla lettura di alcune messe di Mozart, che Stravinskij trovò in un negozio di musica usata di Los Angeles negli anni Quaranta, quest’opera rappresenta l’innovativo contributo di un musicista ortodosso alla tradizione cattolica, suscitato dal desiderio di sentirla suonare durante la funzione liturgica dato che la Chiesa russa bandisce l’utilizzo degli strumenti. Speranza purtroppo elusa sin dalla sua prima esecuzione organizzata al Teatro alla Scala di Milano nel 1948. Nello stesso disco trovano posto anche le «scene coreografiche russe con canto e musica» che animano Les noces, interpretata da quattro virtuosi di prim’ordine come Martha Argerich, Krystian Zimerman, Cyprien Katsaris e Homero Franches ai quattro pianoforti.

4. Chant funèbre, Riccardo Chailly (2018)

Nel 2015 la musicologa russa Natalia Braginskaya annunciò il ritrovamento della partitura autografa di Chant funèbre, l’ultimo commosso saluto del giovane Stravinskij al compianto maestro Rimskij-Korsakov. Considerato perduto dopo una prima esecuzione avvenuta presso la Sala Grande del Conservatorio di San Pietroburgo, dal fondo di un armadio al podio delle più grandi orchestre, in poco tempo questa perla musicale fece il giro del mondo. In Italia fu presentato dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da James Conlon, mentre la prima registrazione mondiale avvenne nel 2018 su iniziativa della EMI che fissò su disco il concerto del Festival di Lucerna diretto da Riccardo Chailly.

5. Perséphone, Esa-Pekka Salonen (2018)

Presentato all’Opera di Helsinki nell’agosto nel 2017, questo disco dell’etichetta Pentatone custodisce la registrazione di quel concerto interamente dedicato al melologo per tenore, voce narrante e orchestra. Perséphone fu il frutto della travagliata collaborazione tra il compositore russo e lo scrittore André Gide che tornò a lavorare su un suo testo ispirato all'Inno a Demetra di Omero su richiesta della coreografa Ida Rubinstein, intenzionata a proporre per la Stagione del 1934 una novità al pubblico di Parigi. Raffinato saggio di strumentazione, questo disco riporta all’attenzione del pubblico una delle pagine più pure, intense e purtroppo ancora di raro ascolto di Stravinskij, qui diretto da Esa-Pekka Salonen.

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