4 stagioni per i 220 anni del Municipale di Piacenza

In vista della “prima” del 15 dicembre dell'Otello di Verdi, Cristina Ferrari ci parla dell’anniversario che attende il teatro che guida da oltre dieci anni

Teatro Municipale di Piacenza (foto Edoardo Fornaciari)
Teatro Municipale di Piacenza (foto Edoardo Fornaciari)
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classica

Saranno quattro – Opera, Concerti, Danza e Young – le stagioni 2023-2024 che celebreranno i 220 anni del Teatro Municipale di Piacenza, inaugurato il 10 settembre 1804. Un anniversario importante, che verrà festeggiato in particolare da un cartellone operistico che accoglie cinque grandi compositori italiani quali Verdi, Donizetti, Puccini, Rossini e Spontini, protagonisti di una stagione lirica che attraverserà tutto l’arco dell’Ottocento per arrivare fino al primo Novecento, ricordando anche altre significative ricorrenze come il centenario della morte di Giacomo Puccini (1924-2024) e i 250 anni della nascita di Gaspare Spontini (1774-2024).

Otello (prove - Foto Cravedi)
Otello (prove - Foto Cravedi)

A inaugurare venerdì 15 dicembre (ore 20) la stagione l’opera sarà dunque Otello di Giuseppe Verdi, proposto in un nuovo allestimento realizzato da Fondazione Teatri di Piacenza in coproduzione con Teatro Comunale di Modena, Teatro Valli di Reggio Emilia, Teatro Coccia di Novara e Teatro Sociale di Rovigo. Maestro concertatore e direttore sarà Leonardo Sini, alla guida dell’Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini, del Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati e delle Voci bianche del Conservatorio Nicolini istruite da Giorgio Ubaldi. Il cast prevede l’Otello del tenore Gregory Kunde, affiancato dal soprano Francesca Dotto al debutto nella parte di Desdemona e, per la prima volta al Municipale, il baritono Luca Micheletti nei panni di Jago. La regia è firmata da Italo Nunziata, con le scene di Domenico Franchi, i costumi di Artemio Cabassi e le luci di Fiammetta Baldiserri.

Proprio in occasione di questa inaugurazione di stagione, e in vista delle celebrazioni per i 220 anni di questo teatro, abbiamo rivolto qualche domanda a Cristina Ferrari, direttrice artistica alla guida del Municipale piacentino ormai da più di dieci anni.

Cristina Ferrari
Cristina Ferrari

220 anni per un teatro sono un bel traguardo: quali sono gli elementi principali delle quattro stagioni che avete immaginato per celebrarlo?

«Tra gli elementi principali di queste Stagioni per i 220 anni del Teatro Municipale di Piacenza, ci sono senz’altro la tradizione, la celebrazione della memoria, ma anche la volontà di trasmettere alle nuove generazioni la passione per l’opera e per la musica. Infatti, il progetto che abbiamo voluto collocare proprio a settembre 2024, per festeggiare il “compleanno” del Teatro che fu inaugurato il 10 settembre 1804, è un Campus per i giovani. I ragazzi abiteranno gli spazi del Municipale per una settimana, durante la quale parteciperanno a numerosi laboratori dedicati ai mestieri del teatro. Alla fine, l’evento conclusivo che li vedrà protagonisti sarà, credo, un bellissimo modo per consegnare un teatro che compie 220 anni nelle mani di giovani artisti e spettatori. Non dimenticheremo comunque altre importanti ricorrenze, come il centenario della morte di Giacomo Puccini, cui renderemo omaggio prima con Turandot e a fine anno con Madama Butterfly che inaugurerà la Stagione 2024/2025. Celebreremo anche i 250 anni dalla nascita di Gaspare Spontini, con un nuovo allestimento de La Vestale che sigla per la prima volta la collaborazione con il Festival Pergolesi Spontini di Jesi. E poi, naturalmente, Giuseppe Verdi continuerà a essere nume tutelare del Teatro, con le nuove produzioni di Otello, titolo inaugurale della Stagione d’Opera, e I due Foscari programmato a maggio 2024, con un cast d’eccezione che vedrà protagonisti Luca Salsi, Marina Rebeka e Luciano Ganci».

Veniamo nello specifico alla stagione d’opera che inaugura il prossimo 15 dicembre: come nasce questo nuovo allestimento dell’Otello di Giuseppe Verdi?

«Otello è un titolo impegnativo, una nuova sfida che affrontiamo in qualità di teatro capofila in coproduzione con i Teatri di Modena, Reggio Emilia, Novara e Rovigo. Si avvale della direzione di uno dei più interessanti e affermati giovani direttori d’orchestra, Leonardo Sini, e dell’esperienza registica di Italo Nunziata. Sono particolarmente lieta di poter accogliere di nuovo sul palcoscenico del Municipale un grande artista come Gregory Kunde, affiancato dal soprano Francesca Dotto e, per la prima volta a Piacenza, dal baritono Luca Micheletti».

Otello (prove - Foto Cravedi)
Otello (prove - Foto Cravedi)

Parliamo degli altri titoli della stagione operistica, vale a dire Anna Bolena di Donizetti, Turandot di Puccini, I due Foscari di Verdi, Mosé in Egitto di Rossini e La Vestale di Gaspare Spontini…

«Anche in questa Stagione operistica cerchiamo di alternare titoli di repertorio ad altri di non frequente esecuzione: è ormai una cifra caratteristica del Teatro Municipale, che ha visto negli scorsi anni la riproposta di opere quali La Wally o La Gioconda, solo per citarne alcune. Nel 2024, oltre ai grandi titoli verdiani e pucciniani, proponiamo Anna Bolena di Donizetti diretta da Diego Fasolis grazie alla coproduzione con il Lac di Lugano, oltre a due titoli quali Mosè in Egitto di Rossini e La Vestale di Spontini che il nostro pubblico non ascolta da tempo. Nelle scorse stagioni abbiamo dato spazio anche al Barocco, una scelta che poteva risultare rischiosa fino a pochi anni fa e che è diventata sempre più presente nelle nostre programmazioni, e devo dire che gli spettatori hanno dimostrato particolare interesse per questo repertorio».

Passando alla stagione concertistica, quali sono gli appuntamenti principali per il 2024?

«Dopo il concerto di San Silvestro, affidato alla direttrice Gianna Fratta, l’anno si aprirà con un importante e gradito ritorno, quello dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, con cui si è instaurata una costante collaborazione, guidata dal suo nuovo direttore principale, Andrés Orozco-Estrada. Da segnalare anche la presenza di solisti affermati a livello internazionale, come i violinisti Charlie Siem e Francesca Dego, e una nuova commissione, in prima esecuzione assoluta per il Teatro Municipale e La Toscanini, del compositore Orazio Sciortino. Per il centenario pucciniano, inoltre, verrà eseguita la Messa di Gloria nella Cattedrale di Piacenza in occasione della Pasqua, affiancata da un’altra nuova commissione composta dal piacentino Federico Perotti».

Teatro Municipale di Piacenza (foto Edoardo Fornaciari)
Teatro Municipale di Piacenza (foto Edoardo Fornaciari)

Anche la danza ha un suo spazio significativo: ce ne vuole parlare?

«Questa Stagione vedrà la presenza di importanti istituzioni e stelle della danza, dal Balletto del Sud all’Aterballetto, da un classico come “Il lago dei cigni” portato in scena dal Teatro dell’Opera di Tblisi all’Accademia di Danza del Teatro alla Scala. Mi fa molto piacere, inoltre, accogliere nuovamente una grande étoile come Eleonora Abbagnato, ormai di casa al Teatro Municipale, che proporrà Mothers, fathers, sons and daughters, una creazione che ha debuttato a Roma per la candidatura a Expo 2030, dove danza insieme a sua figlia, la piccola Julia Balzaretti».

A proposito di “quattro stagioni”, anche quelle celeberrime di Vivaldi trovano spazio nel cartellone “Young”: quali sono i caratteri di questa parte del cartellone?

«È un cartellone tutto dedicato alle scuole: quest’anno faremo disegnare e colorare le Quattro Stagioni direttamente in classe, per poi venire ad ascoltarle a Teatro, grazie al progetto diretto da Gian Francesco Amoroso. Ma ci sarà anche la Turandot dell’AsLiCo su misura per i ragazzi: un percorso didattico sempre molto partecipato e di grande successo. Non mancheranno gli #AperiOpera con gli studenti del Liceo Respighi di Piacenza, pronti a presentare “a modo loro” le opere in cartellone. L’intento è quello di coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado in progetti capaci di appassionare gli studenti portandoli a vivere il teatro da protagonisti».

Teatro Municipale di Piacenza (foto Edoardo Fornaciari)
Teatro Municipale di Piacenza (foto Edoardo Fornaciari)

Lei è la direttrice artistica di questo teatro dal 2012, venendo da precedenti esperienze in altre rilevanti realtà, tra le quali citiamo la Fondazione Toscanini di Parma prima e poi il Teatro Carlo Felice di Genova: secondo la sua esperienza, quali sono le caratteristiche di un teatro come il Municipale, i traguardi raggiunti dalla sua direzione e gli obiettivi per il futuro?

«Le precedenti esperienze sono state un’ottima palestra: alla Fondazione Toscanini ho lavorato negli anni in cui si gestiva la programmazione di Teatri di tradizione come il Municipale di Piacenza e il Sociale di Mantova, oltre che promuovere le Accademie di canto con docenti del calibro di Bergonzi e Nucci, che hanno visto la partecipazione di giovani cantanti ora affermati a livello internazionale. Al Carlo Felice è stata un’avventura intensa e appassionante pur nelle difficoltà, che mi ha lasciato comunque un bellissimo ricordo. Un’esperienza fondamentale che ho portato con me a Piacenza. Ho imparato che la fiducia da parte di chi lavora in teatro la conquisti giorno dopo giorno, nella consapevolezza che una produzione teatrale nasce dal contributo di tutti e dall’importanza del “fare squadra”».

«Ho imparato che la fiducia da parte di chi lavora in teatro la conquisti giorno dopo giorno, nella consapevolezza che una produzione teatrale nasce dal contributo di tutti e dall’importanza del “fare squadra”».

«Le caratteristiche del Municipale, e i suoi obiettivi, sono strettamente connessi a quelli degli altri teatri di tradizione: in primo piano, dunque, la valorizzazione dei giovani cantanti nell’ambito del circuito lirico internazionale, dei direttori d’orchestra e degli artisti scritturati, cercando sempre di mantenere alto il livello della qualità artistica. A tale proposito bisogna fare una profonda riflessione e cercare di tutelare il patrimonio culturale nazionale. La vocalità italiana è unica al mondo, con una tecnica inconfondibile, importante; non a caso gli stranieri vengono a studiare nel nostro Paese non solo per ragioni storiche e di tradizione, ma anche per un motivo ben preciso e spesso trascurato: la lingua italiana, lingua ufficiale e universale del canto. Credo dunque che occorra fare più attenzione per salvaguardare maggiormente i professionisti e le eccellenze italiane, soprattutto nel nostro repertorio. Proprio di questi giorni è la notizia che è stata finalmente accolta la proposta a cui il Ministero, le associazioni di categoria e tutto il mondo dell’opera stavano lavorando da tempo: il canto lirico italiano è patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco, un riconoscimento molto importante e significativo, che fa ben sperare anche per il futuro delle giovani voci».

«La vocalità italiana è unica al mondo, con una tecnica inconfondibile […]. Credo dunque che occorra fare più attenzione per salvaguardare maggiormente i professionisti e le eccellenze italiane, soprattutto nel nostro repertorio».

«Spesso, inoltre, si è scelto di affiancare ai più giovani anche artisti affermati, che potessero trasmettere la loro esperienza. E tra i traguardi raggiunti, anche grazie all’eccellente acustica del Municipale, molti di questi cantanti decidono di debuttare proprio a Piacenza in nuovi ruoli, nell’ambito delle nostre produzioni liriche. Gli obiettivi per il futuro, seguendo anche le indicazioni suggerite dal Ministero della Cultura, vanno nell’ottica di una sempre maggiore apertura e inclusività del teatro, vissuto altresì come impresa, cercando di attrarre le aziende del territorio e di reperire nuove risorse. Abbiamo il dovere di studiare progetti per poter soddisfare le esigenze di sponsor e partner che intendono investire su un teatro che dovrà affermare sempre più la sua fisionomia di bene culturale dinamico».

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