Un quartetto di lusso per Vicenza Jazz
Enrico Rava, Michel Portal, Ernst Reijseger e Andrew Cyrille insieme al Teatro Olimpico per la serata clou di Vicenza Jazz
Descritta dalle fonti dello stesso Vicenza Jazz “una serata destinata a fare storia, con quattro mostri sacri del jazz”, l’appuntamento che ha visto dialogare Enrico Rava, Michel Portal, Ernst Reijseger e Andrew Cyrille, da un lato ha proposto una prima assoluta creata appositamente per questo festival, e dall’altro ha coltivato consistenti aspettative.
Il carattere “storico” è apparso rappresentato plasticamente sul palcoscenico del Teatro Olimpico – luogo che di storia ne sa qualcosa, essendo stato progettato da Andrea Palladio nel 1580, il più antico teatro stabile coperto dell'epoca moderna – quando, uno dopo l’altro, hanno preso posto Enrico Rava, elegante cantore del flicorno quasi ottantenne (è nato a Trieste il 20 agosto 1939), Michel Portal, qui raffinato funambolo del clarinetto basso (ottantaquattro anni in novembre), Ernst Reijseger, giovane sessantaquattrenne dinamico manipolatore del violoncello, e il quasi ottantenne Andrew Cyrille, robusto esploratore della batteria.
La serata è stata contrassegnata dal titolo Free Connection, ad anticipare quello che sul palcoscenico si è confermato un incontro al buio, senza prove né canovacci tematico-musicali precostituiti. Una sorta di “salto nel vuoto” che i musicisti impegnati hanno affrontato con la solidità di artisti navigati, affrontando alcuni squilibri iniziali dovuti soprattutto al dato acustico, perfezionato dopo i primi minuti di concerto grazie agli interventi dei tecnici al mixer.
Un dialogo musicale sviluppato per un’ora circa senza soluzione di continuità, dove la liricità in primo piano di Rava, recentemente insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ha tratteggiato frammenti melodici evocativi, intrecciati alle escursioni più affilate e oblique di Portal. Sul binario rappresentato dai percorsi tracciati dai due fiati si sono innestati gli interventi del violoncello di Reijseger, strumento indagato dal musicista olandese nelle diverse soluzioni espressive, arrivando tra l’altro a incastrare l’archetto tra le corde rivelando strappi accordali evocativi di certe atmosfere musicali herrmanniane che possiamo ritrovare in alcuni film di Hitchcock. Un fluire sonoro che la batteria di Cyrille ha assecondato con solido mestiere, sparpagliando nel corso dei dialoghi sprazzi di originalità, arrivando a mordere il rullante alla ricerca di un effetto timbrico particolare.
Un percorso come quello proposto, come accennato più sopra, può nutrire aspettative consistenti, alla fine qui solo in parte confermate, anche perché i musicisti schierati sul palco potevano offrire (anche per questioni anagrafiche), più che una qualche novità, la conferma delle varie identità le quali, pur nelle palesi differenze, hanno disseminato il proprio percorso artistico di indubbie tensioni innovative.
Un passato che, in questa occasione, è stato rievocato con palese complicità, e che, se non ha proposto scarti espressivi radicalmente innovativi, ha saputo coinvolgere il nutrito pubblico che, sulla scia dei generosi applausi che ha tributato a tutti gli artisti impegnati, è stato premiato da un bis chiuso all’unisono da Rava e Portal.
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