A Trapani il Barbiere dei vincitori del Concorso Di Stefano
Al Teatro all’aperto Giuseppe Di Stefano nella Villa Margherita di Trapani
Un Barbiere di Siviglia fresco ed ironico, per i vincitori del concorso Giuseppe Di Stefano organizzato dall’Ente Luglio Musicale Trapanese che ha incaricato per il nuovo allestimento dell’opera di Rossini un giovane talento locale, Danilo Coppola, che ne firma regia, scene, luci e costumi.
Il risultato è uno spettacolo di buona fattura che è stato gratificato da convinti applausi da parte del pubblico che ha riempito lo spazio assai bello, circondato da magnifici grandi alberi, della Villa Margherita di Trapani dove ogni estate si costruisce il Teatro all’aperto dedicato a Giuseppe Di Stefano.
Figaro arriva in bicicletta, baffetto con ricciolo, borsa a tracolla, gilet a scacchi. Sul palco domina una grande casa bianca vista di spigolo che poi gira e rivela degli interni moderni già sottosopra, con alcune sedie e altri arredi che pendono dal soffitto anche prima di cominciare la girandola dei sotterfugi e dei travestimenti. Ci sono indubbiamente idee e buon gusto in Coppola, manca ancora un po’ di esperienza nel piazzare le masse corali e i cantanti, qualche volta lasciati troppo a lungo di fronte al pubblico con effetto eccessivamente finto e statico, e manca un’idea forte chiara, caratterizzante, la messa in scena comunque è funzionale e piacevole.
L’effetto era di un Barbiere fuori dal tempo, come in un sogno dove presente e passato si confondono, belli sopratutto i costumi ispirati a fogge d’epoca. Idea forte caratterizzante che invece c’era nella proposta scenica anche a firma Danilo Coppola del Winterreise di Schubert pure in programma nel cartellone di quest’anno, ma che a causa del maltempo non si è potuta vedere nella sua interezza.
Quanto ai giovani cantanti del Barbiere, si sono potute sentire ottime voci, alcune pronte, altre che devono ancora perfezionare qualche aspetto, alcune in verità non perfettamente adatte alla parte. E’ il caso quest’ultimo sopratutto del Conte D'Almaviva, a cui è stato chiamato in sostituzione il tenore Riccardo Benlodi, non esattamente un tenore leggero rossiniano, dopo che il cantante vincitore del Concorso quest’anno si è ritirato per ragioni personali dalla produzione. Sostituzione del vincitore pure per Figaro, per cui è stato chiamato il baritono Diego Savini, ex allievo dell'Accademia Rossiniana Alberto Zedda, che invece ha mostrato di avere le caratteristiche giuste per essere un buon Factotum, anche se ancora un po’ da maturare. Savini è disinvolto, con buona tecnica vocale e precisione nel fraseggio, il suo è un Figaro giovane, simpaticamente un po’ pasticcione.
Vincitori del Concorso Di Stefano di quest’anno tutti gli altri interpreti, tra cui spicca innanzitutto il bel timbro di Rosina affidata al mezzosoprano giapponese Sayumi Kaneko, assai spigliata in scena, qui valorizzata anche perché è stata scelta la versione del Barbiere di Bologna 1816 con, tra l’altro, la famosa aria Cessa di più resistere cantata da lei invece che dal Conte, solo la dizione italiana ancora un po’ più da perfezionare, ma solo in alcune frasi.
Buoni anche il Bartolo del baritono Pierpaolo Martella, che debutterà nello stesso ruolo, a settembre, alla Scala; il ruolo di Basilio è stato affidato con molto successo a Mariano Orozco, anche lui ex allievo dell'Accademia Zedda, tra i più applauditi e sicuri in scena; molto brava pure il soprano palermitano Sara Semilia che è stata una Berta simpaticamente determinata; si è fatto pure notare per il bel timbro il basso Antonino Arcilesi come Fiorello, solo un po’ troppo lugubre tutto in nero vestito. La direzione del maestro Daniele Agiman ha garantito una buona esecuzione musicale da parte dell'orchestra del Luglio Musicale Trapanese, ricca di colori, con i singoli strumenti ben evidenziati, anche se con un andamento complessivamente un po’ appiattito.
Coro che arriva con bandiera spagnola un po’ disomogeneo alla vista ma compatto nel canto, ben istruito dal maestro Fabio Modica.
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