Sulla via della seta
Tre giornate di musiche e danze nel centro storico di Rovigo
Recensione
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A tre anni da “Onde sonore del Mediterraneo” i Nakaira sono venuti a presentare domenica 13 settembre a Rovigo brani ormai “classici” del loro repertorio fra Sicilia, Grecia e Balcani e nuove composizioni tratte dal cd in preparazione. Il quintetto guidato da Franco Barbanera, ai fiati, si è dimostrato ancora una volta formazione compatta e in continua evoluzione. A proprio agio nei pezzi strumentali che mettono in evidenza soprattutto il violino e il bouzouki di Nektarios Galanis, il gruppo può contare anche sulle splendide voci di Angelo Liotta (bouzouki irlandese, bodhràn) e del percussionista Mario Gulisano, in evidenza in “Omma/Al yadu, el yadi”, brano tradizionale palestinese in cui si innestano versi raccolti dall’etnomusicologo Alberto Favara nel carcere palermitano della Vicaria, il lamento di chi si vede separato dai propri cari: due canti che sono un unica invocazione. “Mamma preferirei morire piuttosto che essere governato dall’oppressore”: sarà la madre il punto d’incontro fra le culture mediterranee? Al traguardo dell’ottava edizione, il festival rodigino diretto da Roberto Tombesi ha preso la via della seta, privilegiando gruppi del lato orientale dell’Europa e del Mediterraneo. Occasione per ritrovare vecchie conoscenze di Calicanto, i flauti del bulgaro Nikolay Yordanov e la gadulka e le percussioni di Nejdet Koseoglu, accompagnati da Daniela Indzhova alla tambura nel Trio Opas che ha aperto venerdì 11 la serie dei doppi concerti serali, precededendo l’Ensemble Nostromare, produzione biennale degli studenti del Liceo “Galilei” di Caselle di Selvazzano. Fra Nakaira e Opas non solo i concerti di Vincenzo Zitello, dell’Ensemble Maraghi e del Martin Lubenov Ensemble, ma anche tre giorni di mostre di strumenti, laboratori e danze nel centro storico.
Direttore: artistico: Roberto Tombesi
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