Se si dissolve una grande salma
Grande successo alla Settimana Musicale Senese per L’Imbalsamatore di Giorgio Battistelli
Recensione
classica
C’è un uomo di scienza, il dottor Miscin, tormentato dalla ferocia del socialismo reale e ancor più dalla schiavitù sentimentale ad una moglie fascinosa quanto “non rieducabile”, alle prese con il compito di rinfrescare l’imbalsamazione della salma di Lenin, finché, sbagliata l’operazione anche perché nel frattempo ha bevuto un bel po’, e polverizzatasi l’illustre spoglia, Miscin finisce... per sostituirle se stesso. L’Imbalsamatore è un monologo teatrale di Renzo Rosso che Giorgio Battistelli ha ripreso nel 2001 per un “monodramma giocoso da camera” per attore, gruppo strumentale e live electronics: è stato proposto in prima rappresentazione italiana al Teatro dei Rozzi di Siena per la Settimana Musicale Senese con l’Orchestra della Toscana diretta da Erasmo Gaudiomonte, la regìa dello stesso Battistelli, scene (essenziali quanto si conviene al tema) di Angelo Linzalata, regia del suono di Alvise Vidolin e Davide Tiso. Rispetto alle possibili declinazioni di teatro musicale sperimentate da Battistelli questo è, diremmo, “teatro con musica”, che sembra voler lasciare la ribalta ad un testo geniale che riesce di lunghezza eccentrica rispetto ai requisiti consueti della drammaturgia musicale, e ancor più la lascia alla superba performance attoriale di Paolo Calabresi, incastonando il tutto con preciso cesello in sezioni musicali su cui aleggiano gli spiriti grotteschi e patetici della musica russa tra Cajkovskij e Sostakovic (veniva in mente in particolare Il Naso), fra lamento funebre, echi di danza, furiosa ironia, il tutto come affilato dal piccolo organico dominato dai fiati e dalle percussioni. Successo ottimo.
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classica
classica
A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln