Scene della Russia zarista

La Kovancina di Modest Musorgskij nell'orchestrazione di Dmitri Sostakovic inaugura con ottimo successo la stagione d'opera del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Nobile ed ispirata la direzione di James Conlon ed un cast tra i migliori delle ultime stagioni fiorentine

Recensione
classica
Teatro Comunale di Firenze Firenze
Modest Musorgskij - Orchestrazione di Dmitri Sostakovic
24 Settembre 2004
Il duro Nuovo Ordine di Pietro il Grande, che ha ragione della congiura ordita dall'improbabile alleanza della Russia antica, signori della guerra come Chovanskij e Vecchi Credenti come Dosifej, e della Russia "nuova" dei Golicyn, confusa fra velleità europeiste e vecchie superstizioni: è tornata al Comunale di Firenze la straordinaria Kovancina di Modest Musorgskij, nell'orchestrazione di Sostakovic (giacché Musorgskij morendo lasciò l'opera ancora in spartito) oramai più divulgata della versione tradizionale, fascinosa quanto "infedele", di Rimskij-Korsakov. Dal podio, James Conlon è stato fin dal preludio iniziale l'artefice del successo di questa Kovancina, dando rilievo con nobiltà e naturalezza al respiro ed alle qualità di questa musica, musorgskijana comunque, nella sua dialettica di preziosismo e primitivismo, nei suoi colori armonici, nel suo periodare scandito di fatalismo e tuttavia di passione. Nella scena spoglia di Richard Hudson, la regia di Andrej Serban muove solenni cortei di coristi e figuranti variamente muniti di alabarde, fiori, icone, stendardi e candele; ma il colpo d'ala arriva alla fine con l'invenzione del fanciullo vestito d'oro, il futuro Pietro il Grande, che incede sulle ceneri e tra i fumi del rogo (stilizzatissimo peraltro, solo una piccola fiamma che cammina attraverso il proscenio) dei Vecchi Credenti: Conlon ha ripudiato il finale secondo Sostakovic, e lascia che l'opera si chiuda dove l'aveva lasciata Musorgskij morendo, sull'autoimmolazione dei Vecchi Credenti. Il cast è eccellente: Elena Zaremba, attenta alle pieghe più inquietanti e contraddittorie di Marfa; Vladimir Ognovenko, Chovanskij grandioso e beffardo; Roberto Scandiuzzi, statuario Dosifej; Clifton Forbis che dà un rilievo straordinario alla passionalità violenta e autodistruttiva di Andrej Chovanskij; Robert Brubaker, Golicyn; Valeri Alexeev, Saklovityi; Konstantin Pluzhnikov, lo Scrivano; voci e presenze importanti, e i molti ruoli di contorno non erano da meno. Successo ottimo.

Note: Nuovo allestimento in coproduzione con Opéra National de Paris

Interpreti: Ivan Chovanskij: Vladimir Ognovenko; Andrej Chovanskij: Clifton Forbis; Vasilij Golicyn: Robert Brubaker; Saklovityi: Valeri Alexeev; Dosifej: Roberto Scandiuzzi; Marfa: Elena Zaremba; Susanna: Irena Milkeviciute; Scrivano: Konstantin Pluzhnikov; Emma: Marina Fracatangeli; Varsonof'ev: Maurizio Lo Piccolo; Kuz'ka: Max René Cosotti; Stresnev: Sergio Spina Lezaeta; Un confidente: Hiroki Watanabe (24/9, 29/9, 3/10), Davide Siega (26/9, 1°/10); Primo strelec: Massimo Naccarato (24/9, 29/9, 3/10), Diego Barretta (26/9, 1°/10); Secondo strelec: Salvatore Massei (24/9, 29/9, 3/10), Pawel Janowski (26/9, 1°/10)

Regia: Andrei Serban

Scene: Richard Hudson

Costumi: Richard Hudson

Corpo di Ballo: Corpo di Ballo MaggioDanza del Maggio Musicale Fiorentino

Coreografo: Laurence Fanon

Orchestra: Orchestra MaggioDanza del Maggio Musicale Fiorentino

Direttore: James Conlon

Coro: Coro MaggioDanza del Maggio Musicale Fiorentino. Coro di voci bianche della Scuola di Musica di Fiesole

Maestro Coro: Maestro del coro José Luis Basso. Maestro del coro di voci bianche Joan Yakke

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