Quattro volte Cage
Grande successo a Firenze alla Leopolda
Recensione
classica
Gran pieno di pubblico e vibrante successo a Firenze per Four. A night with John Cage, che in quattro spazi diversi della Stazione Leopolda per l’evento conclusivo di Fabbrica Europa ha messo insieme, su un progetto di Francesco Giomi per il centenario del maestro americano, l’elettroacustica di Tempo Reale, le voci dell’Homme Armé di Fabio Lombardo, gli strumenti di Contempoartensemble di Mauro Ceccanti, le immagini del padre della videoarte Nam June Paik. Incantevole Antoine Alerani, pianista performer, per la combinazione zen di serietà e leggerezza con cui ha realizzato, a partire dall’inevitabile 4’33’’ di silenzio fino alla Suite for Toy Piano e alla Music for Marcel Duchamp, le radici surrealiste e dadaiste di Cage; nel secondo pannello, Cage & Voices, si evidenziava il ruolo di Cage nell’aprire quella dimensione nonsensistica e attoriale della vocalità poi proseguita lungo la linea Berio-Berberian-Ligeti (quello delle Aventures), con Aria con Fontana mix per voce ed elettronica (1958) eseguito con giusti dosaggi d’ironia da Monica Benvenuti , ma già nella straordinaria Living room music (1940) con il “doppio quartetto” dell’Homme Armé e di Tempo Reale. Un percorso altrettanto completo quello della musica strumentale con il Contempoartensenble, dalla delicatezza neo-impressionista delle Six Melodies del 1950 al congedo sereno di Seven con i suoi lunghi ed estatici accordi (1988), mentre scorrevano i fotogrammi dei videoritratti di John Cage realizzati da Nam June Paik in un caleidoscopio di linee e colori che esaltava, di Cage, l’aspetto del profeta gentile; chiudevano Giomi con le sue macchine e Jonathan Faralli alle percussioni, fra aleatorietà e scienza combinatoria in pezzi come la straordinaria Variation IV (1963) fino al rumoristico tripudio finale.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica