Norvegia effervescente

Avvio promettente a Bergen con tanta Norvegia, conferme e novità aspettando Jaga Jazzist.

Arve Henriksen (foto Luca Vitali)
Arve Henriksen (foto Luca Vitali)
Recensione
jazz
Nattjazz Bergen
25 Maggio 2011
Nato nel '73 come protesta contro il festival di musica classica Festspillene, NattJazz si conferma festival effervescente, momento magico e ricco di eventi per gli abitanti della cittadina a ovest del fiordo norvegese. Grande attesa per il nuovo trio di Arve Henriksen, assai distante dalle sonorità flautate di “Chiaroscuro” e dall'elettronica di “Cartography”. Una lunga suite avvincente e convincente, piena di energia e coesione che ha lasciato il pubblico a bocca aperta per più di un'ora. Il leader alterna potenza a respiro e melodia, e il ruolo dei due compagni di ventura (Audun Kleive e Helge Norbakken), autentici maestri dei rispettivi strumenti, è determinante. Particolarmente convincente il set di percussioni elettroniche, asciutto e minimale, di Kleive, che si sposa a meraviglia con la timbrica folk di Norbakken (con Marie Boine e i Batagraf di Jon Balke). Divertenti e straordinari come sempre i Farmers Market del virtuoso polistrumentista Stian Carstensen, che hanno mescolato sonorità indiane al repertorio bulgaro che li caratterizza da sempre. Come sempre un po' sopra le righe il tellurico Mederic Collignon, con il progetto “Jus de Bocse”, a cui si è contrapposto il bello e rigoroso Koenisberg di Ole Morten Vågan, affiancato da Fredrik Ljungkvist, Rudi Mahall, Axel Dörner e il giovane Jon Fält. In grande crescita, all'insegna della sperimentazione, il duo della giovane stella Stian Westerhus con la voce inconfondibile di Sidsel Endresen. Ma questo è solo l'inizio degli oltre cinquanta concerti che in undici giorni vedranno salire sul palco dell’USF gli attesissimi Jaga Jazzist, Atomic, Susanna Wallumrød, Jon Eberson, i Brazz Brothers, e poi Kyle Eastwood, Jerry Bergonzi, Tortoise e tanto altro ancora per il giovane pubblico del Nattjazz.

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