"Mind the Gap" a Roma

A Villa Celimontana Maria Pia De Vito in un progetto che indaga la frattura nella continuità

Recensione
jazz
Villa Celimontana
13 Settembre 2009
Maria Pia De Vito è un'artista coraggiosa: nella continuità della sua poetica, spesso fa scelte che la portano verso direzioni impensate, aprendo orizzonti nuovi nel suo polisemico universo sonoro. Il cd/progetto, prodotto da Universal, indaga il "gap" che la vocalist definisce «una lacuna, un vuoto, uno spazio non riempito»; presente nella vita, sorgente dell'arte, ingrediente della fantasia, il "gap" costringe a scelte, a correre dei rischi, a cambiare pelle e filosofia. A Roma, in un'umida serata di fine estate, Maria Pia De Vito ha presentato l'album con il bassista Luca Bulgarelli (autentico complice nella produzione discografica), il chitarrista Roberto Cecchetto, il pianista Claudio Filippini ed il batterista Walter Paoli, insomma i "mutanti" Songs From The Underground. La musica, anche dal vivo, presenta in alcuni brani una ricca elaborazione elettronica, l'uso di materiali non jazzistici (da Hendrix a Björk), la presenza di campionamenti, testi originali; in altri pezzi la De Vito si propone come magnifica interprete, rinunciando all'improvvisazione e modellando le parole e le melodie - altrui e proprie - con un'emozionante profondità introspettiva. Appartengono al primo filone la filosofica "Mind the Gap" (dedicata a Betty Carter), la trascinante ed ossessiva "Opening Doors" ed una nuova versione di "Zoobab De Ouab" (ispirata a McLuhan) che ritrae il Narciso contemporaneo. Nel filone "interpretativo" l'incantata e dolente "Song to the Siren" di Tim Buckley, "I Think It's Going to Rain Today" di Randy Newman ed una soprendente, accorata rilettura di "No More I Love You". Un concerto che ha reso onore al nuovo album in cui le anime della De Vito (sperimentale, testuale, acustica, elettronica...) trovano una rischiosa, contemporanea, inquieta sintesi.

Orchestra: Maria Pia De Vito & Songs From The Underground

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