Mehta, il fiorentino
Pieno successo per il concerto K 271 con Yuja Wang e per la Nona di Bruckner
Recensione
classica
Si apriva sabato al Teatro dell'Opera di Firenze con il concerto mozartiano K 271 noto come “Jeunehomme”, solista Yuja Wang, il concerto dell'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino con il suo direttore principale Zubin Mehta. Il direttore indiano ha confermato le doti tanto spesso ammirate di sensibile accompagnatore, fondendo le proprie intenzioni, il suo Mozart di oggi, quieto e dalle screziature nostalgiche, con quelle di Yuja Wang. Quest'ultima, fra i protagonisti della recente ribalta pianistica, è solitamente descritta come una piccola e travolgente macchina da guerra di schietta marca cinese. Ma in questa occasione ha conquistato il pubblico dimostrando una brillantezza delicata e di fine calibratura nell'Allegro e nel Rondò, e un lirismo intimista pienamente convincente nel celebre Andantino, impressione confermata nel fuori programma, lo Schubert-Liszt di “Gretchen am Spinnrade”. Seguiva la Nona di Bruckner in un'esecuzione di grande tensione esecutiva, disegnato da Mehta, ci è sembrato, con l'occhio rivolto alle sonorità del Novecento, all'originalità e alla visionarietà di impasti e di costrutti, un Bruckner poco ieratico anche se distillato nelle sue lentezze, sempre proteso in quel sentimento dell'attesa che pervade l'intera sinfonia. Non possiamo non chiudere questa cronaca sottolineando l'intensa partecipazione a questa visione dell'orchestra intera, e riferendo dello straordinario tributo d'affetto che il pubblico fiorentino ha riservato a Mehta in questo concerto, come nel recente “Rigoletto”, e più in generale in questi ultimi mesi, schierandosi al suo fianco nello scontro con la dirigenza del teatro chiusasi come riferiamo nelle news.
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