Manon borghese alla Scala

Il titolo di Massenet torna alla Scala in una nuova coproduzione a firma di Pelly e Luisi

Recensione
classica
Teatro alla Scala Milano
Jules Massenet
19 Giugno 2012
La maisonnette tanto agognata da Des Grieux sprofonda sul fondo dell’ultima scena. Neanche l’ultimo alito d’amore di Manon potrà mantenere in vita un sogno impossibile, sotto un cielo con molti pochi diamanti e tante nuvole illuminate da lampioni. Il bosco non c’è, né d’altro canto potrebbe esserci, visto che Laurent Pelly ha scelto di trasportare la vicenda dal Settecento romanticizzato di Meilhac e Gille alla contemporaneità di Massenet, tra le fila della Belle Époque. Nugoli di borghesi osservano in continuazione i protagonisti, e non potrebbero fare altrimenti, costretti a non capire una strana coppia che non appartiene al loro mondo. La regia di Pelly si risolve sostanzialmente in questo, e non è propriamente una delle sue migliori: però il lavoro sulla recitazione è perfetto e rende bene il gusto da opéra-comique di cui bisognerebbe sempre tenere conto quando si affronta un dramma come questo, non sempre aiutato dalle belle ma enormi scene di Chantal Thomas. Anche le voci risentono dei grandi spazi concessi, quando invece sarebbe richiesto più raccoglimento, ma non per questo non si può non ammirare la buona riuscita quantomeno dei due protagonisti: le loro parti sono di quelle che, più che risolversi nel canto, vanno cercate fra le pieghe del canto stesso, nelle sue inflessioni e negli accenti. Ermonela Jaho (chiamata a sostituire Anna Netrebko e, prima ancora, Natalie Dessay) lo ha capito bene, mostrando un ottimo temperamento e un’ancor più grande espressività: il suo re sovracuto alla fine di «Je marche sur tous les chemins» sarà anche un apostrofo grigissimo tra le volate di sedicesimi, ma per il resto si dimostra abilissima a non mascherare le mancanze vocali a fini espressivi. Matthew Polenzani è un Des Grieux più solido, forse troppo. Solidissima, ma mobile e colorata quanto basta (a parte qualche scollamento col palco), la direzione di Fabio Luisi, vera star di questa Manon ben accolta dal pubblico.

Interpreti: Manon Lescaut: Ermonela Jaho; Poussette: Simona Mihai; Javotte: Louise Innes; Rosette: Brenda Patterson; Il cavaliere Des Grieux: Matthew Polenzani; Il conte Des Grieux: Jean Philippe Lafont; Lescaut: Russell Braun; Guillot de Morfontaine: Christophe Mortagne; De Brétigny: William Shimell.

Regia: Laurent Pelly

Scene: Chantal Thomas

Costumi: Laurent Pelly

Coreografo: Lionel Hoche

Orchestra: Orchestra del Teatro alla Scala

Direttore: Fabio Luisi

Coro: Coro del Teatro alla Scala

Maestro Coro: Bruno Casoni

Luci: Joël Adam

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