L’Oper Frankfurt apre con un Mozart di giovanile freschezza
“Le nozze di Figaro” di Mozart apre con successo la stagione del nuovo direttore musicale Thomas Guggeis
Una commedia. Nient’altro che una commedia. È questo il nuovo allestimento de Le nozze di Figaro, che ha inaugurato con un grande successo la stagione delle nuove produzioni dell’Oper Frankfurt, la prima con il nuovo direttore musicale del teatro, Thomas Guggeis, dopo il decennio di Sebastian Weigle. “La commedia è satira. La tragedia deve essere ispirata dall'amore e dal terrore, la commedia dall’odio e dalla critica. La tragedia provoca lacrime e tenerezza, la commedia risate amare e ironiche”: sono parole dello scrittore Alfred de Vigny che descrivono perfettamente lo spirito di un’opera Le nozze di Figaro, in cui al ritratto acuto di un’epoca prevale sempre il sapore amaro lascia ogni rappresentazione sincera della “comédie humaine”.
Soprattutto su questa dimensione insiste lo spettacolo di Tilman Köhler che, nel segno di un minimalismo di mezzi e segni, restituisce con grande leggerezza di tocco il meccanismo perfetto dell’opera di Mozart e Da Ponte. Il contenitore scenico disegnato da Karoly Risz è uno spazio neutro racchiuso fra tre pareti di legno chiaro con altissime aperture chiuse da porte girevoli, che contribuiscono al gioco scenico in modo determinante, un pavimento girevole al centro e pochissimi elementi di attrezzeria, solo quel che davvero serve. I costumi color pastello di foggia moderna e stilisticamente eterocliti disegnati da Susanne Uhl suggeriscono appena le appartenenze di classe, ben presenti invece nella pièce “rivoluzionaria” di Marivaux. La cura di gesti e movimenti, per i quali Köhler si avvale della collaborazione del coreografo Gal Fefferman, è insolitamente precisa e curata in questo girotondo dal ritmo fluido e incalzante nel quale il motore è, come sempre, l’amore nelle sue diverse declinazioni.
Leggerezza e scatto sono il segno della direzione musicale di Thomas Guggeis, che accompagna anche i recitativi al fortepiano, nella sua prima prova operistica alla guida dell’affidabile Frankfurter Opern- und Museumorchester. Suono levigatissimo, dinamiche incalzanti (con qualche piccolo problema di raccordo con la scena qua e là) e pazienza per la malinconia mozartiana, che affiora appena in questo Mozart invece giovane e di insolita freschezza.
Giovane è anche in buona parte la compagnia di canto, fatta quasi tutta di cantanti in forza all’Oper Frankfurt, che da parecchie stagioni fa di Nozze di Figaro (e Flauto magico) una palestra di debutti per le proprie forze interne. Le due coppie Danylo Matviienko e Adriana González, conte e contessa d’Almaviva per nulla compassati (specie lo sfrontato e fisicamente prestante conte), e Kihwan Sim e Julia Grüter, i servitori Figaro (con qualche piccolo impaccio linguistico) e Susanna, tutt’altro che subalterni e decisi a giocarsela ad armi pari. Il fragile Cherubino di Kelsey Lauritano spariglia i giochi con le sue smanie amorose, alla fine spalleggiato dalla Barbarina di gran carattere di Idil Kutay. A loro si aggiunge la Marcellina piuttosto compassata di Cecelia Hall, che però se la deve vedere l’esuberante Bartolo del veterano Donato Di Stefano, che fa del personaggio un autentico manuale del repertorio del buffo italiano, e l’esagitato Basilio (e Don Curzio) di Magnus Dietrich, che si concede pure qualche inedito svolazzo musicale. Preziosi gli agili interventi del Coro dell’Oper Frankfurt.
Produzione festeggiatissima con applausi e ovazioni per tutti dal pubblico particolarmente numeroso in tutte le recite presentate finora.
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