Lo specchio di Assur

Una nuova produzione della Semiramide di Rossini a Nancy

Recensione
classica
Opéra de Nancy Nancy
Gioachino Rossini
07 Maggio 2017

Dopo Monaco e prima di New York che l’ha annunciata per la prossima stagione, l’Opéra national de Lorraine ha presentato con grande successo una nuova produzione della monumentale ultima opera italiana della feconda stagione rossiniana. Protagonista era la giovane georgiana Salome Jicia, il cui medagliere rossiniano vanta già un’Elena nella Donna del lago al ROF la scorsa estate guidata da Michele Mariotti oltre che il debutto come Semiramide a Mosca sotto la guida di Alberto Zedda: grande omogeneità timbrica, pulizia tecnica, chiarezza di dizione e fraseggio imperioso la impongono come l’interprete più convincente di questa produzione, oltre che far ben sperare per un futuro brillante nel firmamento rossinano. Il controtenore Franco Fagioli si misurava con il ruolo tradizionalmente “en travesti” di Arsace: malgado una tecnica ineccepibile e una notevole scioltezza scenica, la voce, perfetta per il barocco, mancava tuttavia dello spessore che l’eroe rossinano impone. Assur era Nahuel Di Pierro, bella voce brunita ma non del tutto in regola con la complessità tecnica del ruolo. All’opposto Matthew Grill, un Idreno agilissimo, si appoggiava su mezzi vocali marcatamente gracili. Completavano il cast Fabrizio Beggi, un Oroe esuberante di presenza e volume, con Ju In Yoon, Mitrane, e Inna Jeskova, Azema, entrambi poco incisivi. Dirigeva con un certa veemenza e mordente il venezuelano Domingo Hindoyan, marcatamente più efficace nei grandi concertati, sostenuti dall’eccellente prova dei cori lirici di Nancy e Metz riuniti per l’occasione. Ottima la prova dell’Orchestre Symphonique et Lyrique de Nancy, e specialmente dei legni specialmente, molto efficaci nei numerosi assoli dell’elaborata scrittura rossiniana. La realizzazione scenica, firmata dalla giovane Nicola Raab, traduceva il gioco di identità nascoste e svelate della trama nell’ennesima variante del teatro nel teatro, arricchita da divagazioni diacroniche nel ricco trovarobato scenico e soprattutto negli elaborati costumi di Julia Müller. Dall’opulento gusto barocco della “storia ufficiale”, in ossequio omaggio alla fonte voltairiana del libretto, il tono si fa via via più sobrio con lo scioglimento dei nodi e l’agnizione di Arsace/Ninia che rompe le finzioni nel sottofinale, così come Assur rompe la superficie del grande specchio barocco, efficace metafora scenica del gioco di illusioni e “mise en abyme” della trama. Come detto, caloroso successo con chiamate e applausi ritmati per tutti.

Note: Nuovo allestimento dell’Opéra national de Lorraine. Date rappresentazioni: 2, 4, 7, 9 e 11 maggio 2017. Lo spettacolo sarà diffuso su www.culturebox,fr a partire dal 11 maggio.

Interpreti: Salome Jicia (Semiramide), Nahuel Di Pierro (Assur), Franco Fagioli (Arsace), Matthew Grills (Idreno), Inna Jeskova (Azema), Fabrizio Beggi (Oroe / L’ombra di Nino), Ju In Yoon (Mitrane)

Regia: Nicola Raab

Scene: Madeleine Boyd

Costumi: Julia Müller

Orchestra: Orchestre symphonique et lyrique de Nancy

Direttore: Domingo Hindoyan

Coro: Choeur de l'Opéra national de Lorraine e Choeur de l'Opéra-Théâtre de Metz-Métropole

Maestro Coro: Merion Powell e Nathalie Marmeuse

Luci: Bernd Purkrabek

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro

classica

Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento