Le magie di Mehta alla Scala

Successo per il concerto con la Filarmonica e Buchbinder

Zubin Mehta (Foto Brescia e Amisano)
Zubin Mehta (Foto Brescia e Amisano)
Recensione
classica
Teatro alla Scala, Milano
Zubin Mehta e Rudolf Buchbinder
12 Febbraio 2022

L'incontro di Zubin Mehta e Daniel Barenboim in veste di pianista con la Filarmonica della Scala era previsto da tempo, ma un intervento chirurgico alla schiena ha costretto il solista a rinunciare al Terzo concerto di Beethoven. In sua vece ha suonato Rudolf Buchbinder, invariato anche il programma della seconda parte del concerto con Le Sacre du Printemps di Stravinskij. L'esito è stato a dir poco entusiasmante.

Nell'ampia introduzione orchestrale il direttore ha subito dato prova dell'intesa che ha con l'organico e chiarito le sue intenzioni, trasparenza assoluta, marzialità contenuta. Buchbinder l'ha perfettamente assecondato; è stato poi lui a condurre il gioco nel secondo movimento, senza mai creare effetti virtuosistici, pensoso, rarefatto; nella parte centrale è riuscito a creare un'atmosfera magica nel dialogo col fagotto e il flauto fino al diradato notturno della chiusa. Il pianista ha poi affrontato a folle velocità il terzo movimento, tanto da far temere che l'orchestra non fosse in grado di seguirlo; invece tutto bene, come in una libera fantasia, senza una sbavatura fino alla radiosa conclusione. Buchbinder, che durante tutta l'esecuzione ha dato la sensazione di divertirsi, è stato salutato con applausi interminabili e in cambio ha regalatuo due bis: il primo tempo della sonata n. 17 di Beethoven, La tempesta, e una parafrasi per pianoforte di Alfred Grünfeld dal Fledermaus di Johann Strauss jr. (cavallo di battaglia del solista).

Il Sacre ha poi goduto di un'esecuzione esemplare, senza tema di smentite è da ritenere che sia difficile ascoltarne una di tale livello, grazie anche all'ottima salute dell'organico. Suoni acidi, di violenza impressionante, sempre amministrati da Mehta con gesti ridotti al minimo. È stupefacente come con un dito riesca a scatenare il finimondo, pur controllato in ogni dettaglio, sempre terso. Perfino nei delicatissimi e trasparenti dialoghi fra i fiati. Al termine grandi ovazioni per il maestro che, in venerenda età e seri acciacchi felicemente superati, sa tramettere tanta energia e passione.

 

 

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