La cena di Arianna

Humour amaro e crudele nell'allestimento dell'opera di Strauss a Montepulciano

Recensione
classica
Festival Montepulciano
Richard Strauss
22 Luglio 2011
Il pubblico che entrava al teatro Poliziano per Ariadne di Strauss si imbatteva in un tavolo apparecchiato nel foyer. Così il regista Tilman Knabe sdoppiava lo spazio scenico, collocando la sala da pranzo del facoltoso aristocratico viennese in un ambiente separato rispetto al palcoscenico, alle spalle della platea. Quando il pubblico usciva per l'intervallo trovava lo stesso tavolo letteralmente sottosopra, resti di cibo nei piatti, bottiglie rovesciate, come se si fosse appena compiuta una grande abbuffata prima dello spettacolo. La tavola imbandita diventava poi anche l'oggetto simbolico dell'abbandono: sulla scena non appariva infatti l'isola deserta, ma Arianna seduta a un lungo tavolo, sola, decisa ad ubriacarsi e impasticcarsi di sonniferi, consolata solo da tre cameriere (al posto delle tre ninfe). Su quello stesso tavolo consumava poi un rapporto sessuale, piuttosto esplicito, con Bacco, il quale, con sommo spregio, alla fine se ne andava scacciando infastidito l'amante. Una regia quindi piena di humour amaro, che rasentava il grottesco, e che riportava la vicenda settecentesca a tempi moderni, con Zerbinetta e le maschere trasformati in un colorito gruppo di sbandati, chiassosi e barcollanti, accompagnati da luci psichedeliche, dediti all'alcol e agli stupefacenti. Nel cast spiccava Claude Eichenberger, che dava al compositore una voce calda e copiosa, l'intensa Mélanie Moussay nei panni di Arianna, Rinnat Moriah, una Zerbinetta con molto carattere, sicura nelle agilità, ma con la voce un po' piccola. Buona la prova della giovane orchestra di Manchester, diretta con grande energia da Roland Böer, capace di sottolineare molto bene il mix di elementi comici e patetici e di estrarre zone cameristiche ma all'occorrenza anche dense sonorità orchestrali.

Interpreti: Mélanie Moussay (Ariadne), Carsten Süss (Bacco), Claude Eichenberger (il compositore), Rinnat Moriah (Zerbinetta), Carlos Petruzziello (Brighella e maestro di ballo), Philipp Smith (Arlecchino), Romolo Tisano (Scaramuccio), Florian Plock (Truffaldino), Eric Roberts (il maestro di musica), Helmut Rühl (il maggiordomo), Anaïs Mahikian (Najade), Verena Gunz (Driade), Georgina Stalbow (Eco)

Regia: Tilmann Knabe

Scene: Annika Haller

Costumi: Mareike Uhlig

Orchestra: Orchestra del Royal Northern College of Music di Manchester

Direttore: Roland Böer

Luci: Pietro Sperduti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Ad Amsterdam Romeo Castellucci mette in scena “Le lacrime di Eros” su un’antologia di musiche del tardo rinascimento scelte da Raphaël Pichon per l’ensemble Pygmalion 

classica

Madrid: Haendel al Teatro Real

classica

A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln