Kerecki, conferme pulsanti
Al Duc Des Lombards (Parigi) il trio di Stéphane Kerecki con Toni Malaby
Recensione
jazz
Non è da tutti accettare di suonare la sera in cui la Francia si gioca in casa l'accesso ai mondiali di calcio. Mentre per le strade tutto intorno festeggiano i clacson e le bandiere dell'Algeria appena qualificata, a raccogliere la sfida nel parigino Duc Des Lombards è Stéphane Kerecki, contrabbassista e compositore senza paura. Gli spazi del locale sono contenuti, ma il doppio concerto ha comunque registrato un tutto esaurito che la dice lunga sulla credibilità del giovane talento messosi in luce con “Story Tellers”, a suo agio fra le proprie composizioni, volentieri arrangiate senza ricorrere a piano o chitarra, di preferenza in compagnia di Matthieu Donarier, ai sax, e Thomas Grimmonprez, batterista con cui dimostra intesa telepatica e pieno controllo delle dinamiche, nel pizzicato come con l'archetto (“A l'aire libre”). Il cd uscito ad aprile “Houria” li vede in compagnia del newyorkese Tony Malaby, sax tenore e soprano perfettamente integrato, anche per questi concerti, nelle atmosfere a tratti sognanti e rarefatte, a tratti convulse e propulsive disegnate dall'alternarsi di bordoni, ostinati e figure contrappuntistiche della sezione ritmica, sempre abilmente in dialogo con i fiati. Malaby e Donarier corrono il rischio di sovrapporre e duplicare le proprie voci? Nemmeno per sogno, attenti nella prima parte a scegliere strumenti diversi e, negli ultimi tre brani, magistralmente impegnati entrambi al tenore nell'esplorazione di sintassi diverse e complementari, si tratti delle narrazioni di “Fable”, della sognante “Satellit”, o del sentito omaggio a Jean Francois Jenny Clarke: sporche quanto bastano le linee melodiche di Donarier; sottili e paradossali, nella loro solidità dodecafonica le architetture di Malaby.
Interpreti: Stéphane Kerecki, contrabasso Matthieu Donarier, sax tenore e soprano Thomas Grimmonprez, batteria Tony Malaby, sax tenore e soprano
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