Immaginare Glass senza l'immagine
Glass (in persona) e Sollima a Ferrara per Emilia Romagna Festival
Recensione
classica
Philip Glass al Ravello Festival il 13 luglio, Glass più Sollima a Ferrara per Emilia Romagna Festival il 14. Glass d'estate. È estivo, Philip Glass? Si direbbe di no. La sua è musica da camera anecoica, l'alito di vento (l'alea, il soundscape cageano) finisce per negarti l'intorpidimento ipnotico. E poi una questione annosa: è "possibile", in concerto, Philip Glass? Forse. Ma ascoltando questi suoi "Etudes and other works for piano solo", una sequenza di lavori perlopiù anni 80, odorosi tra altre cose di quella sua efficacissima colonna sonora per il "Mishima" di Schrader, ti manca terribilmente l'immagine. Chissà se è nato prima l'uovo o la gallina, ma ormai Glass senza immagini fatichi a immaginartelo.
A Ferrara in Piazza Castello si era per una joint venture tra "Ferrara sotto le stelle" e l'Emilia Romagna Festival (un cartellone di folli dimensioni: 63 concerti in 35 comuni). Non c'era solo Glass al pianoforte: c'erano il flauto di Massimo Mercelli, il sax di Federico Mondelci e l'efficiente Orchestra Città di Ferrara. In apertura, "Contrafactus per flauto e archi", dedicato da Sollima a Mercelli nel 2000: il gioco compositivo muove dalla venticinquesima "Variazione Goldberg" di Bach, virata da Sollima verso cromatismi mediorientali; è un pezzo abile, che Mercelli ha saputo letteralmente cucirsi addosso. Poi "Façades" di Glass, con Mondelci e con l'autore al piano. Insieme con il bis di Glass a fine serata, il pezzo viene da "Glassworks", un vecchio Cbs del 1982. È il Glass di Koyaanisqatsi, seducente. Rispetto all'edizione diretta da Michael Riesman esce venato di melodismo, verrebbe da dire "all'italiana", non fosse che è Glass per primo (pianista non impeccabile, peraltro) a vedere così la propria musica, che esce meno asciutta di quanto non risulti nell'edizione primigenia. Mondelci e Mercelli aggiungono qualità di suono preziose. Mancano le "façades", ovvero i muri di New York che scorrono sotto questa musica che percettivamente le esige: ma quello della difficoltà della musica d'oggi di pensarsi senza riferimenti visivi è un tema degno di ben altre sedi.
Interpreti: Pianoforte Philip Glass, flauto Massimo Mercelli, sassofono Federico Mondelci
Orchestra: Orchestra Città di Ferrara
Direttore: Federico Mondelci,
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A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln