Il trionfo del regista

In un'epoca in cui i registi d'opera sembrano piuttosto affossare che favorire lo spettacolo, Daniele Abbado propone un esempio di sobrietà e intelligenza, fra le migliori prove della sua carriera

Recensione
classica
Consorzio I Teatri Reggio Emilia
Wolfgang Amadeus Mozart
22 Aprile 2006
Seconda tappa del trittico dapontiano di Daniele Abbado, che abbiamo visto nella nuova tornata di recite programmate a Reggio Emilia, dopo il debutto veronese. E sottolineiamo nuovamente la paternità affatto registica di tale operazione: benché le scelte del concertatore Jonathan Webb siano parse più convincenti in questo "Così fan tutte", è infatti proprio lo spettacolo visivo a sostenere a tutto tondo l'interesse del pubblico, coinvolgendo anche gli spettatori più scettici di fronte a una trasposizione novecentesca dell'ambiente. Pure i cantanti, tutti assai lodevoli, spiccano chi più che meno proprio per la loro prestazione scenica: Abbado non li lascia mai soli per un momento, facendoli recitare prima ancora che cantare, e in ciò attribuendo un valore aggiunto determinante alla loro prestazione, capace di controbilanciare anche occasionali incertezze vocali. E' chiaro allora come siano soprattutto gli spettatori delle primissime file a godersi lo spettacolo fino in fondo, potendo cogliere ogni singolo gesto ed espressione dei visi. In una impostazione simile, non può che primeggiare Alfonso Antoniozzi, cui da sempre riconosciamo doti istrioniche superiori alla media dei colleghi: nei panni di Don Alfonso gli basta sollevare un sopracciglio, accennare una smorfia con la bocca o produrre un cenno furtivo della mano per assurgere a vero protagonista della scena. Omogeneo il resto della compagnia, con un occhio di riguardo a Francesco Meli, che presta a Ferrando il più bel timbro della nuova generazione tenorile, ma è ancora alla ricerca di una sicurezza completa. Dote che non manca invece a Christian Senn, Guglielmo. Irresistibile la Despina di Damiana Pinti. In crescita progressiva Myrtò Papatanasiu e Francesca Provvisionato nelle parti terribili delle due sorelle.

Note: Nuovo allestimento. Cooproduzione Fondazione Arena di Verona e Fondazione I Teatri di Reggio Emilia

Interpreti: Myrtò Papatanasiu (Fiordiligi), Francesca Provvisionato (Dorabella), Christian Senn (Guglielmo), Francesco Meli (Ferrando), Damiana Pinti (Despina), Alfonso Antoniozzi (Don Alfonso)

Regia: Daniele Abbado; luci Gianni Carluccio

Scene: Gianni Carluccio

Costumi: Gianni Carluccio

Coreografo: Alessandra Fini; Video Luca Scarzella

Orchestra: Orchestra della Fondazione Arena di Verona

Direttore: Direttore e cembalista Jonathan Webb

Coro: Coro della Fondazione Arena di Verona

Maestro Coro: Marco Faelli

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