Il ritorno degli austriaci a Milano
Alla Scala i complessi della Staatsoper di Vienna nel Fidelio guidati da Welser-Möst
Recensione
classica
Partiamo dal presupposto che, in origine, il progetto di scambio fra il Teatro alla Scala e la Staatsoper di Vienna prevedeva due recite a Milano dell’Arabella di Strauss con la regia di Bechtolf, e che invece ci siamo ritrovati con un Fidelio di Beethoven in forma di concerto. La crisi c’è per tutti, per noi sempre un po’ di più. Ad ogni modo, il titolo scelto è di quelli su cui l’orchestra di Vienna non può sbagliare: una prova coi cantanti, e via; suono rotondo, tempi giusti, controllo dell’equilibrio tra le parti. Tutto qui? Se avessero eseguito soltanto il primo atto, avrei risposto: sì, tutto qui, e che noia. Poi dev’essere scattato qualcosa anche nell’orgoglio dei viennesi: il secondo atto, aperto da una trascinante esecuzione della Leonora III, scorre in crescendo mostrando una maggiore aderenza alla teatralità del Fidelio piuttosto che alla sua apollinea struttura, mettendone in mostra la derivazione francese piuttosto che dal sinfonismo teutonico.
Welser-Möst gioca un ruolo complice con l’orchestra: ne asseconda tutti i lati, positivi e negativi, ed è sua la responsabilità di un primo atto tendenzialmente monotono. Non si potrebbe trovare nulla, dal punto di vista tecnico, che non vada: è che ogni tanto manca il cuore, e si sente. È però bravissimo nel sostenere i cantanti, e di questo gli va dato atto: anche perché, la compagnia è di quelle di rango ma da rendere affiatata, soprattutto nella coppia dei protagonisti (Nina Stemme e Peter Seiffert), due cavalli di razza che solo a tratti sono riusciti a sbalzare due personaggi credibili; solido il Rocco di Hans-Peter König e il Fernando di Markus Marquardt, ma un po’ debole vocalmente il Pizarro di Albert Dohmen. Migliore della serata una giovane e freschissima Anita Hartig come Marzelline.
Interpreti: Don Fernando: Markus Marquardt; Don Pizarro: Albert Dohmen; Florestan: Peter Seiffert; Leonore: Nina Stemme; Rocco: Hans-Peter König; Marzelline: Anita Hartig; Jaquino: Norbert Ernst.
Orchestra: Orchestra della Staatsoper di Vienna
Direttore: Franz Welser-Möst
Coro: Coro della Staatsoper di Vienna
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