Il Rameau di Jordi
Savall in un incantevole concerto settecentesco
Recensione
classica
Jordi Savall ogni tanto torna alla sua musica antica: depone i bagagli dei suoi coltissimi e approfonditissimi viaggi nel bacino del Mediterraneo, a fondo nello spazio e nel tempo, tra Impero Ottomano, Balcani, Cervantes, Siria eccetera, e pare si sdrai sul divano aggraziato del passato, confezionando programmi di concerti meravigliosamente delicati e unici. Questa volta, per MITO Settembre Musica, festeggia l'anniversario Rameau, e con il suo Concert des Nations ci fa ascoltare quattro Suite per orchestra di epoca Luigi XV: la "Naïs" del 1748, "Les Indes Galantes" del 1735, lo "Zoroastre" del 1749 e "Les Boréades" del 1764. Proprio questa ultima suite, così profumata di onomatopee naturali, di rullati strabilianti di tamburo che anticipano di tre secoli la batteria jazz, creano l'anticamera della meraviglia per la macchina del vento, che ci cala tra le quinte delle macchinerie settecentesche, e ci conferma quanto la musica antica può insieme suscitarci meraviglia e declinarci affetti. Per i due bis, dopo un movimento della "Water Music" di Haendel, il bis della "Contredanse très vive", con questo elegante guru che ci dirige tutti in un battimani ritmato e mica facilissimo à la Musikverein, quasi quasi suscitando entusiasmo, oltre alla assodata delizia.
Orchestra: Le Concert des Nations
Direttore: Jordi Savall
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