Il giovane Spontini prova a essere comico

A fine 1798, Spontini presenta a Palermo, la commedia per musica in due atti "Li finti filosofi", che deriva dalla farsa "L'erosimo ridicolo", con l'aggiunta di sette nuovi numeri, il rifacimento totale di un altro, la sostituzione del dialetto patenopeo con la lingua italiana: ma l'opera comica non è fatta per lui.

Recensione
classica
Festival Pergolesi Spontini Maiolati Spontini
Gaspare Spontini
(revisione sulle fonti di Roberto De Simone)
09 Settembre 2005
"Li finti filosofi" – commedia per musica del 1798, che deriva dalla precedente farsa "L'eroismo ridicolo", con l'aggiunta di sette nuovi numeri e altre minori modifiche - è stata rappresentata in prima moderna dal Pergolesi Spontini Festival a Maiolati, paese natale del compositore (ma perché sotto un tendone, dall'acustica ovviamente inadatta, nella zona a più alta concentrazione di teatri dell'Italia e di tutto il mondo?). Il giovane Spontini rivela già qui d'essere un bel talento, ma si capisce che il suo futuro sta in opere paludate e grandiose come la "Vestale" e l'"Agnese" e che la leggerezza e la vivacità dell'opera comica non sono per lui. I ritmi sono spiritati ma mancano di brio, le melodie sono brevi e nervose ma generiche, cosicché l'intricatissima vicenda a base di intrighi, travestimenti, equivoci, ecc. sembra monotona e i personaggi diventano piuttosto marionettistici. Quindi è indovinata l'dea del regista Damiano Michieletto di rappresentarli proprio come burattini, che un burattinaio (il simpatico attore Luca Altavilla) tira fuori da un grande baule all'inizio dell'opera: si muovono a scatti, come tirati da invisibili fili, e alla fine dei loro "numeri" si bloccano o si accasciano come pupazzi senz'anima o tornano nel loro ripostiglio. La regia arricchisce quest'idea con gag e trovate molto divertenti, calcando però troppo la mano sugli aspetti ridicoli e farseschi e rinunciando in partenza a quel minimo di caratterizzazione dei personaggi e di satira di costume che libretto e musica consentirebbero: anzi i momenti sentimentali e larmoyants sono proprio quelli che più vengono ridicolizzati. L'impressione di pesantezza e di "troppo pieno" lasciata dalla musica di Spontini è almeno in parte attribuibile alla direzione di Corrado Rovaris, uniforme nei tempi, nelle dinamiche e nei colori. Adeguati tutti i sette protagonisti, tra cui spiccavano Patrizia Bicciré e Rosanna Savoia.

Note: nuovo allestimento. prima rappresentazione in epoca moderna

Interpreti: Rosanna Savoia, Giacinta Nicotra, Patrizia Biccirè, Filippo Adami, Riccardo Marabelli, Maurizio Lo Piccolo, Luca Dall'Amico

Regia: Damiano Michieletto

Scene: Gaia Dolcetta

Costumi: Gaia Dolcetta

Orchestra: Accademia I Filarmonici

Direttore: Corrado Rovaris

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