In concomitanza con l'inaugurazione della mostra "Una cinquantina d'inverni" organizzata dal Comitato delle Celebrazioni verdiane e dedicata ai rapporti fra Verdi e Genova, il Carlo Felice ha messo in scena "Giovanna d'Arco". Per i genovesi si trattava di una novità quasi assoluta dal momento che l'opera manca dai palcoscenici cittadini addirittura dal 1845. L'opera, scritta su libretto di Solera ispirato a Schiller, non è del resto frequente neanche in altre città. La sua scarsa rappresentazione dipende, però, non tanto dal valore della partitura, quanto, caso mai, dalla sua difficoltà. Verdi ha costruito in realtà un dramma di forte tensione e straordinaria ricchezza musicale. Lavoro che si inserisce perfettamente negli anni Quaranta verdiani, densi di sperimentazione, di esiti spettacolari. L'impianto formale (il gran coro iniziale, la presenza di bande, di cori interni) è tipico dell'epoca. In "Giovanna" inoltre pesa una scrittura di affascinante complessità che pretende un cast di prim'ordine. Il Carlo Felice si è affidato alla direzione di Nello Santi. E ha fatto bene perchè Santi è un verdiano genuino e appassionato, con esperienza da vendere e un'ampia conoscenza del repertorio del Bussetano. Una lettura, la sua, incisiva, baldanzosa, ma anche capace di abbandoni lirici intensi. La regia portava l'autorevole firma di Werner Herzog, coadiuvato dallo scenografo e pittore Henning von Gierke. Herzog ha ideato una Giovanna sanguinolenta, cupa, aggressiva con alcuni momenti di indubbia bellezza (la scena finale con la luce fortissima che illumina dal fondo del palcoscenico), ma con una atmosfera generale forse più da teatro tedesco che italiano. Al termine dello spettacolo parte del pubblico ha rivolto all'artista qualche sonoro dissenso. La scena è stata dominata da due interpreti eccellenti, quali Mariella Devia e Franco Vassallo. La Devia ha privilegiato la Giovanna intimista che parla all'al di là, alla eroina vincitrice in battaglia. La linea vocale è tremenda e la Devia ha ancora una volta confermato il suo ineccepibile bagaglio tecnico, restituendo un personaggio intenso, di ammirevole spessore. Altrettanto bravo per pienezza di canto e partecipazione espressiva il Giacomo di Vassallo. Dubbi, invece (e dissensi conclusivi) per il tenore Ivan Momirov, emissione discutibile che incide negativamente sul colore e soprattutto sulla intonazione. Molto bene il coro del teatro diretto da Ciro Visco. Prima replica martedì sera (ore 20,30).
Note: all. del Teatro Comunale di Bologna
Interpreti: Aronica/Casciarri, Devia/Marfisi, Vassallo/Cebrian, Zizich, Polidori
Regia: Werner Herzog
Scene: Henning von Gierke
Costumi: Henning von Gierke
Coreografo: Lucki Stipetic
Orchestra: Orchestra del Teatro Carlo Felice
Direttore: Nello Santi
Coro: Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro Coro: Ciro Visco