Fantasia di ottoni, da Fats Navarro a Lester Bowie

Brass Ecstasy conserva senz'altro nella sua memoria l'esperienza della Brass Fantasy di Lester Bowie che ha omaggiato anche a Roma con il brano "Bowie"; il solista di corno francese Vincent Chancey è stato, peraltro, membro di entrambi gli organici con un ruolo non secondario. Ciò che, però, nel gruppo diretto da Bowie si traduceva in esuberante estroversione sonora in quello guidato da Douglas si coagula in diverse dimensioni, come dimostrato nell'applaudito concerto capitolino. Il trombettista americano mette all'interno delle sue composizioni riferimenti alla polifonia di New Orleans come al linguaggio bop ("Fats") magari nell'accezione di Tadd Tameron, episodi in cui prevale la scrittura, una lezione mingusiana che non fa mai mancare al solista il supporto e lo stimolo degli altri musicisti. Ipotizzando un confronto a distanza, la Ecstasy ha meno strumenti ma maggiore ventaglio stilistico della Fantasy. La marcata scelta timbrica degli ottoni si connette nel caso di Douglas con una sezione ritmica sui generis: al pulsare della tuba di Rojas (un elastico marcatempo che sa avere sfumature e delicatezze sonore impensabili per l'ingombrante strumento) si somma la percussione scabra di Waits che, sia con le spazzole che con le bacchette, genera una forte tensione. Il gioco tra tromba, trombone e corno francese nell'articolarsi dei pezzi si fa raffinatissimo, con un continuo dividere e riunire gli strumenti in microsezioni mediante unisoni, seconde voci, parti obbligate e libere. Le parole possono dare l'idea di una musica artificiosa ma all'ascolto - e ben se ne è accorto il pubblico romano - i brani scorrono con estrema naturalezza e si viene rapiti dalle singole personalità strumentali, e dal loro ora vellutato, ora ruvido insieme.

Interpreti: Dave Douglas tromba Vincent Chancey corno francese Luis Bonilla trombone Marcus Rojas tuba Nasheet Waits batteria